Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
Angelo Parca
Sabato di panico per i bagnanti di Ostia quando un ''pacco bomba'' e' stato trovato sulla spiaggia vicino alle cabine dello stabilimento balneare 'El Capanno'' sul lungomare delle Baleniere. A rinvenire il presunto ordigno e' stato un bagnino che ha subito avvertito le forze dell’ordine. La polizia ha accertato che non sarebbe potuto esplodere. Dentro e' stato trovato un telefono cellulare senza batteria e scheda, quindi privo di una reale possibilita' di innesco, dei bulloni e un minimo quantitativo di polvere esplosiva. "Ad Ostia, e non solo ad Ostia, gli stabilimenti balneari sono sottoposti alle attenzioni e alle infiltrazioni delle organizzazioni criminali che hanno fiutato un grosso affare ed hanno la liquidità per impossessarsi delle spiagge. Avere in gestione una spiaggia non solo consente di fare alti profitti con canoni irrisori. Ricordiamo che il canone di uno stabilimento balneare di 8000 metri che rende milioni di euro costa 1,20 euro a metro quadro. Circa 10mila euro annui: ossia 800 euro al mese. Ma anche fare il riciclaggio dei proventi delle attività criminali". Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Già nel 2005 nello stabilimento dove oggi è stato trovato l'ordigno il ristorante è stato distrutto da un incendio. Nel luglio del 2007 fu necessario un sit-in di fronte la spiaggia gestita dalla cooperativa Social Beach per attirare l'attenzione sul fenomeno criminale legato alla gestione della spiaggia: quella spiaggia era stata strappata alla criminalità organizzata. Chi l'aveva in gestione fu oggetto di violenze e intimidazioni con la scarcerazione di presunti affiliati alla Banda della Magliana: in sintesi la malavita rivoleva indietro ciò che riteneva suo. Sempre ad Ostia la Procura di Roma dopo alcune operazioni fra cui quella Anco Marzio sottopose a sequestro uno stabilimento, il Village, finito nelle mani di una persona arrestata e definita dai Carabinieri come terminale di interessi criminali". "L'elenco degli attentati in stile racket agli stabilimenti balneari è impressionante – racconta il leader ecologista -. 1 gennaio 2007 incendio allo stabilimento MED; 18 Luglio 2007 incendio allo Stabilimento Happy Surf; 18 marzo 2009 incendio allo stabilimento Buco Beach; 22 novembre 2009 incendio al chiosco dello stabilimento Punto Ovest; 19 luglio 2010 cento (100) ombrelloni e sdraio andati a fuoco sempre nello stabilimento Punto Ovest; 14 maggio 2010 incendiata la veranda del Caffè Salerno; 3 gennaio 2011 incendiati 3 canotti dello stabilimento Anima e Core;11 aprile 2011 incendio allo stabilimento Chiosco Bianco". "Non spetta a noi dare suggerimenti alla magistratura e alle forze dell'ordine che stanno svolgendo un grande lavoro ma è necessaria la massima attenzione nei confronti di un fenomeno che si sta dimostrando davvero preoccupante – conclude Bonelli -. Ad Ostia l'85% delle spiagge è privatizzato e si continua privatizzare anche il residuo di spiaggia libera: L'ultimo caso? La spiaggia adiacente alla tenuta del Presidente della Repubblica data in gestione con una semplice determina dirigenziale senza che fosse fatta nessuna gara".
Correlati