Connect with us

Cronaca

Omicidio architetto Molteni, il gip: "Spirito vendicativo che ha animato la donna in questi anni"

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 4 minuti Alfio Vittorio Molteni è stato ucciso nel cortile della casa in cui risiedeva con il padre e la zia a seguito della separazione con la moglie

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

di Angelo Barraco
 
Milano – Sono emersi “gravi ed univoci indizi che trovano coerente spiegazione in un preciso e chiaro movente”  a carico di Daniela Rho, moglie dell’architetto Alfio Vittorio Molteni, l’architetto di 58 anni ucciso il 14 ottobre dello scorso anno a Carugo, nel Comasco. La donna e il suo amante, Alberto Brivio, sono detenuti e il gip ha evidenziato “lo spirito vendicativo che ha animato la donna in questi anni, ed il suo pervicace perseguimento dell'obiettivo di sottrarre al padre ogni possibile relazione con le due figlie" inoltre gli elementi emersi danno la possibilità di “rileggere in modo organico e progressivo gli atti intimidatori che si sono susseguiti nel tempo e di conferire lucidità e coerenza ad un progetto criminoso che si è progressivamente ingigantito sino al tragico epilogo". Ricordiamo inoltre che i Carabinieri di Como e quelli del Reparto Crimini violenti del Ros hanno arrestato l’ex moglie dell’uomo e il suo commercialista con l’accusa di essere i mandanti del brutale omicidio. Gli inquirenti hanno svolto indagini serrate e nei mesi scorsi hanno arrestato dieci soggetti accusati di essere gli autori del delitto e fiancheggiatori, i reati contestati nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Como sono diversi: omicidio aggravato, danneggiamento, stalking, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di pistola. Alfio Vittorio Molteni è stato ucciso nel cortile della casa in cui risiedeva con il  padre e la zia a seguito della separazione con la moglie. Due sono i colpi che lo raggiungono: uno alle gambe e l’altro invece nella parte bassa della schiena, che cagionerà la sua morte. In un primo momento gli inquirenti ipotizzano che il killer  si fosse nascosto dietro i cespugli e avesse sparato  con l’intento di lanciare un avvertimento. Tale ipotesi aveva una struttura solida pregressa poiché Molteni, pochi mesi prima, aveva subito atti intimidatori e qualcuno aveva bruciato la sua Range Rover parcheggiata sotto lo studio di Mariano Comense. In un’altra occasione invece qualcuno aveva sparato otto colpi contro la casa di Carugo, luogo in cui si è consumato il delitto. L’uomo aveva sporto denuncia presso i Carabinieri. Il 14 ottobre del 2015 gli inquirenti si trovano sotto gli occhi quella che a prima vista sembrava un’esecuzione che rimarcava lo stile usato dalle organizzazioni criminali ma la macchina investigativa ha puntato sin da subito l’attenzione sulla vita privata dell’uomo rispetto a quella professionale. Ma chi era Alfio Vittorio Molteni? Era un uomo separato e aveva un figlio, era titolare dello studio “Molteni Alfio Vittorio, Interiors & Industrial Design” di Mariano Comense e i suoi affari si intrecciavano con il Medio Oriente e con la Russia. Svolgeva inoltre un lavoro a Dubai per la società “Il Grande”, che si occupa di design di interni per ambienti di lusso che ha sede nella “Business bay”, inoltre ha lavorato per hotel come il Park Hyatt e il The Pearl. Un delitto che oggi, vede protagonista una donna quale responsabile della morte di un uomo con il quale ha condiviso uno spaccato della sua vita. 
 
Noi abbiamo parlato con la Dott.ssa Mary Petrillo, Criminologa, docente e coordinatrice  Master "Analisi del crimine, Sicurezza e Safety" Presso univ. Niccolò Cusanoche ci ha fatto un’analisi in merito alle donne che uccidono. 
 
“Dal punto di  vista investigativo, ma anche etico e/o morale avere a che fare con una donna assassina e/o pianificatrice di un delitto lascia sempre un po' perplessi in quanto spesso si è portati a credere che una donna sia meno aggressiva di un uomo e che riesca a dominare meglio i propri impulsi. In ambito criminologico, invece, ciò non è sempre vero, anzi la letteratura criminologica ci dà, purtroppo, molti esempi di donne che uccidono. La letteratura criminologica ci insegna che la donna assassina è, ad esempio, molto più "accurata", rispetto all'omicida maschio, nella scelta delle eventuali armi da utilizzare per commettere il proprio crimine, nella scelta delle vittime, le quali, in genere, sono coloro che o intralciano i suoi piani o che la hanno fatta soffrire e che quindi le hanno dato dolore in tutti i sensi. La donna  che uccide e che pianifica un delitto lo fa nei minimi particolari, tende, infatti, a simulare la morte della vittima prescelta come se fosse di tipo naturale, o uccide per "mano altrui", o fa credere di aver ucciso per difesa personale. In letteratura criminologica, inoltre,  si afferma che una donna assassina per commettere un delitto difficilmente, quasi mai, arriva allo scontro fisico, piuttosto è propensa all'utilizzo di armi che creino una certa distanza con la vittima: pistola, veleno e come spesso abbiamo letto in alcuni fatti di cronaca nera anche iniezioni letali, ad esempio le cosiddette "angeli della morte", ossia "infermiere killer". Le vittime, come accennato sopra, sono quasi sempre persone con le quali queste donne hanno un qualsivoglia rapporto: mariti, figli, amanti, parenti e conoscenti. La donna assassina è una donna che, però, nella sua infanzia ha spesso dovuto "cedere" a situazioni multiproblematiche  di vario genere, sviluppando, negli anni, una personalità aggressiva e repressa con eccessi di violenza che tendono a venir fuori quando ella si sente "in trappola", quando non riesce a dominare una situazione che le provoca grave disagio o quando qualcuno intralcia i suoi piani. Quest'ultima modalità evidenzia da parte di questa tipologia di donna una capacità di mettere in atto forme di manipolazione sia delle vittime predestinate che di chiunque possa loro essere utile, come complice e spesso come "manovalanza", nella commissione del delitto. Circa le donne che uccidono emerge o una insicurezza di fondo che le rende quindi soggetti passivi, fragili e cedevoli al delitto commesso ad esempio in coppia con un uomo che a loro appare  forte, sicuro e carismatico in grado di farle sentire non più insicure, fragili e vulnerabili oppure, come avviene, invece, in altri casi la rabbia e la aggressività, spesso repressa nel tempo, di queste donne fa di alcune di loro assassine spietate e pianificatrici”.

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

Continua a leggere

Castelli Romani

Monte Compatri, parco Calahorra: il degrado senza fine

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale.
Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.

INGRESSO ALLA VILLETTA

Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta.
Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.

PANCHINE DIVELTE e sporcizia SULLA TERRAZZA NATURALE CHE GUARDA ALLA BELLEZZA DI MONTE COMPATRI

Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))

panchina divelta sul “balconcino” naturale che mostra il paese

Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”.
So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!
Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.

NEL VIDEO QUEL CHE RESTA DELLA FONTANELLA E DEL CHIOSCO REALIZZATI DAI RAGAZZI DI BROTHER PARK

Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”.
“Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza!
Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.

IN QUESTO VIDEO CI MOSTRANO IL LUOGO DOVE SORGEVA IL CAMPO DI CALCETTO ORA RICOPERTO DA ROVI

Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano.
Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano.
In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile.
Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”.

C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale?
Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati.
Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.

uno dei tanti sentieri impraticabili ricoperti da rovi e sterpaglie

E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine

Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato
Anche in questo caso vi terremo aggiornati.

Continua a leggere

Cronaca

Martina Franca, torna l’appuntamento con la fotografia d’arte di Marcello Nitti

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti

image_pdfimage_print

Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
 
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
 
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
 
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.
Privo di virus.www.avast.com



Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti