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di Angelo Barraco
Roma – Marco Prato confessa “Baciavo Manuel mentre strozzava Luca Varani”, baci che avrebbe dato a Foffo per infondergli il coraggio necessario durante quei deliri di alcol, droga e sangue. Uno degli elementi che ha fatto motivare i giudici il no per la scarcerazione e/o i domiciliari per Marco Prato, autore materiale insieme a Manuel Foffo del terribile delitto di Luca Varani, uno dei tanti particolari che fanno da contorno ad una delle vicende più torbide della Capitale. Nelle motivazioni, Prato viene descritto come “malvagio e crudele che potrebbe ammazzare di nuovo”. Prato ha riferito anche che “Manuel a un certo punto voleva la forza da me, me l’ha chiesta. Manuel voleva che dessi baci sulla sua testa per dargli forza mentre lo strozzava. E anche dopo le coltellate io ho aiutato Manuel un pochino a dargli forza con le mani e a baciargli la testa”. Quindi Marco Prato resta in carcere. Marco Prato si trova detenuto nel carcere di Regina Coeli. Foffo e Prato, il 4 marzo hanno massacrato brutalmente, a colpi di martello e coltellate il loro amico. Un festino in cui i giovani hanno abusato di alcol e cocaina. l’effetto della cocaina è svanito, sono tornati lucidi e iniziano a fornire le loro versioni dei fatti. Foffo sostiene che Prato avrebbe narcotizzato un altro giovane, inoltre avrebbe ammesso “Volevo ucciderlo e forse ho combinato tutto questo per vendicarmi di lui”. Nel corso del terzo interrogatorio, Foffo ha mostrato segni di pentimento nei confronti di Luca. Gli investigatori hanno scoperto che Prato e Foffo avevano contattato altre persone, poiché prima di contattare Varani, hanno contattato l’ultima fidanzata del padrone di casa, poi un escort che ha riferito di non aver accettato perché avevano offerto poco. Si è parlato di alcuni video che riguardano il momento del delitto, in merito a tale circostanza gli inquirenti analizzeranno il pc di Prato per verificare l’esistenza e se fosse stato cancellato, contano di recuperarlo. Foffo avrebbe dichiarato ai magistrati che “Volevo uccidere mio padre per vendicarmi, perché mi faceva sentire sempre al secondo posto dopo mio fratello” e il legale di Foffo ha riferito poi ad Adnkronos “Mentre il mio assistito parlava con Prato il discorso è finito su questioni personali e ha parlato del suo rapporto col padre e di come lo vivesse male. Ora bisognerebbe capire perché ha detto quelle cose gli psichiatri dovranno capire il senso di queste parole, perché servono competenze specifiche per questo”. Ha aggiunto inoltre che “Per una perizia psichiatrica serviranno almeno 10 incontri e con una cadenza di un incontro a settimana immagino che bisognerà aspettare almeno 3 mesi per arrivare a un risultato”. L’autopsia ha riscontrato che la causa della morte potrebbe non essere stata la coltellata inferta con il fendente e ritengono che il fendente non sia stato decisivo ai fini del decesso. La Procura ritiene credibile le dichiarazioni di Foffo. Il legale ha spiegato anche che “C'era un contesto sessuale ma il movente non è ancora uscito fuori. Il mio assistito continua a ripetere che non sa perchè lo hanno fatto. Manuel ha confermato che al momento del delitto erano solo loro due. Vogliamo chiedere la perizia tossicologica, d'altronde gli esami gli hanno già fatti quindi siamo tutti tranquilli e sereni”.
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