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Cronaca

Palermo, spaccio sostanze dopanti: in manette 4 persone

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Su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, i Carabinieri del N.A.S., con il supporto operativo del Comando Provinciale di Palermo, hanno notificato quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal G.I.P. del medesimo Tribunale, a quattro persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e commercio di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, al fine di alterare le prestazioni agonistiche di atleti gravitanti nel mondo del bodybuilding e delle palestre

Inoltre, hanno eseguito perquisizioni domiciliari, su mandato della citata Procura della Repubblica, rispettivamente nei confronti di altri 21 soggetti di cui 16 anch’essi indagati, a vario titolo, per i medesimi reati. Sei di essi sono ritenuti responsabili di esercizio abusivo della professione sanitaria, in quanto dispensavano terapie mediche e piani nutrizionali, somministrando anche farmaci per curare gli effetti collaterali provocati dalle sostanze dopanti.

Purtroppo, in questi ultimi anni, il “doping”, inteso come assunzione di sostanze stimolanti vietate per ottenere risultati sportivi migliori di quelli fisiologici, si è esponenzialmente e rapidamente diffuso anche tra gli atleti non professionisti, finanche in palestra. Le sostanze proibite (Stimolanti – Narcotici ed analgesici – Steroidi anabolizzanti – Diuretici – Ormoni peptidici ed affini) sono molteplici, così come i metodi illegali di assunzione. Nel body building sono particolarmente utilizzati gli anabolizzanti (testosterone, nandrolone, stanozololo) per accrescere la massa muscolare e gli ormoni peptidici ed affini (corticotropina e ormone della crescita), in grado di generare un aumento della forza e della muscolatura.

A fronte di evidenze scientifiche piuttosto dubbie sul reale miglioramento delle performance, i rischi correlati all’uso di queste sostanze sono ben risaputi e spesso irreversibili: si pensi, per esempio, agli effetti devastanti connessi all’uso di steroidi anabolizzanti sulla sfera sessuale e sui caratteri somatici sia maschili che soprattutto femminili, al rischio di crisi ipoglicemiche mortali per l’uso di insulina, ai devastanti effetti sul sistema nervoso centrale e sull’apparato cardiovascolare indotti dalle amfetamine e dalla cocaina.

Inoltre, gli anabolizzanti aumentano il rischio di tumori al fegato e di rotture dei tendini.

Oggigiorno il problema è notevole, sebbene la vendita e l’uso di sostanze ha trovato un fermo “contrasto” da parte dello Stato, le vie per procurarsele sono molteplici, internet su tutte, e chi è convinto che lo sport sia ginnastica a base di “steroidi” scorgerà sempre un nuovo sistema per approvvigionarsene. Soprattutto nei giovani, le attività investigative condotte sul territorio nazionale dai Carabinieri del NAS hanno evidenziato che esiste l’impazienza e il desiderio di pervenire nel più breve tempo possibile ai risultati sperati o spesso suggeriti da istruttori privi di scrupoli. Quindi, accanto ad un effetto economico-sociale del doping, consistente nell’offesa della lealtà sportiva e nell’alterazione delle regole della libera concorrenza, trattandosi di fenomeno a doppia lesione sia sotto il profilo della salute dell’atleta che dell’etica sportiva, esiste un ben più grave problema sanitario strettamente connesso alla disonesta manipolazione del corpo umano ed ai gravi esiti per la salute che questa manipolazione comporta.

È proprio in tale ambito, volto alla tutela della salute dei cittadini che a volte, volontariamente, mettono a repentaglio la propria salute, si inserisce l’operazione odierna. L’indagine è scaturita da un controllo eseguito dagli ispettori investigativi antidoping del NAS di Palermo su un atleta, risultato poi positivo, della gara ciclistica “Granfondo MTB – Baronessa di Carini”, disputata a Carini (PA) il 29 maggio 2016. La positività ha originato una complessa attività investigativa, coordinata dalla già citata Procura della Repubblica, realizzata con servizi di osservazione, controllo e pedinamento, intercettazioni telefoniche e ambientali. Questo ha permesso di risalire al sodalizio criminoso che utilizzava come base operativa e di copertura due palestre e un negozio di integratori alimentari del palermitano. I rispettivi titolari, tutti preparatori atletici, assieme ad un altro soggetto, anch’esso preparatore e body builder, attivo collaboratore in una delle palestre, avevano posto in essere un’intensa e ben avviata associazione dedita al commercio di sostanze anabolizzanti finalizzato ad alterare le prestazioni agonistiche degli atleti. Tra i farmaci e le sostanze maggiormente spacciati vi erano Winstrol, Proviron, Testovis, Sustanon, Gonasi e Monores, nonché trenbolone e nandrolone (quest’ultima sostanza, oltre che ad effetto dopante, è anche ad effetto stupefacente).

Gli anabolizzanti venivano venduti al dettaglio o spediti nascosti all’interno di plichi veicolati da corrieri per consegne in città e in altre località dell’Italia. Si ipotizza che il volume di affari dell’organizzazione si aggirasse sui 300.000,00 euro annui circa, tenuto conto dei numerosi episodi di vendita documentati, del numero delle transazioni post-pay accertate e del monitoraggio dei pacchi spediti.

Nel corso dell’attività investigativa è stato accertato che molti degli acquirenti erano atleti che praticano il body-building a livello agonistico e partecipavano regolarmente a numerose manifestazioni di tale specialità, anche di livello nazionale e internazionale, classificandosi quasi sempre ai primi posti delle competizioni.

Nello specifico, una delle palestre era diventata un vero e proprio “ambulatorio del doping”, infatti, all’interno dello spogliatoio i giovani body-builder si somministravano vicendevolmente le sostanze dopanti, attraverso iniezioni intramuscolo o sottocutanee. Altresì, grazie alla complicità di un infermiere professionale, che veniva chiamato appositamente, venivano eseguite delle flebo per la somministrazione di sostanze per via endovenosa. La somministrazione delle sostanze anabolizzanti avveniva anche all’interno del negozio di integratori, che, seppur all’apparenza era una normale attività commerciale, nella realtà funzionava come “un supermarket di sostanze dopanti”, ove si rifornivano numerosi giovani body-builder provenienti da tutta la Sicilia. In un caso, per raggiungere l’aumento della massa muscolare nel minor tempo possibile, è stato accertato l’utilizzo, da parte di un atleta, del medicinale veterinario STARGATE, un farmaco a base di stanozololo normalmente utilizzato per il potenziamento muscolare e scheletrico di cani e gatti.

Quando parlavano dei farmaci e delle sostanze illecitamente commercializzate, gli indagati, nel tentativo di eludere le indagini e le intercettazioni, utilizzavano un linguaggio in codice, ovvero WINNIE THE POOH o DOPPIA V, riferito al Winstrol e GIGETTO o GIUBOTTINO riferito al GH (la sostanza più cara, visto che alcune di queste fiale venivano vendute anche a 400 euro). Uno degli arrestati, temendo di essere intercettato, utilizzava anche una SIM intestata ad una ignara cittadina straniera.

Tra gli indagati figura anche un bancario che suggeriva ad uno degli arrestati di effettuare i versamenti di contante in tre distinte tranche, di importi dispari, invitandolo a recarsi insieme a lui in banca per effettuare l’operazione, aggiungendo che egli stesso avrebbe provveduto ad eludere la disciplina sulla segnalazione obbligatoria in materia di antiriciclaggio.

Nel corso dell’attività investigativa sono stati accertati casi di stati patologici derivanti dall’uso indiscriminato di sostanze anabolizzanti, come per esempio: GINECOMASTIA, DISTURBI TIROIDEI, IMPROVVISI AUMENTI DELLA PRESSIONE ARTERIOSA, TACHICARDIA, ACNE IN FORMA SEVERA E DISTURBI DELL’APPARATO GENITALE. A tal proposito, senza averne la benché minima competenza medica, i soggetti arrestati commercializzavano, consigliandone l’uso, anche specialità farmaceutiche per combattere tali patologie, ad esempio: farmaci per la cura della ginecomastia (ARIMIDEX e NOVALDEX) e un disintossicante epatico da assumere dopo i cicli di anabolizzanti (TAD 600).

I provvedimenti dell’A.G., oltre che dai reparti palermitani, sono stati eseguiti anche con la determinante collaborazione dei NAS di Catania, Ragusa, Salerno, Treviso e dei Comandi Provinciali Carabinieri di Catania, Caltanissetta, Enna, Siracusa, Ragusa, Salerno e Treviso.

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Cronaca

Milano, droga agganciata con calamite sotto l’auto: arrestato un 27enne dopo inseguimento [VIDEO]

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La Polizia di Stato ieri pomeriggio a Milano ha arrestato un cittadino marocchino di 27 anni, irregolare sul territorio nazionale e con precedenti di polizia, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli agenti del Commissariato Mecenate, verso le ore 13, nel corso di uno specifico servizio di contrasto allo spaccio di droga, hanno intensificato l’attività di osservazione e controllo all’interno del Quartiere Ponte Lambro e viale Ungheria dove hanno notato una vettura utilitaria parcheggiata a bordo strada con un uomo in piedi che parlava con il conducente seduto a bordo della stessa.

Una volta avvicinatisi con la vettura civetta, i poliziotti hanno richiesto l’ausilio di una volante perché la vettura attenzionata, risultata intestata a una società di leasing, aveva ripreso la marcia a velocità sostenuta in direzione di via Mecenate.

Ne è nato un inseguimento fino a via Garavaglia, strada senza uscita, dove il conducente è sceso scappando lungo le vie Forlanini, Barigozzi e Via Cossa dove, entrato in un giardino condominiale, è stato preso e sottoposto a controllo: all’ingresso di via Garavaglia, a bordo strada, i poliziotti hanno rinvenuto un involucro in plastica bianco elettrosaldato a palloncino contenente grammi 1,2 di cocaina e, all’interno della vettura che lì aveva abbandonato, una banconota da 50€ nel vano portaoggetti e, sotto la scocca, due scatole in acciaio di caramelle, agganciate mediante alcune calamite, al cui interno vi erano dieci involucri contenenti 10 grammi circa di cocaina.

L’uomo è stato arrestato e posto nelle camere di sicurezza della Questura in attesa di essere giudicato per direttissima.

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Castelli Romani

Monte Compatri, Agnese Mastrofrancesco nuovo consigliere di Città Metropolitana

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“Nel giorno del mio compleanno, tra messaggi, post e telefonate, ne è giunta una veramente diversa dal solito” inizia così il post di Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri e già assessore all’Urbanistica che nel giorno del suo compleanno riceve una notizia davvero inaspettata: “La Segreteria Generale della Città Metropolitana, ovviamente non per farmi gli auguri di compleanno, ma per comunicarmi che presto farò parte del Consiglio che siede a Palazzo Valentini, come consigliere”.

Una notizia davvero eclatante per la cittadina di Monte Compatri che non aveva rappresentanti in seno a quella che un tempo era la provincia di Roma da almeno quarant’anni.

Agnese Mastrofrancesco, mamma di due bambini, eletta in Consiglio Comunale per ben quattro mandati consecutivi diventa la prima donna di Monte Compatri a sedere a Palazzo Valentini.

L’abbiamo contattata telefonicamente, oltre che per farle le nostre personali congratulazioni, per avere, a caldo, le sue prime impressioni su questo nuovo incarico.


Consigliere Mastrofrancesco prima di tutto le nostre congratulazioni. Se l’aspettava?
Sapevo che sarebbe stato difficile, ma come per tutte le cose, dobbiamo sempre crederci, perché prima o poi, la ruota gira e può arrivare anche il tuo momento. Quindi non ero certa, ma ci ho creduto fino ad oggi.


Ora il suo impegno politico raddoppia: quali saranno le sue priorità per Città Metropolitana?
Io credo che fare politica è un impegno grande, come grande deve essere la passione nelle cose che uno fa ed in cui crede. Dopo una gavetta, all’ interno del comune di Monte Compatri, posso dire di essere pronta a portare le mie energie anche nel consiglio di Città Metropolitana, dove cercherò di essere sempre dalla parte dei più deboli, di quelli che non vengono mai ascoltati o peggio ancora visti.


Tanti i messaggi di congratulazioni all’indirizzo della neoconsigliere Mastrofrancesco prima su tutti quello della consigliere regionale Laura Corrotti che dalle sue pagine scrive:

l’onorevole Laura Corrotti insieme alla neoconsigliere di Città Metropolitana Agnese Mastrofrancesco

“Congratulazioni a Agnese Mastrofrancesco, consigliere comunale di Monte Compatri, che da oggi entra ufficialmente in Città Metropolitana. Sono certa che il percorso portato avanti negli anni si svilupperà sempre di più e contribuirà al miglioramento del territorio di Roma e della sua Provincia” a cui fanno eco moltissimi consiglieri comunali dei Castelli Romani.
Fa rumore la mancanza di un messaggio alla neoeletta da parte dell’amministrazione Comunale di Monte Compatri, paese in cui la Mastrofrancesco è da oltre 15 anni Consigliere Comunale.

A nome della redazione tutta auguriamo alla neoconsigliere di Città Metropolitana un buon lavoro.

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Cronaca

Roma, aggressione omofoba in via della Pisana: il racconto di una delle vittime

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“Mercoledì esco assieme ad un amico. Una serata in allegria ci salutiamo e, come il solito, tra amici ci diamo un bacio e da li è iniziata l’aggressione”.
È l’inizio del triste racconto di Gianluca che mercoledì a Roma è stato vittima, assieme ad un amico, di un attacco omofobo da parte di alcuni ragazzi di nazionalità egiziana al grido:
“Questa è casa nostra e voi froci qua non dovete stare”.

Non siamo nella periferia della capitale ma in via della Pisana, un quartiere che di certo rappresenta quella che comunemente è definita “Roma bene”.

Una serata davvero da dimenticare per Gianluca ed il suo amico che al di là dell’aggressione verbale vengono colpiti da bottiglie di vetro scagliate con l’intento di fare davvero male ma per fortuna senza troppi danni fisici: “il mio amico, ci dice, il giorno dopo si è trovato le gambe graffiate per i vetri”.

Una vera aggressione squadrista che dimostra, ancora una volta, la troppa insicurezza che percorre la Capitale: “abbiamo sentito un rumore metallico … ci stavano lanciando bottiglie di vetro che poi hanno raggiunto dei segnali stradali quindi ci siamo trovati i vetri addosso, aggiunge Gianluca , e poi in gruppo sono venuti verso di noi urlando”.

Gianluca ed il suo amico hanno sporto denuncia ai Carabinieri perché, ci dice “Queste aggressioni debbono terminare”. E poi aggiunge: “Debbo davvero ringraziare la disponibilità delle forze dell’ordine perché dopo l’aggressione verbale ci siamo immediatamente diretti presso la caserma. Abbiamo raccontato quello che è successo e subito una pattuglia è intervenuta sul posto identificando il gruppo”.

“Addirittura, prosegue, sono stati così cortesi che si sono pure offerti di riaccompagnarci a casa perché la paura che avevamo quel momento era davvero tanta”.

A quanto ci racconta i carabinieri conoscono gli aggressori, già schedati per alcuni precedenti, e, a quanto ci è dato a sapere, delinquenti abituali ma purtroppo, come succede in molte zone della Capitale “non c’erano telecamere”, aggiunge Andrea.

Lo sgomento è tanto perché avviene in una delle zone più tranquille della Capitale ed Gianluca, che vive da tempo a Roma, ci dice con molta tristezza negli occhi che non si era mai trovato in una situazione del genere e la paura ormai lo attanaglia.

Davvero esemplare il comportamento degli uomini dell’Arma dei Carabinieri che dimostrano, ancora una volta, il loro alto senso istituzionale ed umano.

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