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Cronaca

Palermo, bimbo di 14 mesi colpito da meningite fulminante muore dopo 12 ore

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PALERMO – Morire a 14 mesi è una tragedia assoluta per la famiglia di Palermo colpita da questo tremendo lutto. Ieri in sole 12 ore il piccolo Robertino (nome di fantasia utilizzato a tutela della privacy del minore e della famiglia), è stato stroncato da una gravissima forma di meningite che non gli ha dato scampo e non ha avuto pietà per il piccolo che è spirato all’ospedale dei bambini Giovanni Di Crisitina.

I genitori ai primi sintomi della malattia hanno cercato disperatamente di salvarlo con un ricovero immediato ma il batterio maledetto aveva oramai intaccato tutti gli organi

Martedi sera il piccolo Robertino mostrava segni di malessere e una febbre alta palesava un cattivo presagio tanto che i genitori in poco tempo si sono resi conto che non si trattava di una classica influenza e di corsa si sono diretti all’ospedale Buccheri La Ferla per i primi soccorsi. I medici si sono resi conto immediatamente della gravità della situazione e hanno disposto urgentemente un trasferimento immediato in rianimazione pediatrica nell’ospedale Giovanni Di Cristina di Palermo predisposto per questo tipo di intervento, ma i sintomi di meningite e sepsi meningococcica non hanno impiegato molte ore per portarsi via la vita del povero piccolo.

Senza poter fare nulla i medici hanno solo potuto constatare il decesso lasciando la famiglia e i parenti sbigottiti e disperati per la tragedia del tutto inattesa

Il corpicino del piccolo Robertino dalla camera mortuaria dell’ospedale di Palermo è stato portato in casa della famiglia nel quartiere palermitano di Brancaccio dove è residente per un ultimo saluto dei parenti e amici che sono accorsi sbigottiti e addolorati. La sorellina di soli tre anni è stata ricoverata per una faringite; una semplice precauzione, a detta dei dottori, che non è direttamente connessa alla meningite del povero fratellino. Non ci dovrebbe essere nessun ulteriore pericolo ma la piccola resta comunque ricoverata per le cure e per la sua sicurezza.

A voler spiegare come avvengono questi casi cosi fatali basta comprendere che ad oggi le meningiti non sono malattie debellate e purtroppo sono tante perché gli agenti che le provocano sono diversi. In questo momento, i casi che si sono registrati sono dovuti al meningococco, una delle tante forme. Dunque non c’è una maggiore concentrazione di decessi.

La meningite è una malattia sempre presente che ogni anno fa registrare un certo numero di pazienti che la contraggono e ha un tasso di mortalità tra il 5 e il 10%

Ma un aumento, a livello nazionale, tra l’1 e il 2% non è tale da fare statistica. Il consiglio è sempre quello di vaccinare: il vaccino copre un certo numero di meningiti, non è obbligatorio, ma nella maggior parte delle regioni italiane, è gratuito e offerto soprattutto ai bambini. Ad oggi, però, nonostante la gratuità del vaccino, la copertura è molto bassa.

La responsabilità è la cattiva informazione fatta da alcuni sui vaccini e le vaccinazioni in senso più ampio e non legata solo alla meningite”

Il piccolo Robertino era stato comunque vaccinato perchè spesso raffreddato. Il virus colpisce prevalentemente la fascia d’età compresa dai 20 ai 30 circa, di meno la fascia da 0 a 29 anni e si registrano pochissimi casi di pazienti affetti con età maggiore di 40 anni. La diffusione della malattia si trasmette via aerea e i batteri più pericolosi sono il meningococco scoperto nel 1887, il pneumococco e l’emofilo. Naso e gola sono le vie respiratorie dove risiedono questi potenti e pericolosi batteri che infiammano meningi e le membrane che rivestono cervello nonchè il midollo spinale. Questi batteri però sono sensibili alle temperature basse e all’essiccamento cosi all’esterno sopravvivono pochissimo, ragione per cui il contagio è limitato da persona a persona tramite secrezione respiratoria. Vi sono anche altre forme di contagio provocate da infezioni virali derivati da infezioni virali o fungine da farmaci. Purtroppo un decorso accellerato può portare al decesso anche in poche ore ma per fortuna nella maggior parte dei casi si riesce a debellare anche in 10 giorni circa.

Conviene sempre e comunque ricorrere ai vaccini presso le strutture ASL distribuite nel territorio che al momento stanno registrano un “boom” di richieste di vaccinazioni da parte di coloro che hanno assunto una posizione scettica sull’importanza, specie per i più piccoli, dell’uso del vaccino come prevenzioni di prassi. Occorre comunque fare attenzione ai sintomi che vanno dalla febbre molto alta, rigidità nucale, convulsioni, stati mentali confusionali e forte mal di testa.
Paolino Canzoneri

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