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Roma, 05 marzo 2021 – “L’obesità e le sue comorbidità sono strettamente legate alla prognosi più grave del COVID-19, e un aspetto poco considerato nell’affrontare l’emergenza è che una corretta consulenza nutrizionale costituisce una priorità per affrontare la pandemia di COVID-19, al fine di ridurre il rischio di infezione e le relative complicanze”. Lo afferma il prof. Massimiliano Caprio, responsabile dell’Unità Endocrinologia cardiovascolare dell’IRRCS San Raffaele Roma, coautore di un articolo pubblicato dalla rivista Journal of Translational Medicine, citato peraltro dal sito web americano “Eat This, Not That” (www.eatthis.com).
Le diete chetogeniche si sono dimostrate efficaci per una rapida riduzione della massa grassa e delle complicanze metaboliche dell’obesità, preservando la massa magra e fornendo uno stato nutrizionale adeguato. “Possono avere un ruolo importante nella modulazione dell’immunità innata e di quella adattativa, determinando effetti benefici sull’infiammazione cronica di basso grado, potendo prevenire il rischio di tempesta citochinica del COVID-19. Inoltre – prosegue il prof. Caprio – le diete chetogeniche potrebbero essere protettive durante l’infezione da Sars-COV2 grazie agli effetti antinfiammatori e immunomodulanti dei corpi chetonici. Questo è stato dimostrato in studi preclinici. Per questo motivo, diversi studi clinici sono attualmente in corso, utilizzando diete chetogeniche eucaloriche in pazienti con malattia COVID-19”.
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