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Cronaca

PALERMO, TRUFFA SERVIZIO ANTINCENDIO: SEQUESTRATI BENI PER 12,5 MILIONI DI EURO

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Tempo di lettura < 1 minuto Sono stati effettuati sequestri dalle fiamme gialle su tutto il territorio nazionale, nei confronti degli amministratori pro tempore delle società Heliwest srl, Elifriulia srl, Elitellina srl ed

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di Angelo Barraco

Palermo – A seguito di una vasta operazione eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo e al termine di complesse e tortuose indagini, è stata sventata una maxitruffa nell’ambito dell’affidamento e svolgimento del servizio antincendio boschivo con mezzi aerei che esistevano solo ed esclusivamente sulla carte. Sono stati apposti i sigilli a quattro società e sono state poste sotto sequestro varie attrezzature e veicoli nonché anche denaro il tutto per un totale di 12,5 milioni di euro. Sono stati effettuati sequestri dalle fiamme gialle su tutto il territorio nazionale, nei confronti degli amministratori pro tempore delle società  Heliwest srl, Elifriulia srl, Elitellina srl ed Elimediterranea spa,per truffa aggravata a danno dello Stato, falsita' in atto pubblico, turbata liberta' degli incanti, inadempimenti di contratti di pubbliche forniture.
 
Le indagini. Le indagini hanno accertato la fraudolenta aggiudicazione dell’appalto del servizio antincendio alle quattro società riunitesi in un’Associazione temporanea di imprese. L’Ati ha attestato di avere la disponibilità di personale di volo e tecnico e ha dichiarato di poter impegnare due elicotteri bimotore che erano invece impegnati in altre Regioni italiane.L’Ati è stata l’unica ad aggiudicarsi l’appalto poiché l’unica partecipante alla gara e al relativo bando. L’Ati inoltre, non avendo piloti e mezzi tecnici, ha dovuto falsificare la rendicontazione dei turni di servizio svolti dal personale. E’ stata falsificata la presenza degli addetti al servizio antincendio dislocata presso le nove basi in Sicilia che, in realta', risultavano operare presso altre Regioni italiane di turni di riposo, con la conseguenza che il dispositivo di intervento veniva di fatto assicurato dai pochi tecnici e piloti realmente presenti, costretti  a garantire maggiori ore di presenza al lavoro di quelle dovute, oltre i "limiti di volo". Sono in corso ulteriori accertamenti. 
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