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PADRE DI RENZI, BANCAROTTA: IL PM CHIEDE L'ARCHIVIAZIONE

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Tempo di lettura 3 minutiMentre è stato inviato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari ad altri due ex amministratori della società di distribuzione editoriale Chil Post, di cui Renzi senior era titolare

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Redazione

Tutto finito in una nuvola che si potrebbe dissolvere se il giudice deciderà di ascoltare il Pubblico Ministero e quindi porre la parola fine al caso di Renzi senior, ovvero papà Tiziano. Proprio così, la procura di Genova (pm Marco Airoldi) ha chiesto l'archiviazione del fascicolo per bancarotta fraudolenta aperto a carico di Tiziano Renzi, padre del premier Matteo Renzi, mentre ha inviato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari ad altri due ex amministratori della societa' di distribuzione editoriale Chil Post, di cui Renzi senior era titolare. I due indagati per cui e' stata chiusa l'indagine e vanno verso la richiesta di giudizio sono Antonello Gabelli e Mariano Massone, amministratori di diritto e di fatto della Chil Post al momento del fallimento. Tiziano Renzi era accusato di una bancarotta fraudolenta per 1,3 milioni di euro a seguito del fallimento della Chil Post. Il curatore fallimentare aveva ravvisato dei passaggi sospetti nella cessione di rami d'azienda "sani" alla Eventi Sei, societa' intestata alla moglie dello stesso Tiziano. In sintesi, le sezioni sane della societa' sarebbero state cedute per poche migliaia di euro, dunque ad un valore sottostimato, alla moglie immediatamente prima di dichiarare il fallimento. La procura genovese ha ritenuto che Tiziano Renzi non abbia avuto responsabilita' nel fallimento della Chil Post, che avrebbe ceduto in piena salute. La procura di Genova ha 'scagionato' Tiziano Renzi dall'accusa di bancarotta fraudolenta in quanto lui avrebbe ceduto la societa' di distribuzione editoriale Chil Post nel 2010, tre anni prima del suo dichiarato fallimento da parte degli acquirenti. Non avrebbe avuto alcun ruolo attivo nella bancarotta e la cessione dei rami di azienda "sani" per appena tremila euro alla Eventi Sei, societa' intestata alla moglie, non sarebbero stata una "spoliazione" di capitali della Chil Post preordinata al successivo fallimento. Tutte le responsabilita' relative alla bancarotta fraudolenta della Chil Post sono state per ora imputate dalla procura genovese a Antonello Gabelli, 53 anni, di Alessandria e Mariano Massone, 44 anni, genovese residente ad Alessandria, rispettivamente amministratori di diritto e di fatto della Chil Post, di cui sono diventati titolari il 14 ottobre del 2010, mandandola fallita il 7 febbraio del 2013 con sentenza del tribunale di Genova. Secondo la procura i due "distraevano – scrive il pm marco Airoldi nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari a loro carico – parte del patrimonio della societa' facendo assumere a Chil Post srl debiti di terzi senza alcuna contropartita, effettuando pagamenti non giustificati, dirottando a terzi somme ricevute in pagamento di prestazioni rese e non contabilizzando pagamenti ricevuti". Nello specifico, ai due la procura contesta di avere avere stipulato, l'8 febbraio del 2011, "due separate scritture – scrive la procura – con le quali la Chil Post si accollava, senza giustificazione e senza alcun corrispettivo, i debiti che Mail Service srl aveva nei confronti di Asti Asfalti srl (142.322,59 euro) e che Romagnoli srl aveva nei confronti di MI.RO srl (159.923,43 euro), debiti liberatori per gli originari debitori Mail Service srl e Romagnoli srl, che non venivano pagati da Chil Post e ne determinavano il fallimento". Ancora, la procura contesta a Massone e Gabelli di avere stipulato il 5 luglio 2011 "una ulteriore scrittura di accollo – si legge nell'acip – con la quale Chil Post assumeva su di se' – senza giustificazione e senza corrispettivo – il debito (1.028.762,86 euro) che Directa srl aveva nei confronti di DU.MA Recapiti Srl e che quest'ultima aveva a sua volta ceduto a Mail Service Srl". Le successive contestazioni ai due amministratori riguardano operazioni del 2 novembre 2010 (versamenti a Directa srl di 255.372,54 euro per caparra affitto negozio), del luglio del 2011, con l'intestazione di una parte degli assegni ricevuti da Directa srl per 71.000 euro a Francesco Gambino, Gighen Alessandria, nessuno dei due creditori di Chil Post srl, del marzo 2011 con la mancata contabilizzazione di 34.442,80 euro pagati dal comune di Spoltore e da Chil Promozioni. Infine ai due viene contestato di non avere tenuto aggiornati i libri sociali della Chil Post, con riferimento particolare al libro delle decisioni dei soci. La decisione sull'archiviazione della posizione di Tiziano Renzi spetta ora al gip di Genova Roberta Bossi.

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