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Nuovo Parlamento italiano, il più giovane della storia repubblicana

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Spinti dal tedio dei 50 giorni di pantano governativo, abbiamo analizzato i profili dei neo-eletti che si divideranno tra Camera e Senato. Frugando i dati dell’analisi dell’osservatorio civico OpenPolis emerge che il nuovo Parlamento presenta l’età media più bassa affermandosi come il più giovane della storia repubblicana. Per il Senato l’età media si attesta ai 52 anni, mentre alla Camera si registra ai 44. Ciò è dovuto soprattutto all’ingresso del Movimento Cinque Stelle che si distanzia di una media di 6 anni dal partito più longevo di Liberi e Uguali.

La XVIII legislatura ha segnato un’impennata delle quote rosa

In entrambi i rami del Parlamento. Cambiamento profondo se si considera il 17.2% di presenza femminile nel 2006-2008 contro il 34.6% odierno.

Dato curioso è rappresentato dai Parlamentari al primo incarico politico, ossia coloro i quali non hanno mai assunto cariche a livello locale, né nazionale e tanto meno europeo

Nella frangia di Montecitorio i vergini sono il 35% mentre a Palazzo Madama decresce al 30,16%. M5S detiene il record del 65% di esordienti onorevoli.

Elemento ormai pleonastico in Italia è il numero di indagati e non

146 gli indagati, condannati e prescritti nelle liste di voto del 4 marzo. Nel periodo pre-elettorale, il primato di questa tanto agognata lista se lo aggiudica il centrodestra con 36 candidati nei collegi uninominale da aggiungersi ai 59 del proporzionale. Record conservato intatto al 23 marzo, giorno dell’insediamento parlamentare. Nel nome del pregiudicato e incandidabile Berlusconi sono circa il 17% ad essere coinvolti in procedimenti penali o ad essere oggetto di sentenze avverse in primo o secondo grado. Agli antipodi, nessun indagato o condannato tra le fila di Luigi Di Maio sottratti una decina tra massoni e furbetti No Rimborso. Al mezzo, solo parzialmente intaccati LeU. Per quanto spetta invece al Giglio Magico, bastino due nomi fra tutti: Piero De Luca e Micaele Campana famosa non per le sue strategie di Welfare ma per gli svariati vuoti di memoria plastificati in dozzine di “non ricordo” al processo Mafia Capitale.

Requisito non indispensabile ma sicuramente indicativo dello stato di professionalità dei nostri governanti è il titolo accademico

Il M5S, capitanato dal un non laureato, vanta due professori di economia ( Mastruzzo, Fioramonri e Tridico) tra il 25% di onorevoli con titolo superiore alla laurea. La percentuale scende al 15% per LeU, 12% per il Centrosinistra e 8% per il Centrodestra. Ma a sedersi sugli scranni legislativi anche molti non laureati. Un quarto tra Pd e LeU e solo il 18% per i pentastellati. Il Parlamento presenta delle zone di innovazione che a fatica avanzano per occupare il posto della ben sedimentata gerontocrazia. I baluardi annosi e stagionati, per non dire antiquati, sono la senatrice Emma Bonino alla nona legislatura da instancabile radicale e il deputato (ultra DC, UDC, Centro Cristiano Democratico, Centristi per l’Europa, PD), Pier Ferdinando Casini alla sua decima legislatura. Rincorrono Elio Vito (FI) all’ottava, Piero Fassino (PD) alla sesta e con loro numerosi latori di decennale esperienza.

Gianpaolo Plini

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