PALERMO, CASA DEGLI ORRORI: VIOLENZE SESSUALI DI GRUPPO A TRE FRATELLINI

Si aprono le porte del carcere per la donna proprietaria della casa, la trentenne ora dovrà espiare una pena di 7 anni e 24 giorni. Nel 2008 tra i “carnefici” dei bambini arrestati vi era anche la madre delle tre vittime 

 

di Cinzia Marchegiani

Palermo – Una casa nel palermitano, quella del focolare, nella zona popolare di Ballarò, è stata il teatro di violenze sessuali su tre bambini e abusi inenarrabili. Ieri, dopo anni 7 anni dalla scoperta macabra, frutto di un’indagine delicata avviata allora dalla Polizia di Stato, il dolore e il danno perpetrato a tre fratellini vittime degli orchi e della stessa madre, apre le porte del carcere anche per la donna proprietaria della casa delle sevizie.

Il fatto e la scoperta agghiacciante. Nel lontano aprile del 2008, la Squadra Mobile accertò la realizzazione di violenze sessuali di gruppo, compiute in pregiudizio di tre fratellini nella casa abitata dalla donna palermitana che ieri, 8 ottobre 2015, è stata arrestata. In quella casa, abitava anche il compagno della donna ed era frequentata anche da altri familiari, alcuni dei quali autori degli abusi. Tra gli arrestati di sette anni fa, oltre ad un ragazzo all'epoca diciassettenne, anche la madre dei tre bimbi, i piccoli, allora, avevano tutti e tre meno di dieci anni.

La scoperta delle violenze e orrore sui bambini. Gli orrori scoperti suscitarono raccapriccio e sgomento per il fatto che le vittime fossero legate ai componenti del gruppo da vincoli, non soltanto di conoscenza ma anche di stretta parentela: infatti, tra i “carnefici” dell’agghiacciante storia, anche la madre delle tre vittime.

Le indagini e i racconti dei bambini. Le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile indirizzarono il loro discreto sguardo sull’abitazione teatro della violenza, a seguito delle atroci rivelazioni, fatte, all’epoca, da una delle vittime che, ospite di una casa famiglia, trovò il coraggio di rivelare agli assistenti della stessa struttura ed ai responsabili del Servizio di Neuropsichiatria Infantile le verità fino ad allora sottaciute.

Il focolare, consumati giochi erotici. Dai racconti delle vittime, riscontrati dagli investigatori, risultò che la casa della coppia di coniugi fosse stata, nel corso del tempo, luogo di abituale frequentazione per i piccoli e la madre e, soprattutto, teatro di giochi erotici spinti cui, nel migliore dei casi, i fratellini sarebbero stati costretti ad assistere.

I figli costretti a partecipare giochi sessuali di gruppo e abusi. Strumento di coinvolgimento per i minori ai “giochi sessuali di gruppo” sarebbe stato, tra l’altro, il gioco “obbligo o verità”, realizzato con la classica bottiglia che, a conclusione del suo giro, avrebbe stabilito il destinatario dell’abuso perpetrato dalla coppia di coniugi ed addirittura, in alcuni casi, anche dalla madre delle vittime.

Abusi, video porno, e droga. La storia diventa sempre più densa di particolari inquietanti. Gli indagati, all’interno dell’abitazione, non si sarebbero limitati ai giochi sessuali ma avrebbero anche fumato liberamente e fatto fumare marijuana alle vittime ed avrebbero visionato film pornografici, sempre in presenza dei minori.

Conferma degli abusi. Le dichiarazioni delle vittime sono state vagliate da operatori e psicologi infantili che in conclusione ne attestarono l’attendibilità.

Arresto della donna. Ieri 8 ottobre 2015 finalmente la Polizia di Stato ha tratto in arresto la donna, palermitana 30enne, in esecuzione di un Ordine di Carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Palermo-Ufficio Esecuzioni Penali. La donna dovrà espiare una pena di 7 anni e 24 giorni, essendo stata riconosciuta colpevole di svariati reati, quasi tutti a sfondo sessuale: violenza sessuale di gruppo, violenza sessuale aggravata, atti sessuali su minorenne e maltrattamenti in famiglia, in concorso e continuati.

Il provvedimento è stato eseguito da personale della Squadra Mobile palermitana, appartenente alla sezione “Contrasto al Crimine Diffuso” ed ha messo la parola fine ad una squallida vicenda di abusi scoperchiata, anni fa, dalle delicate indagini condotte, sempre dalla Squadra Mobile del capoluogo, ma della sezione “reati sessuali ed in danno di minori”.
Termina dopo 7 lunghi anni, un parziale epilogo a quei terribili abusi, con la definitiva condanna della donna e madre dei bambini seviziati.