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Redazione
Ancora un'altra bufera per l'ex ministro dell'Interno Claudio Scajola e l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro che risultano indagati per concorso in omicidio colposo nell'ambito dell'inchiesta bis sulla mancata scorta a Marco Biagi "sulla base di omissioni e manchevolezze nel quadro della protezione del professor Biagi, che sono state riscontrate dal lavoro d'indagine preciso e corposo fatto dalla Procura di Bologn". È quanto spiega l'avvocato della famiglia Biagi, Guido Magnisi, che ha ricevuto l'atto di notifica dell'iscrizione al registro degli indagati riguardante Scajola e De Gennaro. "La Procura trasmetterà ora gli atti ad una sezione del Tribunale speciale, che la Corte Costituzionale prevede come anticamera del Tribunale dei ministri" prosegue Magnisi, spiegando che il passo successivo sarà "un interrogatorio" a carico dei due indagati i quali "potranno avvalersi o meno della prescrizione". "Se si avvarranno le prescrizione – rimarca l'avvocato – la vicenda si chiuderà, altrimenti se rinunceranno alla prescrizione, ci sarà il processo che andrà al Tribunale dei ministri di Roma" poiché all'epoca dell'omicidio Biagi per mano delle nuove Br, il 19 marzo 2002, Scajola era a capo del Viminale. L'inchiesta bis, di cui è titolare il Pm Antonello Gustapane, prese avvio dal rinvenimento di alcuni documenti in possesso di Luciano Zocchi, ex segretario di Scajola, riaprendo il filone d'indagine dopo l'archiviazione della prima inchiesta. Nell'ambito dell'indagine il pm Gustapane ha sentito, nei mesi scorsi, come persone informate sui fatti, alcuni esponenti di spicco della politica di allora e di oggi tra cui Pier Ferdinando Casini, Roberto Maroni, Maurizio Sacconi, Sergio Cofferati e lo stesso Zocchi.
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