PALERMO – I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo hanno eseguito un provvedimento restrittivo emesso dal Tribunale – Ufficio GIP di Palermo su richiesta della Procura distrettuale di Palermo, nei confronti di 2 esponenti mafiosi: Pipitone Vincenzo nato a Torretta il 5 febbraio 1956 e Di Maggio Gaspare nato a Cinisi il 29 marzo 1961 in quanto responsabili dell’omicidio di Orlando Felice, ucciso il 17 novembre del 1999, all’interno della propria macelleria nel quartiere Zen di Palermo.
Alla svolta nelle indagini contribuivano le recenti dichiarazioni del neo collaboratore di giustizia Pipitone Antonino, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Carini, e quelle dell’altro collaboratore Pulizzi Gaspare, che, correlandole ai conseguenti riscontri eseguiti dai militari dell’Arma, consentivano di ricostruire il delitto e determinare i ruoli ricoperti dai destinatari del provvedimento restrittivo.
La decisione era stata adottata dal reggente dell’epoca del mandamento mafioso di Palermo San Lorenzo, Lo Piccolo Salvatore, e dal figlio Sandro, entrambi già condannati, in primo grado, alla pena dell’ergastolo, quali mandanti del grave fatto di sangue, per una duplice motivazione:
– leggendo il contenuto di intercettazioni sviluppate nell’ambito di pregresse attività d’indagini, gli stessi venivano a conoscenza che Orlando Felice aveva utilizzato nei loro confronti espressioni dispregiative;
– la vittima aveva manifestato l’intenzione di assumere un ruolo apicale nelle dinamiche mafiose del quartiere Zen di Palermo, rendendosi protagonista di relative condotte mai autorizzate dai vertici mafiosi di riferimento.
Lo Piccolo Salvatore e Sandro delegavano la commissione dell’omicidio a Pipitone Vincenzo, all’epoca reggente della famiglia mafiosa di Carini, ed a Conigliaro Angelo (poi deceduto), i quali individuavano i materiali esecutori in Pipitone Antonino e Pulizzi Gaspare (attuali collaboratori di giustizia), Di Maggio Gaspare e Gallina Ferdinando, attualmente detenuto negli USA. Nelle fasi preliminari ed organizzative del grave fatto di sangue, gli stessi effettuavano alcuni sopralluoghi mirati all’individuazione della vittima (conosciuta soltanto attraverso alcune fotografie mostrate proprio da Lo Piccolo Salvatore) e dell’esatta ubicazione della sua macelleria all’interno del quartiere Zen di Palermo.
Il giorno dell’omicidio, 17 novembre del 1999, il dispositivo era suddiviso in tre diverse autovetture:
– la prima era guidata da Pulizzi Gaspare;
– la seconda, una Fiat Uno oggetto di un precedente furto, era condotta da Pipitone Antonino mentre Di Maggio Gaspare e Gallina Ferdinando occupavano i sedili dei passeggeri;
– nella terza vi erano Pipitone Vincenzo e Conigliaro Angelo.
Giunti nei pressi della macelleria, Di Maggio Gaspare e Gallina Ferdinando calzavano dei capellini e, dopo aver lasciato il veicolo, entravano all’interno dell’attività commerciale in cui erano presenti Orlando Felice ed un suo assistente (rimasto illeso) che, intuendo quanto stava accadendo, cercavano riparo sotto al bancone.
I killer raggiungevano Orlando Felice esplodendo diversi colpi di arma da fuoco che attingevano la vittima lungo il fianco esposto, provocandone la morte. Dopo l’esecuzione dell’omicidio, Di Maggio Gaspare e Gallina Ferdinando rientravano a bordo della Fiat Uno condotta da Pipitone Antonino e l’intero commando lasciava immediatamente la zona. Dopo pochi chilometri, la Fiat Uno veniva abbandonata ed i relativi occupanti prendevano posto all’interno degli altri due veicoli.