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di Paolino Canzoneri
PALERMO – Appare già rovente lo scontro tra i contendenti alla poltrona di primo cittadino per le prossime elezioni comunali del prossimo giugno. In campo Leoluca Orlando cerca una riconferma al suo precedente mandato che appare un percorso impervio e complesso e sopratutto ostacolato da Fabrizio Ferrandelli, leader della corrente "I Coraggiosi" che nelle ultime ore ha sferrato un attacco diretto ad Orlando per il ruolo politico di Totò Cuffaro che dopo aver scontato la sua pena detentoria riemerge nella politica siciliana schierandosi apertamente dalla parte di Ferrandelli; le sue parole non lasciano dubbi: "Sì, lavoro per Ferrandelli. Nel senso che fornisco le mie riflessioni: gli ho parlato sulla questione del simbolo di Forza Italia. Non si può chiedere a un partito di rinunciare alla propria identità. Lui ha capito: è un ragazzo intelligente, la sua candidatura mi emoziona perché Fabrizio possiede un'empatia che è la stessa che avevo io 20 anni fa".
Leoluca Orlando non ci sta, e remore del fatto che Cuffaro è stato condannato, ha sollevato una questione morale: "Quella di centrodestra è una coalizione a guida di un condannato per mafia. Non posso tacere di fronte a un tentativo di tornare a un passato che ci ha fatto vergognare di essere palermitani e siciliani. Che Cuffaro cerchi di avere un ruolo politico ci sta, ognuno nella vita può fare quel che vuole, mi sembra singolare che tutti gli altri lo accettino, a cominciare dai candidati al Consiglio comunale e al candidato al ruolo di primo cittadino".
In un video postato sui social Ferrandelli non ha fatto attendere la sua risposta innescando prontamente uno scontro che sembra destinato ad inasprirsi ulteriormente: "Rimango sconcertato ma non sorpreso, perché riconosco la sua solita retorica e il suo stile. I palermitani però sono stanchi di questa antimafia di facciata e della tendenza a squalificare l’avversario buttando fango e ombre. Io non ho scheletri nell’armadio e, rispetto a chi ha 30 anni di amministrazione alle spalle, si può dire che non ho neanche un armadio". Rovente polemica e duro attacco anche da Ferrandelli che nel video dice di essere un uomo libero e respinge ogni ipotesi, seppur ipotetica e illusoria, di covare interessi personali e tantomeno sentirsi condizionato dai consigli di Cuffaro e nel video sottolinea: "Quando mi sono dimesso dall'Ars e ho cominciato il mio percorso per la città ancora Salvatore Cuffaro era a Rebibbia a scontare la sua pena, ero condizionabile anche allora? Io ho costruito un programma partecipato, al quale hanno partecipato in tanti e non li nascondo come fai tu in liste senza appartenenza, io dico in maniera chiara chi è con me, perché io non ho la doppia morale di stabilire chi è buono e chi è cattivo." Ferrandelli non si limita alla collaborazione di Cuffaro ma inizia una pressante sfilza di interrogativi diretti e senza peli sulla lingua: "Quante volte hai provato anche tu a tirarmi la giacchetta e gestirmi, ma tu sai che io non sono gestibile e quante volte ti mandato a fare in culo.? Il mio unico interesse sono i palermitani, mi sono dimesso due anni fa voltando le spalle proprio a quell'antimafia parolaia che adesso sta insieme a te. Dov’eri quando io denunciavo tre anni fa le collusioni all’interno dall’aeroporto 'Falcone-Borsellino', quando convocavo continue commissioni trasporti e antimafia per fare chiarezza? Non eri forse impegnato a rinnovare con un anno di anticipo il contratto allo stesso dirigente che, oggi, è affidato alle patrie galere?". Sembra siano iniziate le strategie dei candidati che mirano all'annientamento politico degli avversari. Questo sembra solo un primo passo.
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