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di Angelo Barraco
PALERMO – Colpo di scena nel processo sulla trattativa Stato-Mafia. “Accetto di rispondere alle domande dei pubblici ministeri” Il Boss dei Corleonesi Totò Riina ha fatto sapere tramite il suo avvocato – ad udienza chiusa- che ha intenzione di rispondere alle domande del pm e degli avvocati in merito al processo sulla trattativa Stato-Mafia. Una notizia inaspettata che arriva come un fulmine a ciel sereno e che lascia tutti sorpresi poiché il boss ha sempre negato apertamente ogni suo coinvolgimento in Cosa Nostra e l’esistenza stessa dell’organizzazione, tale sua fermezza è stata ben evidenziata nel corso del maxiprocesso, ma questa sua prima e vera volontà di parlare sta fomentando anche ulteriori attese e curiosit, farà nuove ed eclatanti rivelazioni?
Per il capo dei capi è la prima volta che si sottopone a questo esame sul processo Stato-Mafia che cerca di far luce su presunti accordi tra i sanguinari boss che hanno messo in ginocchio la Sicilia degli anni 80 e 90 e le istituzioni. Un presunto patto avvenuto a seguito della sanguinosa stagione stragista in cui si presume che il boss scrisse una serie di richieste che avrebbe fatto pervenire ai vertici delle istituzioni. La testimonianza di Riina però assume una valenza importante e di spessore a seguito delle importantissime intercettazioni carcerarie in cui il boss, durante l’ora d’aria, parla con il boss della Sacra Corona Unita, Alberto Lorusso, nel carcere di Opera e racconta particolari di quella che è stata l’epoca delle stragi e quelli che furono gli intrecci che si vennero a creare. Rivolge anche minacce al pm Di Matteo nel corso di quelle lunghe conversazioni.
Un processo lungo e articolato che vede imputati: Massimo Ciancimino, Giovanni Brusca, ma anche ex politici di spicco come Marcello Dell’Utri e Nicola Mancino, vi sono inoltre ex ufficiali dei Ros dei Carabinieri. Soltanto Riina ha dato l’ok nel voler proferire parola in aula in merito a queste torbide vicende che ancora oggi attanagliano il nostro paese come una morsa che sembra non volersi allentare. ad udienza terminata il Presidente della Corte chiede se qualcuno degli imputati vuole sottoporsi all’esame del pm. Riina si trovava collegato in aula mediante videoconferenza e dopo aver parlato con il suo legale ha dato il suo consenso. L’accusa farà a Riina domande in merito al tanto discusso papello, al rapporto con le cariche dello Stato, ma anche a quanto ha riferito al suo confidente e compagno di “aria” Lorusso. Cosa avrà da dire dopo tutti questi anni? Ancora non è stata fissata la data dell’udienza che vedrà protagonista il boss, il 10 febbraio però Nicola Mancino, ex ministro dell’Interno accusano di falsa testimonianza, farà dichiarazioni spontanee.
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