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di Paolino Canzoneri
PALERMO – Sguardo fisso nell'obiettivo della telecamera, occhi umidi che trapelano gioia e commozione e una frase forse attesa da chissà quanto tempo ma che sà di storico: "Palermo da città della mafia oggi possiamo dire città della cultura". Ed è proprio cosi. Le parole pronunciate dal primo cittadino del capoluogo siciliano in una intervista televisiva segnano una svolta nel modo stesso di interpretare e valorizzare una città, la sua storia e la sua cultura sganciandosi finalmente da un retaggio e una "nomea" troppo a lungo frustrante e denigratoria per un passato legato a vicende sanguinarie legate alla criminalità organizzata che ha lacerato e che ancor'oggi mostra segni tangibili di quanto sia difficile debellare "l'arcano virus" ma che in netta contrapposizione ci ha fatto comprendere invece che sono esistiti ed esistono e sono uomini e donne di grandissimo spessore e professionalità caduti nel loro dovere e nella loro lotta per la giustizia che hanno contribuito ad arricchire il nostro dna di valori ed umanità tanto da poter fare "vera scuola" per tutta l'Italia. Il 2018 vedrà Palermo riconosciuta come città della cultura e la pone vittoriosa e gaudente sulle altre località altrettanto importanti e preziose quali Alghero, Recanati, Ercolano, Aquileia, Comacchio, Trento, Settimo Torinese, Montebelluna e l'Unione comuni elimo-ericini nello specifico Buseto Palizzolo, Custonaci, Erice, Paceco, San Vito Lo Capo e Valderice. La giuria presieduta da professor Stefano Baia Curoni ha scelto per Palermo e lo ha comunciato al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che ne ha ufficializzato l'esito con parole altrettanto orgogliose: "La candidatura è sostenuta da un progetto credibile, di altissimo livello supportato da tutti i partner istituzionali. Abbiamo visto che questa competizione virtuosa genera un meccanismo di partecipazione condivisa. Essere nella short list è un po' come ricevere una nomination all'Oscar: consente di lavorare molto anche in termini di progettazione e promozione nel 2018 verrà designata la capitale italiana del 2020 che avrà quindi due anni a disposizione per realizzare al meglio il progetto". Palermo ha preso una strada dritta e decisa verso un percorso teso ad acquisire rispetto e considerazione grazie anche ad importanti risultati ottenuti nel 2016 come il riconoscimento del percorso Arabo-Normanno da parte dell'Unesco che certamente non è poca cosa e che, senza ombra di dubbio, visto la perfetta organizzazione dell'evento; ha sicuramente posto le basi per un ulteriore considerazione della città in ambito culturale e storico. Il sindaco Leoluca Orlando ha apostrofato: "Una grande emozione, abbiamo vinto tutti perchè siamo stati capaci di narrare le bellezze dei nostri territori. La cifra culturale più significativa che rivendichiamo è la cultura dell'accoglienza. Rivendichiamo il diritto di ogni essere umano di essere e restare diverso ed essere e restare uguale perchè chi risiede a Palermo diventa palermitano. Il migrante che arriva a Palermo è un ex migrante. La nostra proposta al mondo è ben precisa: considerare la mobilità umana un diritto inviolabile. Noi siamo per abolire il permesso di soggiorno, che è una nuova schiavitù». Sono trascorsi tre anni e mezzo dalla bocciatura di Palermo dalle selezioni per diventare capitale europea, e la città e l'amministrazione non ha chinato il volto e non ha assunto un comportamento desistente ma proprio il contrario: "Palermo è la città dell'accoglienza in tempi duri come questi". A coadiuvare questo importantissimo riconoscimento, il sindaco e l'assessore alla Cultura Andrea Cusumano si stanno spendendo di grande lena per puntare alla biennale di arte contemporanea, una fra le più importanti a livello planetario, che si svolgerà nel 2018 dal nome Manifesta 12 che prenderà spunto come prosieguo del percorso Arabo-Normanno riconosciuto dall'Unesco per Palermo, Monreale e Cefalù. Parole di soddisfazione e di "buon auspicio" si sono levate anche dal candidato del Movimento Cinque Stelle Ugo Forello in corsa alle amministrative 2017 a sindaco di Palermo: "Palermo Capitale italiana della cultura 2018 è una bella notizia per tutti i palermitani. Il M5S è pronto a raccogliere questa sfida e amministrare una città che possa davvero tornare a ricoprire il ruolo che merita, di capitale della cultura non solo in Italia, ma anche e soprattutto in tutto il Mediterraneo". Non è stato certamente facile ottenere questi riconoscimenti e oltre al titolo la città potrà beneficiare di un milione di euro e l'esclusione dal patto di stabilità delle spese per gli investimenti necessari per realizzare i suoi progetti. Il totale degli investimenti previsti sarà di è 6,5 milioni di euro. Non potevano certamente mancare i messaggi di soddisfazione delle alte cariche dello Stato di origine palermitana, a poche ore dall'ufficializzazione il presidente del Senato della Repubblica Pietro Grasso ha rilasciato un suo messaggio sui social: "Complimenti alla mia Palermo, Capitale Cultura 2018. Ripartiamo dalla bellezza della nostra storia, dei paesaggi, della nostra terra". Mentre Angelino Alfano sempre sui social ha scritto: "Palermo Capitale cultura 2018 la conferma di come un passato ricco di storia e cultura sia la chiave per un futuro vincente".
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