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Cronaca

Palermo, scoperto arsenale di armi a Ciaculli: arrestata famiglia

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PALERMO – La Polizia di Stato di Palermo, nell’ambito di una vasta operazione di controllo del territorio nella zona di Ciaculli, è riuscita a risalire ad un vero e proprio arsenale di armi sotterrate nel terreno di pertinenza di una villa dove viveva un P.I.P. (Piani di Inserimento Programmato) con la sua famiglia. All’interno della villa, alcuni locali erano adibiti ad una sorta di laboratorio clandestino per la produzione e la modifica delle armi.

I poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato P.S. “Zisa Boronuovo”, nel corso dei servizi, insospettiti da alcuni movimenti anomali nei pressi della villa, appartenente ad un soggetto già noto per i suoi precedenti in materia di armi, stupefacenti ed altri reati, sono entrati in azione sottoponendo ad un’accurata perquisizione l’abitazione e le sue pertinenze, avvalendosi anche del contributo dei cani poliziotto “Dylan” e “Brando”, dotati di un formidabile fiuto per la ricerca di armi ed esplosivi.

Così la sorprendente scoperta: in due fusti in plastica sotterrati nel giardino della villa ed accessibile attraverso una botola erano occultate numerose armi (revolver, pistole automatiche alcune delle quali con la canna modificata), circa mille proiettili e numerosi silenziatori. In un locale attiguo all’abitazione era stato invece allestito un vero e proprio laboratorio clandestino, adoperato oltre che per produrre anche per modificare le armi. Al suo interno sono state rinvenute altre pistole con tamburo modificato e numerose armi giocattolo pronte per essere trasformate. Un’altra pistola con la canna modificata è stata rinvenuta all’interno della canna fumaria di un camino della villa e sotto un ripiano la somma di circa mille euro in contanti.

Nelle adiacenze dell’abitazione era stato addirittura allestito un poligono di tiro rudimentale utilizzato per testare le armi, in alcuni casi anche munite di silenziatori per non destare sospetti. L’intero nucleo familiare: padre, madre entrambi 49enni ed il figlio, 26enne, dovranno rispondere del reato di detenzione illegale di armi e munizionamento.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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