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di Domenico Leccese
La sezione disciplinare del Csm ha inflitto la sanzione della censura al PM di Perugia Giuliano Mignini titolare del procedimento sull'omicidio di Meredith Kercher finito sotto procedimento con l'accusa di aver violato la legge per aver vietato, subito dopo il fermo, avvenuto il 6 novembre 2007, a Raffaele Sollecito (assolto lo scorso marzo in via definitiva, con Amanda Knox dall'accusa di omicidio) di avere colloqui con un difensore senza emettere un provvedimento scritto e motivato.
Subito dopo il fermo, avvenuto il 6 novembre 2007 il pubblico ministero vietò al giovane di aver colloqui con un difensore. Il PM Mignini secondo l'incolpazione formulata dalla Procura generale della Cassazione, aveva arrecato ingiusto danno al fermato, emettendo oralmente, con grave e inescusabile violazione di legge, il provvedimento di dilazione del diritto del fermato a conferire con il proprio difensore, in palese contrasto con la norma contenuta nel C.P.P. (codice di procedura penale) che prescrive un decreto motivato e la consegna/esibizione agli aventi diritto.
Il sostituto PG di Cassazione, Luigi Salvato, pur ritenendo provati i fatti descritti nel capo di incolpazione, aveva invece sollecitato in udienza l'assoluzione di Mignini, (difeso dal consigliere della Suprema Corte Piercamillo Davigo) ritenendo il fatto di scarsa rilevanza, tenuto anche conto che venne permesso a Sollecito di parlare con il suo difensore, l'avvocato Tiziano Tedeschi, prima dell'interrogatorio di garanzia. La richiesta del PG non è stata dunque accolta dal collegio disciplinare che depositerà entro un mese le motivazioni del suo verdetto.
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