OSPEDALE SANT’ANDREA: L'INFERNO DEL PRONTO SOCCORSO

Il 12 giugno 2014 presso i locali dell’Azienda ospedaliera Sant’Andrea partirà la manifestazione sindacale dalle ore 15,30 davanti all'ingresso principale via Grottarossa e andrà ad oltranza finché non saranno affrontate seriamente le condizioni disumane lavorative degli operatori del pronto soccorso e dell’indignitosa situazione dei pazienti

di Cinzia Marchegiani

Roma – Il 12 giugno prossimo davanti all'ingresso del Sant'Andrea, si svolgerà una manifestazione organizzata dal “SI CEL” a cui prenderanno parte anche altre sigle sindacali (la prima ad aderire è stata FLP Sanità con la Responsabile aziendale Dr Elena Izzo) per sensibilizzare l'opinione pubblica sul serio problema che da anni si riscontra e per arrivare finalmente ad una soluzione dello stesso.
Il “SI CEL” aveva dato alla Direzione Generale, nella persona del neo-nominato Dr Bianconi, ed alla Direzione Sanitaria, un ragionevole termine di venti giorni per approntare delle soluzioni concrete che non si riducessero a un nulla di fatto del responsabile attuale del Pronto Soccorso Prof Di Somma, che dopo anni di profondo disagio lavorativo si ricorda di convocare una riunione col personale del comparto, asserendo che con le modifiche strutturali che verranno apportate nel mese di agosto, la situazione cambierà radicalmente.
Il 12 giugno il “SI CEL” entrerà in assemblea permanente nei locali dell'Azienda e non ne uscirà finché non verrà ridata dignità sia ai lavoratori che ai pazienti del Pronto Soccorso.

La storia di questa girone infernale è stato affrontato il 17 maggio 2014 quando i lavoratori aderenti al Sindacato Italiano – Confederazione Europea del Lavoro (SI CEL) dell'Ospedale Sant'Andrea di Roma avevano inviato al Direttore Generale Dr Egisto Bianconi, Direttore Sanitario Dr Francesco Stella e per conoscenza alla Coordinatrice Pronto Soccorso Dr Tranne, un comunicato dove informavano dello stato di agitazione sindacale per protestare contro le disumane condizioni lavorative nel Pronto Soccorso e per l'indignitosa situazione di molti pazienti che vi afferiscono.
La lettera firmata dal Segretario Nazionale SI CEL federazione Sanità Pubblica, Alessio Minadeo fotografava una realtà disastrosa del pronto soccorso: ”il numero dei pazienti che in esso stazionano in attesa di ricovero in reparti di degenza quasi mai scende al di sotto dei 30/35 con picchi che arrivano fino a 70 (tra codici verdi, gialli e rossi); all’interno dei locali del PS il numero dei pazienti raramente è inferiore a 80 con picchi fino a 120; le liste di attesa per una visita nelle sale dei codici differibili sono indeterminabili ed i pazienti arrivano ad aspettare fino a 7/8 ore per accedere in sala visita. In questo “girone infernale” si trovano quotidianamente a lavorare infermieri, OSS, ausiliari e medici in condizioni disagiate (per usare un eufemismo), che Voi ben conoscete anche dalle continue segnalazioni scritte a Voi indirizzate dai lavoratori. Ma non inferiore al disagio dei lavoratori è quello dei pazienti, sia di quelli codificati con codice di priorità bianco o verde, che attendono ore per avere una risposta alle loro richieste (e nel frattempo se la prendono, anche violentemente, con il personale di triage), sia di quelli che passano ore, giorni e a volte settimane su scomode barelle, in ambienti promiscui, con le luci accese h 24, con 3 soli servizi igienici da dividersi (di cui uno solo attrezzato per disabili), con l’incognita se riusciranno a vedere i loro parenti, con personale che li visita più volte al giorno (a volte anche svegliandoli nel cuore della notte), in attesa di un posto letto che non arriva mai.” Insomma una vera e propria denuncia di uno stato indecente in cui la sanità laziale perversa dove dovrebbe essere garantita la tutela e la sicurezza del malato e la dignità per gli operatori del settore. Si legge dal rapporto del sindacato che l’azienda ospedaliera accoglie una media di 50 pazienti che attendono il posto letto nei reparti di degenza su scomode barelle, in ambienti promiscui, con l'illuminazione accesa h 24, con soli 3 bagni a disposizione, di cui uno solo agibile da disabili, pazienti con patologie infettive (meningiti, tbc) che attendono il ricovero parzialmente isolati; l'attesa per il posto letto può durare fino a una settimana, nonostante la Direzione Sanitaria saltuariamente disponga il blocco dei ricoveri ordinari nei reparti di degenza per poter assorbire i pazienti da Pronto Soccorso, blocchi che vengono abilmente bypassati con accessi ad hoc all'accettazione del Pronto Soccorso dei pazienti che, ovviamente, hanno già il letto pronto. Per questo il “SI CEL” ha inviato una comunicazione alla Direzione Generale e Sanitaria avvisando dello stato di agitazione sindacale e con la richiesta di trasformare il Pronto Soccorso da Unità Operativa Semplice facente parte della UOC Medicina d'Urgenza, Pronto soccorso e Breve Osservazione, in Unità Operativa Dipartimentalizzata, mettendo a capo un Responsabile (quello che una volta si chiamava Primario) competente.
Ravvisano anche un altro grave problema di gestione, quello in merito alle liste di attesa che sembrano interminabili che possono cronometrare anche sette lunghe ore di attesa solo per essere codificati al triage con un codice verde o bianco. La causa di questi tempi di attesa definiti assurdi è da ascrivere all’elevato afflusso di pazienti al Pronto Soccorso (con una media di 143 accessi giornalieri – a cui vanno sottratti i pazienti pediatrici, ginecologici, oculistici che hanno percorsi differenziati, sono numeri da "ospedaletto" di provincia), ma anche in questo caso all'elevato numero di pazienti stazionanti all'interno dei locali del Piano Sotterraneo che impegnano grandi carichi di lavoro per il personale assegnato a questo servizio.
Questa quotidianità da girone dantesco affrontata dagli operatori sanitari ha tagliato il traguardo e il grado di saturazione delle problematiche sono diventate troppo grandi e imbarazzanti da gestire. Il 12 giugno 2014, il “SI CEL” entrerà in assemblea permanente nei locali dell'Azienda e non ne uscirà finché non verrà ridata dignità sia ai lavoratori che ai pazienti del Pronto Soccorso.