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Cronaca

PALERMO, CONCETTA CONIGLIARO: E' SUO IL CORPO TROVATO IL QUEL BIDONE

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Tempo di lettura 2 minutiGli esperti hanno analizzato i resti umani rinvenuti in un grosso bidone e sono riusciti ad isolarne una traccia di DNA che risulta compatibile con quello di Concetta

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di Angelo Barraco

Palermo – Concetta Conigliaro era scomparsa un anno fa da San Giuseppe Jato in provincia di Palermo. Gli esperti hanno analizzato i resti umani rinvenuti in un grosso bidone e sono riusciti ad isolarne una traccia di DNA che risulta compatibile con quello di Concetta. Ricordiamo che per l’omicidio di Concetta è finito in manette il marito, Salvatore Maniscalco. Misure cautelari sono scattate anche per Antonino Caltagirone e al padre Vincenzo che avrebbero partecipato con la distruzione del cadavere. Il marito, durante i vari interrogatori si è contraddetto più volte. Durante il suo ultimo interrogatorio ha detto che Concetta sarebbe morta cadendo accidentalmente al termine di uno dei tanti litigi che aveva la loro coppia, coppia che definisce lui “ormai naufragata” e in seguito alla caduta che avrebbe provocato la morte, si sarebbe disfatto del corpo.

Ecco un frammento di confessione dell’uomo al Giudice:
Giudice: “L’ha bruciata?
Lui: “Si”
Giudice: “E la benzina?”
Lui: “ L’ho comprata prima, io lavoro in campagna e mi serviva per lavorare… davanti a Dio nessuno mi ha aiutato”
Giudice: “Ha utilizzato un bidone?”
Lui: “Si”
Giudice: “E le ha dato fuoco?”
Lui: “Sì, me sono andato, perché avevo la coscienza sporca”
Giudice: “Com’era vestita?”
Lui: “Jeans, giubbotto rosso”
Giudice: “E le ha tolto il giubbotto prima di bruciarla?”
Lui: “No”

E’ stato lo stesso Salvatore Maniscalco, marito della vittima, a condurre i Carabinieri sul luogo del ritrovamento che si trova in Contrada Giambascio, lungo la strada che da San Cipirello conduce a Partitico. In quel luogo si trova il magazzino della famiglia Caltagirone. Nelle ore in cui scompare la ragazza viene riscontrata un’intensa attività telefonica tra il Caltagirone e il Maniscalco, attività telefonica tanto intensa quanto strana, il giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa dichiarerà a tal proposito: “stranamente numerosi rispetto alle abitudini degli interlocutori e possono ragionevolmente trovare una spiegazione nella richiesta di aiuto, e nella concreta organizzazione dello stesso, da parte del Maniscalco e rivolta ai Conigliaro per l'attività di distruzione e occultamento del cadavere”. Anche le intercettazioni danno il loro esito positivo poiché hanno fatto evincere come gli imputati si mettessero d’accordo, su cosa dover dichiarare.