Orlando e la liberalizzazione delle droghe leggere contro I'pocrisia di una etica borghese

di Paolino Canzoneri

PALERMO – Che lo spaccio e il consumo delle droghe leggere rappresenti un enorme bacino di introito per la malavita locale è palese. Il problema trascende qualsiasi morale o qualsiasi ragionamento etico. Il primo cittadino del capoluogo siciliano Leoluca Orlando in piena campagna elettorale per il prossimo mandato, plaude alla mozione proposta dal comitato "Esistono i Diritti" che preme per la legalizzazione delle droghe leggere per assestare un colpo micidiale all'economia delle mafie. 
 
Il presidente del Senato Pietro Grasso e il presidente della Camera Laura Boldrini si sono visti ricevere una lettera inviata proprio da Orlando con un testo chiaro ed esaustivo: "L'undici ottobre scorso il Consiglio comunale di Palermo ha approvato la delibera n.524 che ha per oggetto una mozione per il passaggio da un impianto normativo proibizionista ad un impianto che punti alla legalizzazione della produzione e distribuzione delle droghe definite comunemente leggere. E' mio dovere rappresentarle questa presa di posizione politica del Consiglio, ottenuta senza alcun voto contrario e con un consenso trasversale, in quanto testimonia come la nostra città abbia a cuore ogni azione che contrasti gli interessi della criminalità organizzata, in sintonia con le dichiarazioni del Procuratore Nazionale Antimafia e la condizione drammatica delle nostre carceri, oggi affollate di tossicodipendenti e giovani, rei solamente di aver posseduto una pianta di cannabis o qualche dose di erba". Il testo e la precisa direzione scelta di Orlando non sembra essere una posizione presa sull'annosa questione etica, non è una scelta da quale parte stare; piuttosto appare come una precisa esigenza di creare presupposti e rimedi concreti nella lotta allo strapotere economico mafioso al di sopra delle solite e quasi sempre inefficaci  proposte secolari di maggiori controlli fiscali che si sono sempre rivelati mezze utopie troppo complesse da portare in atto su scala regionale e magari nazionale. Le droghe leggere non rappresentando un pericolo in termine di assuefazione non possono essere messe al pari di quelle pesanti da ostentare e combattere con ogni sforzo possibile ora e sempre. 
 
Volendo fare un ragionamento esteso ed allargato l'abitudine di far prevalere i concetti "etici" in ogni spinosa questione ha assunto da sempre l'ipocrita e falsa "facciata" che non ha mai risolto i veri problemi. Frega poco al fumatore veder scritto nel pacchetto "Il fumo uccide". Il monopolio statale ne esce il diretto responsabile e complice della palese violazione dell'articolo n° 32 della Costituzione che tra l'altro recita "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo…". Una celata e indisturbata garanzia di assicurarsi i propri introiti milionari sulla pelle dei cittadini e nel caso delle droghe leggere a favore delle organizzazioni criminali che ne traggono contante a fiumi. 
 
La cultura dell'uso degli stupefacenti leggeri e non, ha due motivazioni di base completamente distanti l'una dall'altra. La ricerca forsennata di nuove sensazioni e stati d'animo "astratti" e artificiali spesso celano una precisa insoddisfazione della propria vita e nelle droghe si crede di trovare un "Luna Park" fatto di gioia tesa a far dimenticare provvisoriamente la realtà e le proprie quotidiane insoddisfazioni. Questa motivazione conduce la persona nel baratro di una schiavitù psicologica e fisica che taglia i ponti con qualsiasi speranza di riuscire a crearsi un presente positivo, ottimista e lungimirante. Perdere il contatto con una realtà che non si capisce o di cui si è troppo deboli per affrontarne le difficoltà. Un danno psicologico e una terribile desistenza che porta solo ad un atteggiamento rinunciatario e perdente che solo una assistenza medica e psicologia può provare a risanare. Una seconda motivazione la si può definire di tipo sperimentale. La percezione e la ricerca dell'uomo teso a scovare nel proprio inconscio vie ed esperienze spirituali non è certamente una pratica recente. Religioni arcaiche hanno posto nell'assunzione delle droghe una precisa apertura del proprio inconscio e una via diretta e preferibile per entrare in contatto con il divino. Gli Sciamani con la loro tecnica dell'estasi hanno cercato di decifrare i tanti misteri della vita, della natura cercando anche di porre rimedi salutari sui corpi dei malati. L'uso di sostanze psicoattive è stata ed è una ricerca mistica per esperienze mistiche profonde e legate a religioni arcaiche e non. 
 
Mai trattare l'argomento delle droghe leggere con una mentalità bigotta e borghese. Serve stanare la criminalità con una legalizzazione controllata prevalentemente riferita per scopi terapeutici e serve informazione continua ed aggiornata nelle scuole. Serve fare comprendere al giovane che la ricerca di paradisi artificiali ha un prezzo e quando si torna indietro nella realtà si è persa parte della propria salute fisica e mentale. Il paradiso artificiale ha un prezzo da pagare e a forza di girovagare in quei "paradisi" la realtà diventa sempre più deficitaria delle personalità e dell'integrità della persona.