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di Angelo Barraco
Palermo
– Un boss sta collaborando con le forze dell’ordine e le sue dichiarazioni stanno mettendo in luce la situazione di Cosa Nostra in provincia di Palermo.
Il pentito in questione si chiama Salvatore Sollima di 44 anni, originario di Bagheria. Le dichiarazioni che sta facendo da giorni ai Magistrati hanno portato all’operazione “Jafar”, che ha condotto all’arresto di sette persone tra Belmonte Mezzagno e Misilmeri. I Magistrati hanno dichiarato che: “Nel primo interrogatorio oltre a rivelare la propria responsabilità in relazione a una molteplicità di gravi reati per i quali non era neppure indagato, così dimostrando la serietà e la sincerità della propria volontà di collaborazione, ha fornito immediatamente dichiarazioni che permettono di far luce sull'organigramma mafioso di molteplici territori tra cui quello del mandamento di Misilmeri. Peraltro le dichiarazioni di Sollima trovano da subito pieno riscontro nell'attività investigativa del comando provinciale carabinieri di Palermo”. Questi sono alcuni estratti di quanto dichiarato da Salvatore Sollima: “Persone che conoscevo da tempo, mi chiedevano di entrare a fare parte della famiglia mafiosa di Villabate, dopo un periodo di riflessione decidevo di mettermi vicino a La Rosa, un giorno tra Villabate e Ficarazzi, vicino ad un grande supermercato avevano appena avviato un autolavaggio. Io e Giovanni La Rosa ci siamo recati all'autolavaggio, io sono restato in macchina mentre Giovanni chiedeva al titolare dell'autolavaggio se era autorizzato da Cosa nostra. Lui sosteneva che era autorizzato anche se a noi non risultava. Dopo qualche altro giorno il titolare dell'autolavaggio veniva a trovarci e si inginocchiava davanti a Giovanni La Rosa chiedendogli di autorizzarlo ad aprire ma non gli veniva concessa. Poi, nel giugno 2014, La Rosa e Terranova venivano arrestati insieme ad altri mafiosi di Bagheria, tra i quali Atanasio di Ficarazzi”.
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