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Roma

OSTIA, STABILIMENTI BALNEARI: IL MARE NEGATO LA VIDEO INCHIESTA DEI RADICALI

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Tempo di lettura 2 minutiCon l'articolo la video inchiesta sugli stabilimenti balneari ad Ostia

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"Togliamo le concessioni a chi viola le regole. Davanti alla prepotenza dei concessionari anche Sindaco, magistratura e forze dell'ordine sono inerti. Non sia più scandalo definirla la Corleone del litorale"

 

 

di Riccardo Magi, Consigliere Radicale al Comune di Roma, e di Paolo Izzo, segretario dell'associazione Radicali Roma 

Ostia (RM) – A Ostia il mare c'è, ma non si vede. E' confinato dietro una barriera di costruzioni illegittime, recinzioni non autorizzate e cancelli murati dal giorno alla notte, che per 9 chilometri impedisce ai residenti e ai visitatori di accedere liberamente alla spiaggia.

La battaglia dei Radicali contro il cosiddetto “lungomuro” del litorale di Roma va avanti da anni, ma anche semplici interventi promessi dal Sindaco Ignazio Marino e dal X Municipio sembrano impossibili contro la prepotenza dei gestori delle concessioni assegnate dallo stesso Comune.

Il nostro video sul "lungomuro" pubblicato oggi da Repubblica.it smentisce le affermazioni delle associazioni di categoria dei concessionari balneari che nelle scorse settimane hanno affermato a più riprese che il libero e gratuito accesso è garantito ai cittadini da tutti i concessionari. Di fronte a questa illegalità persistente chiediamo siano ritirate le concessioni a chi non rispetta le norme e usa il demanio pubblico come proprietà privata e con prepotenza nei confronti di romani e turisti.

I gravi problemi di criminalità a Ostia, già noti ma riemersi in queste settimane, si risolvono riqualificando il litorale ma non ci potrà essere riqualificazione efficace che non parta dalla legalità e dal ristabilire per i cittadini il diritto di fruire del mare di Roma.

Le concessioni balneari inoltre sono diventate pretese acquisite, senza vera concorrenza come impongono le direttive europee. Per questo motivo oltre all'esposto alla Procura di Roma per garantire il libero accesso e la riapertura di varchi pubblici abbiamo già depositato due denuncia alla Commissione europea per violazione della direttiva Bolkestein.