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Cronaca

Operazione "Napoli Group", fessi o troppo spavaldi?

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Tempo di lettura 2 minutiI falsari avevano stampato banconote da trecento euro da smistare in

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Di Silvio Rossi

 

Sei falso come una banconota da tremila lire. Era questa la battuta scherzosa che girava spesso tra gli ambienti goliardici, per attestare l’impossibilità di dare credibilità a una persona, a un progetto o altro.
Nessuno avrebbe mai pensato di accettare una moneta o una banconota che non rispettasse uno dei tagli prodotti regolarmente dalla Zecca o dall’Istituto Poligrafico dello Stato. Non ci sarebbe stato bisogno di verificare la filigrana, la qualità della stampa, il filo argentato inserito nella carta. La sola presenza di un valore bizzarro, non conforme con quelli comunemente in commercio, sarebbe bastata per insospettire anche il meno scaltro tra i cassieri.
Leggendo le cronache odierne, riguardo l’inchiesta su “Napoli Group”, l’organizzazione di falsari che, secondo gli inquirenti, ha smerciato il 90% degli euro falsi in tutto il mondo, sembra che alcuni falsari siano stati così certi di non essere scoperti da permettersi il lusso di stampare una banconota da trecento euro, e di smerciarla non in un paese africano, dove probabilmente i commercianti avrebbero potuto non conoscere quali fossero i tagli della moneta unica europea, ma di mandarla nella nazione più grande (come popolazione) e più potente economicamente della federazione.
Non credendo possibile pensare che i falsari in questione siano "fessi", e abbiano compiuto una così palese ingenuità riguardo il valore scritto sulle banconote, viene da pensare che fossero così spavaldi da sfidare le forze dell'ordine, con un atteggiamento irridente nei loro confronti.
Nella stessa inchiesta sembra coinvolta anche Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna Loffredo, la bambina caduta nel vuoto nel palazzo di case popolari di Caivano. Le è stato notificato il divieto di dimora, con l’obbligo di abbandonare la città di residenza entro sei ore. Secondo gli inquirenti Mimma acquistava notevoli quantità di banconote, da smerciare ai negozi della zona. La donna si dichiara innocente, ha detto che nel momento in cui i Carabinieri le hanno recapitato l’avviso, credeva le avessero portato notizie relative alle indagini sulla morte della figlia.
Siamo in attesa di verificare se il provvedimento recapitato a Domenica Guardato sia per un suo effettivo coinvolgimento nell’attività di smercio di banconote false, se possa averla riguardata indirettamente a causa delle attività illecite del suo ex marito, oppure se il suo nome sia stato collegato all’inchiesta da parte di qualche accusatore, come punizione per le sue richieste di giustizia per la morte della figlia.

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