Pacchetto pensioni di 1,5 miliardi, inferiore rispetto a quanto precedentemente pronosticato

di Angelo Barraco

Roma – L’argomento pensioni rappresenta un tasto dolente per la maggior parte degli italiani poiché le manovre della politica interna hanno modificato ulteriormente quelli che erano gli assetti sociali, aumentando notevolmente l’età pensionabile e consequenzialmente hanno portato ad una forte riduzione della forza lavoro giovanile che si è dovuta rimboccare le maniche e optare oltre manica per cercare fortuna o peggio ancora riducendo molti cittadini che hanno lavorato per anni a vivere in situazioni di sopravvivenza ai limiti dell’inverosimile. La politica da salotto opta però per le grandi promesse urlate nei palinsesti televisivi come fanno le fioraie al mercato la domenica mattina e nessuno di loro vuole risparmiarsi l’esclusiva nell’enunciare grandi novità. Ultimamente si parla tanto di pacchetto pensioni, di interventi e di manovre e il Premier Matteo Renzi ha detto ai microfoni di Rtl 102.5: “le misure ci saranno e non dipendono dalla trattativa con Bruxelles. Ovviamente non saranno multimilionarie, ci saranno con la logica dei piccoli passi: in pensione si può andar prima accettando una piccola penalizzazione dello stipendio, le minime avranno una sorta di quattordicesima, riusciremo a dare qualche soldo in più”.
 
E’ previsto un pacchetto pensioni di 1,5 miliardi: governo e sindacati devono fare i conti con i fondi a disposizione che potrebbero essere inferiori ai 2 miliardi inizialmente prospettati e si potrebbe arrivare ad 1,5 miliardi quindi. Sarà un incontro decisivo quello per definire il pacchetto di un confronto avviato nel mese di maggio sul tema lavoro e pensionistico. Tante le novità prospettate tra cui l’Anticipo pensionistico fino ad un massimo di tre anni e sette mesi dal 2017 per gli over 63, vi sono i bonus per coloro che hanno iniziato l’attività lavorativa prima dei 18 anni, denominati “precoci”, vi sono anche i “super precoci” ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 16 anni. Vi è poi l’aumento delle quattordicesime che è esteso per tutti coloro che hanno un reddito complessivo fino a 1.000 euro. L’appuntamento programmato tra il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil è già slittato un paio di volte. I sindacati hanno messo sul tavolo, sin dall’inizio, la richiesta di interrompere la flessibilità in uscita, apportando modifiche alla famosa e tanto discussa legge Fornero sulle pensioni.
 
L’Ape ha costi diversi in base alle scelte: costo più alto se volontaria, invece pari a zero se coloro che ne usufruiscono non hanno più ammortizzatori sociali o sono disoccupati. Nel caso di Ape volontaria la rata per il prestito per un periodo di tre anni e sette mesi potrebbe avere un costo al 25% dell’importo della pensione per 20 anni. E’ previsto uno sconto di un anno per i precoci che hanno iniziato a lavorare prima dei 16 anni. Ricapitolando: Chi raggiunge i 63 anni e quindi a 3 anni e sette mesi esatti dall’età esatta per la pensione potrà anticipare i tempi pensionistici. Il costo di tutto ciò potrebbe essere una rata del 25% dell’importo pensionistico per 20 anni; le fasce più disagiate possono uscire a costi molto ridotti ovvero tutti coloro che hanno perso il lavoro a pochi anni dalla pensione, quelli che assistono disabili ecc. Inoltre il Governo punta all’estensione della quattordicesima. Dovrebbe interessare tutti coloro che percepiscono un reddito complessivo di circa 750 euro al mese. L’incremento dovrebbe essere di 1,1 milioni. Dovrebbero essere stanziati 250milioni di eruo per l’equiparazione della no tax area dei pensionati con i lavoratori dipendenti a 8.000 euro, eliminando la differenza tra under e over 75. Come detto poc’anzi, vantaggi anche per i precoci, ovvero tutti coloro che intraprendono l’attività lavorativa a 18 anni o prima del conseguimento della maggiore età. Renzi ha precisato “logica dei piccoli passi, del giorno dopo giorno, queste misure, onde evitare facili entusiasmi, non saranno certo le misure super iper miliardarie che chiedono, giustamente, i rappresentanti delle varie associazioni e dei sindacati” ha puntualizzato che “se uno vuole andare in pensione qualche anno prima rispetto alle nuove regole della Fornero potrà farlo, accettando una piccola penalizzazione dello stipendio, non potrà farlo gratis. Non è che viene rivoluzionato il quadro della Fornero, ma si permetterà qualche piccolo scivolo, qualche possibile anticipo”. Ha inoltre precisato che “
Le minime: oggi hanno una sorta di quattordicesima, riusciremo a dare qualche soldo in più a chi prende la minima, o comunque sta sotto, perché poi la minima intorno ai 750-800, qualcuno vorrebbe andare a 1000 euro di pensione, riusciremo a dare qualche soldo in più, perché è giusto. Perché abbiamo dato gli 80 euro alle forze dell'ordine, gli 80 euro per chi prende meno di 1500 euro, abbiamo fatto interventi per il lavoro e per il mondo agricolo, è giusto anche dare una mano ai pensionati, piccola, per carità di Dio, senza spendere e spandere tutti i soldi che vorremmo. Queste misure ci saranno” e ha sottolineato che “la misura più importante è quella per la competitività, il cosiddetto iperammortamento, l'aumento dei soldi del Fondo di garanzia così che se la banche non prestano i soldi alle piccole e medie imprese lo Stato metta la garanzia. Noi metteremo 900 milioni di euro in più su questa iniziativa, soldi che poi le banche, mettendoci la nostra garanzia, possono prestare anche alle piccole e medie imprese che altrimenti non rientrerebbero nei parametri” precisando che oggi “per avere i soldi dalle banche per le nuove regole europee devi portare tutta una serie di certificazioni che alla fine diventa vera quella battuta di Mark Twain sulle banche che sono quelle istituzioni che ti danno l'ombrello quando c'è il sole e te lo chiedono indietro quando piove. Cioè che ti danno i soldi quando ormai non servono più. Non è colpa delle banche italiane, è colpa del sistema di regole europee” ha concluso inoltre dicendo che “Una delle cose che abbiamo già annunciato e per la quale stiamo trovando i soldi con Calenda e Padoan è esattamente questa, quello di dare i denari al Fondo di garanzia per aiutare le banche a finanziare le piccole e medie imprese anche se non hanno tutte le regole del gioco come previste dalle varie normative europee”. Ma nel corso di una conferenza stampa il premier ha puntualizzato che “l'Italia chiederà un indebitamento ulteriore di 0,4 punti percentuali per il sisma e per la gestione dell'immigrazione. Non c'è flessibilità in questa Nota di aggiornamento al Def perché con una decisione che non ci convince si è deciso che vale una sola volta e noi l'abbiamo utilizzata lo scorso anno. Per me è un errore, c'è uno 0,4% massimo di circostanze eccezionali che è altra cosa rispetto alla flessibilità e riguarda elementi che nessuno può contestare che sono sisma e immigrazione”. Il premier ha sottolineato che le tasse non aumenteranno e vi saranno misure sulla competitività e verranno stanziati soldi sulla sanità. Quindi per il premier va tutto bene e mentre l’Italia va al tracollo, la sanità e l’istruzione allo sbando lui, come ponzio pilato, si lava le mani e guarda avanti un popolo silente.