OSTIA, BALNEARI: OGGI LA SENTENZA DEL CDS SUL RICORSO DEI RADICALI

Redazione
Roma
– Nella mattinata odierna il Consiglio di Stato si pronuncerà sul ricorso relativo a una delle ultime ordinanze dell'ormai ex sindaco capitolino Ignazio Marino nella quale viene stabilito, contrariamente alla legge, che i titolari delle spiagge in concessione possano 'chiudere' il mare a orario.

"Il testo dell'ordinanza, – dichiarano in una nota Alessandro Capriccioli, Segretario di Radicali Roma, e Riccardo Magi, presidente di Radicali Italiani. – concepito da Ignazio Marino e Alfonso Sabella nel tentativo di trovare una mediazione coi balneari, ha in realtà sortito l'effetto di sancire un principio letteralmente illegale: quello per cui l'accesso al mare, che in quanto demanio dovrebbe essere garantito a chiunque 24 ore al giorno e 365 l'anno, possa essere invece consentito solo in alcuni orari, come succede per i bar e i ristoranti”. 

“Contro questa vera e propria aberrazione abbiamo proposto il ricorso al TAR, ricevendo in risposta un giudizio inspiegabile e surreale, contro il quale abbiamo deciso di ricorrere al Consiglio di Stato: su quest'ultimo, domani, – oggi per chi legge Ndr. – incombe la responsabilità di ripristinare definitivamente la legalità, restituendo ai cittadini di Roma, una volta per tutte, un diritto fondamentale che è stato loro indebitamente sottratto”.

"Questo ricorso è in linea con il nostro contributo costruttivo apportato nei due anni di sindacatura Marino, – hanno proseguito nelle dichiarazioni Capriccioli e Magi – nei quali in modo costante abbiamo spinto l'amministrazione ad un maggiore coraggio e concretezza nei propositi affermati più volte dal sindaco e dalla sua giunta – in particolare da Alfonso Sabella  – di intervenire su tutti i capitoli più compromessi e urgenti che affliggono la Capitale da decenni. Spostare l'asticella più avanti rispetto al compromesso, senza sconti per nessuno."

Questa mattina a partire dalle 8:30, un presidio di Radicali Roma sarà davanti al Consiglio di Stato, per richiamare l’attenzione sull'azione dei giudici e per riaffermare il principio che l’accesso al mare non si può chiudere, ma deve essere libero: come prevede la legge nazionale e come del resto accade nella maggior parte delle nostre città costiere e nelle altre metropoli europee: non tanto in vista della stagione balneare ormai chiusa, quanto per segnare la direzione da seguire per chi, da domani, si troverà alla guida della città.