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di Angelo Barraco
Palermo – C’è una svolta nel duplice’omicidio di Vincenzo Bontà e Giuseppe Vela, avvenuto ieri in Via Falsomiele. La Polizia ha fermato due persone, Carlo Gregoli, un impiegato di 52 anni e Adele Velardo, casalinga di 45 anni. Entrambi sono accusati di aver ucciso Bontà e Vela. In un primo momento era stata privilegiata la pista mafiosa, tenendo conto sia del modus operandi poiché sono stati uccisi con un colpo alla nuca e al torace da killer in moto, ma si è tenuto conto anche delle parentele di Bontà con il boss Bontade. Ma le indagini non si fermano sull’aspetto storico di una delle vittime e sul modus, gli inquirenti decidono di approfondire e seguire altre piste. Interrogano allora la coppia Gregoli-Velardo, poiché abitano nei pressi di Via Falsomiele. In mano agli inquirenti c’è un video di una telecamera di sorveglianza che ha filmato l’auto di Bontà e successivamente l’auto della coppia. Si presume che le motivazioni del gesto siano di ragioni conflittuali.
Nella mattinata del 3 marzo sono stati uccisi a Palermo due uomini in Via Falsomiele, all’altezza del civico 117, tra via Aloi e Via Valenza. A finire sotto i colpi d’arma da fuoco sono stati; Vincenzo Bonta, 44 anni e conosciuto per essere il genero di Giovanni Bontate, fratello di Stefano Bontate. Giovanni Bontate fu ucciso il 28 settembre 1988, insieme alla moglie Francesca Citarda. Giovanni era il fratello di Stefano Bontade, sanguinario boss, detto anche il principe di Villagrazia, ucciso nella sanguinosa guerra di mafia che ha portato alla vittoria i corleonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano. L’altra vittima invece è Giuseppe Vela, un agricoltore incensurato di 53 anni. Uno dei cadaveri si trovava vicino ad un’automobile, l’altro invece in mezzo alla carreggiata.
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