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Costume e Società

Palermo: una mostra di in memoria di padre Puglisi

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Tempo di lettura 2 minutiPer i siciliani e non solo Padre Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993 dinanzi al portone mentre rincasava, rappresenta una icona

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di Paolino Canzoneri

Palermo. Nella Chiesa del Santissimo Crocifisso nel quartiere Ciaculli del capoluogo siciliano è stata allestita una mostra di opere di un collettivo d'Arte in memoria del Beato Padre Pino Puglisi dal nome "Le forme dell'amore" .

Le opere esposte in questa particolare mostra hanno una certa valenza non soltanto perchè sono state create con materiali di vario genere come tela, cartone, polistirolo, materiale ferroso, compensato e altro, ma perchè convivono in una perfetta alchimia tradizionale ed astratta di pittura, disegno e scultura innovativa. La mostra vanta la presenza di opere degli artisti Wanda Barraco, Giovanna Calabretta, Salvatore Calo', Ferdinando Caronia, Cristina Casamento, Serafina Costa, Francesco Federico, Marion Fernhout, Eleonora Fogazza , Antonino Gambino, Vincenzo Gatto, Valentina Hare', Paola La Monica, Caterina Lala, Maria Luisa Lippa, Filippo Lo Iacono, Gabriella Lupinacci, Rosalia Marchiafava, Letizia Marchione, Giuseppa Matraxia, Giusy Megna, Giovanni Messina, Sara Mineo, Francesca Oliveri, Mariella Ramondo, Cinzia, Romano, Angela Sarzana, Rita Stuppia, Rosario Trapani, Loredana Troia, Felicia Vadala', Giovanni Ventimiglia, Anita Vitrano, tutti ispirati dalla tematica dell'amore divino e dal martirio. La mostra sarà disponiblile fino a Settembre 2016. Noi de l'Osservatore d'Italia ci siamo uniti al religioso silenzio del pubblico che con una concentrazione e curiosità si è soffermato a contemplare ogni singola opera quasi come se trasmettesse la precisa immagine e percezione che l'artista ha infuso nella propria opera.

Per i siciliani e non solo Padre Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993 dinanzi al portone mentre rincasava, rappresenta una icona, un eroe nella lotta contro la criminalità organizzata che nel difficile quartiere di Brancaccio sfruttava e obbligava giovani e giovanissimi per piccole rapine, scippi e spaccio inserendoli in attività mafiose e facendosi considerare idoli e gente di rispetto. Attraverso la creazione di un centro di promozione umana e evangelizzazione dal nome Padre Nostro egli strappò dalla morsa mafiosa e dalla strada giovani coinvolgendoli in una serie di attività ludiche, dottrinali e culturali che avevano il preciso scopo di far comprendere quanto sia possibile ottenere rispetto e gratitudine senza abbracciare attività illegali e criminali. Ciò rappresentava quindi una precisa indicazione di alternativa per una vita legale di inserimento in una società onesta che la mafia non volle tollerare e accettare e quindi pianificò e portò a termine l'uccisione del parroco. Quanto sia stato prezioso il suo aiuto e contributo lo sanno i moltissimi ragazzi che hanno avuto una nuova possibilità di cambiare vita e che ad oggi si sono "salvati" da un futuro disperato e insapore le cui vie saranno sempre state contorte e buie. Si può intuire quanto il sacrificio e la figura di Padre Puglisi rappresenti per cattolici, laici e atei un punto di riferimento assoluto nella lotta al sistema mafioso che trova nei giovanissimi una linfa vitale per diffondere nella società metastasi sempre più incurabili.

Padre Puglisi rappresenta il primo martire della chiesa ucciso dalla mafia. Il 25 maggio del 2013 sul prato del Foro Italico nella città di Palermo davanti una folla immensa di centomila persone è stato compiuto il rito di beatificazione dal cardinale De Giorgi delegato da Papa Francesco.