Roma
NUOVO CINEMA AQUILA: LE DICHIARAZIONI DEL DIRETTORE FABIO MELONI
Tempo di lettura 10 minutiIl direttore Fabio Meloni ha inviato presso la nostra redazione la sua visione dei fatti in merito alla vicenda che ha visto coinvolto il cinema da lui stesso diretto.
Published
10 anni agoon
By
cmontagna
Redazione
In merito alla vicenda del Nuovo Cinema Aquila, il direttore Fabio Meloni ha inviato presso la nostra redazione la sua visione dei fatti nonché il suo punto di vista. Per chi volesse approfondire la questione, Meloni indica inoltre la presenza di allegati a cui fanno riferimento le dichiarazioni citate che in questa sede non saranno pubblicati. Riportiamo dunque quanto inviatoci:
Vorrei portare a conoscenza la vicenda del Nuovo Cinema Aquila che ho vissuto in qualità di Direttore. La mia narrazione dei fatti è accompagnata da alcuni allegati, cosi ché si possa verificare quanto avvenuto.
Per comprendere come si è arrivati alla situazione odierna è importante leggere quanto dichiarato dall'Assessore Giovanna Marinelli il 30 aprile 2015 in merito alla revoca della concessione del Nuovo Cinema Aquila:
"…Abbiamo dovuto procedere alla revoca della concessione al gestore a causa di irregolarità riscontrate nella sua gestione. Ringrazio il grande lavoro fatto dal dipartimento Cultura e dagli organi competenti che ci mette oggi in condizione di porre rimedio a una situazione non più sostenibile."
Fermo restando che le "irregolarità riscontrate" sono oggetto della D.D. di revoca della concessione e dovranno essere eventualmente confermate dai G.A. (vista la volontà di ricorrere al TAR nei termini di legge), è importante ora per me fare un passo indietro e arrivare al 2004, durante l'Amministrazione Veltroni, un periodo che oggi alcuni Amministratori di Roma Capitale provano a rimuovere perché frutto di un'altra epoca.
Bene, se non fosse stato per i Giudici Amministrativi del Tar e del Consiglio di Stato, la mia storia personale sarebbe stata alquanto diversa. Il 19 agosto 2004 esce l'avviso pubblico per la selezione di progetti per la concessione, finalizzata alla gestione di servizi culturali da affidare a cooperative sociali, relativa all'immobile proprietà del Comune di Roma, sito in Roma Via L'Aquila n.66/74 e Via Ascoli Piceno n.35/41 denominato "Nuovo Cinema Aquila" destinato a Centro Culturale.
La domanda riporta come scadenza il 30 settembre 2004.
Il Sol.Co Solidarietà e Cooperazione – Consorzio di Cooperative Sociali (all'epoca Sol.Co. Roma), dietro mio interessamento, decide di partecipare.
Di questa gara il Sol.Co. non viene più informato, nessuna convocazione viene mandata dal Comune di Roma, nonostante la regolarità e tempestività della domanda di partecipazione. Vengo a conoscenza, attraverso una conferenza stampa alla Serono, che la gara ha come vincitore la Cooperativa Sociale Città Aperta. Rimango ovviamente colpito riguardo al fatto che non ci siano state comunicazioni ufficiali né sull'apertura delle buste, né tantomeno sulle sedute della Commissione o sull'avvenuta aggiudicazione.
Pur trattandosi di un bene confiscato alla mafia e forte dei suoi discorsi sulla legalità e sulla trasparenza amministrativa, il Sindaco in carico Walter Veltroni permette comunque che i Dirigenti del Comune aprano le buste senza avvisare i concorrenti.
Il Consorzio Sol.Co, però, tramite formale accesso agli atti, riesce ad ottenere una copia di tutta la documentazione della gara.
Come si evince dal verbale, la Commissione si riunisce presso la sede del Dipartimento IV in Piazza Campitelli. Tra i componenti della Commissione c’è anche l'attuale Assessore alla Cultura di Roma Capitale, Giovanna Marinelli. Ebbene la stessa, così come anche gli altri membri della Commissione, non vede che la Cooperativa Sociale Città Aperta non ha i requisiti di gara, così come viene evidenziato dal Tar che dichiara "palesemente fondato " il nostro ricorso, risolvendo la vertenza con sentenza abbreviata .Il Comune, non soddisfatto dall'esito del Tar, decide di far ricorso al Consiglio di Stato . Ma il Sol.co ottiene nuovamente un risultato a proprio favore .
Poco edificante la tesi sostenuta dal Comune in questo contesto che sostiene in pratica che il Cinema Aquila avrebbe potuto essere assegnato direttamente senza fare alcuna gara. La firma di Walter Veltroni su quell'atto è in contraddizione con tanta trasparenza ostentata in quel periodo dal Comune .
Il Consiglio di Stato conferma la sentenza del TAR aggiungendo che sarebbero stati accolti tutti i quattro motivi del ricorso, anche se il primo é assorbente rispetto gli altri.
La Commissione che ha deciso l'assegnazione in questo modo vede tra i suoi componenti anche un esponente di primo piano dell'Avvocatura del Comune di Roma.
L'Arch. Di Giovine, Presidente della Commissione, non paga per questo grave errore e, al contrario, rimane Dirigente del Comune, confermata poi da Marino nel delicato incarico di Direttore del Patrimonio. Lo stesso vale per la Dirigente del IV Dipartimento, la Dott.ssa Giovanna Marinelli, che rimane Dirigente del Dipartimento fino al 2008, per poi passare al Teatro di Roma e infine all’ETI: attualmente è Assessore alla Cultura di Roma Capitale.
Perché chi decide in modo negativo riguardo la vita lavorativa altrui, non subisce alcuna conseguenza per il proprio errore?
Perché chi non ha un politico che lo segue e protegge deve invece sottostare agli errori degli altri?
Perché il contratto di aggiudicazione del Nuovo Cinema Aquila viene firmato solo dopo le Elezioni Comunali del 2008, senza alcuna giustificazione logica?
Perché l'Arch. Di Giovine modifica in modo vessatorio il Contratto di Concessione (alleg.6) rispetto Disciplinare di Concessione della Gara ?
Questo fatto ovviamente ha creato un grave danno economico e – come vedremo in seguito – ha permesso di procedere direttamente con la revoca senza passare prima attraverso una diffida, con la quale sarebbe stato possibile richiedere un parere amministrativo all’Autorità per la Vigilanza o a quella dell’Anticorruzione.
Come rimborso dell'evento inaugurale del cinema è stata stanziata dal Comune di Roma la cifra di € 40.000,00 pagamento questo mai avvenuto, a fronte di un investimento e di servizi eseguiti. Tutto ovviamente dimostrabile.
Questo lungo preambolo è propedeutico per spiegare in quale costrizione ci si è trovati ad operare durante questi anni.
Ovviamente la cifra di € 40.000, insieme ai rimborsi mai dati per i servizi sostenuti per le attività del Comune dal 2008 ad oggi, avrebbero permesso l’assolvimento per tempo dei contributi previdenziali della Cooperativa Fabian Art Society che tali servizi ha realizzato.
Perché il Comune non ha mai pagato e ancora non salda quello che deve alla Cooperativa Fabian Art Society per i servizi dei quali ha usufruito?
Nel 2011 un gruppo di lavoratori del Nuovo Cinema Aquila ha dato vita a una Cooperativa Sociale (la N.C.A.) nella quale convogliare le proprie legittime aspettative di partecipazione al lavoro. Alcuni hanno deciso di non aderire.
Fino a quando la N.C.A. non è diventata operativa (agosto 2013), erano presenti in qualità di Soci e Consiglieri: il sottoscritto (Presidente del C.d.A.), il Presidente del Sol.Co Consorzio di Cooperative Sociali Mario Monge, il Presidente della Villa Marini Cooperativa Sociale Massimo Peroni, il Presidente della Cooperativa Sociale Futura Marilena Zuccherofino. Qual è il reato o la pistola fumante?.
Il Sol.Co. è un Consorzio di Cooperative Sociali. Tra i suoi scopi vi è quello di fornire occasione di lavoro ai propri soci e promuovere lo sviluppo di imprenditorialità tra i lavoratori. Ed è quello che è avvenuto. Un gruppo di lavoratori è stato accompagnato nella costituzione di una Cooperativa Sociale per avere un ruolo maggiore all'interno della società. Nello start up erano presenti alcuni Presidenti di Cooperative Sociali socie del Consorzio, in modo da seguire una prima fase della nascita della Cooperativa. Quando si è cominciato ad avviare il percorso produttivo (Agosto 2013), i Consiglieri si sono dimessi. Mario Monge si è dimesso anche da Socio per non avere eventuali conflitti d’interesse che comunque non avrebbero ragione di essere.
E’ anomalo il fatto che quando la Cooperativa N.C.A. ha cominciato ad ottenere servizi, i lavoratori hanno deciso di prestare la loro opera all’interno dell’Organismo del quale sono soci? Dov’è, anche in questo caso, il reato?
Tutte le decisioni prese dai lavoratori del Nuovo Cinema Aquila sono state sempre frutto di riunioni.
Un lavoratore che non è d’accordo con la direzione del cinema può rappresentare un motivo di revoca amministrativa?
A tal riguardo ricordo che fino a prova contraria siamo in uno stato di diritto e, se qualcuno fa dichiarazioni, deve farle pubblicamente e deve essere soggetto ad eventuali diritti di replica o denunce per diffamazione e calunnia.
Un’eventuale denuncia di parte non avrebbe ragione di esistere prima di almeno una condanna di primo grado.
Nonostante l’impegno profuso in questi anni, complice anche l'afflusso di pubblico per attività promozionali offerte gratuitamente, gli introiti – in rapporto alle notevoli spese da affrontare – sono minimi e non consentono di pareggiare le spese. Inoltre le numerose richieste di servizi da parte dei diversi Dipartimenti del Comune di Roma, unitamente a finanziamenti promessi e poi non mantenuti, hanno creato un evidente problema economico.
In data 06.09.2013 il Sig. Massimo Vattani, curatore e ideatore di un festival di documentari che dal 2010 al 2013 si svolge al Nuovo Cinema Aquila, denominato Contest, mi invia una email con queste parole “…Ti ho chiamato più volte perché ho bisogno di parlarti di alcune cose, venerdì prossimo alle tre ho un appuntamento con Gianluca Peciola e poi deve sottoporti alcune richieste tra cui una di Sky, possiamo incontrarci lunedì pomeriggio sera per un incontro di mezz'ora senza essere disturbati da altre cose?..”.
Il sig. Massimo Vattani il 15.09.2013 mi invia un'altra email: “…volevo relazionarti sull'incontro avuto con Gianluca Peciola, pensavo che se potessimo vederci lunedì verso le 6 prima di Salvo, sarebbe una buona cosa. Ti dico che è stato un incontro assolutamente positivo, loro hanno un’evidente necessità di discontinuità con la giunta precedente e in questa direzione è assolutamente credibile pensare a qualcosa di positivo per il cinema…”.
Il 04.10.2013 in una successiva email il sig. Vattani, oltre a ribadire l'attesa per un ennesimo appuntamento con Peciola, scrive al sottoscritto “io ho i miei contatti, le mie porte a cui bussare e tenendo ben conto comunque di rapportarsi sempre dopo aver scambiato le idee, vorrei definire meglio quello che tu ritieni affidarmi. Non ho sicuramente il tempo per aspettare una retribuzione o un contratto come dicevi nel corso della prossima estate…”
L'11 novembre, grazie all'interessamento di Gianluca Peciola, ottengo un appuntamento con l'Assessore alla Cultura Dott.ssa Flavia Barca, con la quale discuto di un progetto da finanziare e da realizzare al nuovo Cinema Aquila, denominato “Altre Visioni Mondo”. All'incontro é presente anche il sig. Massimo Vattani e la Dott.ssa Francesca Daniele dell'Assessorato.
Il giorno seguente Vattani invia una email alla dott.ssa Daniele “…Intanto volevo ringraziarla per la disponibilità e l'accoglienza che abbiamo ricevuto ieri nell'incontro avuto, e con l'occasione le invio in allegato il documento che avevamo inviato all'Assessore e a Gianluca Peciola.”
Il 1 febbraio 2014, una volta assunto il sig. Vattani, con un contratto a tempo determinato con scadenza in data 31 gennaio 2015, iniziano invece le problematiche. Dopo una prima lettera da parte dell'Assessore con la quale si promette un successivo finanziamento del Progetto “Altre Visioni Mondo”, tutto si trasforma nell’ennesima promessa mai mantenuta. Inoltre il sig. Vattani, lungi dal comportarsi come un lavoratore subordinato e sfruttando il malcontento derivante dalle difficoltà causate dall'esposizione economica per realizzare un progetto mai più finanziato, comincia a impartire direttive allo scrivente, arrogandosi prerogative non proprie della sua funzione e cercando di mettere la direzione in cattiva luce agli occhi dei dipendenti.
In considerazione di tali atteggiamenti e del mancato finanziamento al Progetto “Altre Visioni Mondo” decido così di non rinnovare il contratto del sig. Massimo Vattani, portandolo alla sua naturale scadenza.
Una volta comunicata questa decisione al sig. Vattani, il 13.10.2014 ricevo una mail dal diretto interessato con le seguenti parole “…credo di aver collaborato al primo finanziamento nel corso di sei anni da parte dell'amministrazione comunale….” analizzando il rapporto creatosi “….mi si fa pagare il fatto che non abbia rinunciato ad esprimere i miei pareri su fatti noti, ma io credo a esperienze dove si esaltino le varie componenti dello staff (direzione, collaborazioni e personale vario) e non a quelle dove prevalga l'idea di “qualcuno solo al comando”, è la natura stessa dell'esperienza del Cinema Aquila a richiedere con forza l'affermazione di questa realtà…”, e in conclusione, auspica con anticipo rispetto alla data di scadenza del contratto la cessazione del rapporto lavorativo “Ho un contratto fino al 3 febbraio, e la mia professionalità e correttezza non mi impedirà di continuare con la stessa serietà fino ad esaurimento del contratto stesso, ma voi sapete meglio di me che il clima attuale non è il migliore per procedere, devi tirare fuori molta energia per introdurre qualcosa che non avrà seguito alcuno, di questi tempi nelle presentazioni iniziavo ad anticipare i contenuti della edizione successiva di Contest, dovrei avvertire i miei contatti che già chiedono informazioni, ho il dovere di essere professionale come direttore artistico, e devo lavorare per costruirmi un lavoro. Credo, ma una volta mi piacerebbe sapere il vostro parere, che la situazione migliore sia quella di andare anticipatamente ad una risoluzione consensuale del contratto, la intendo come una forma di rispetto reciproco, che consenta a voi di proseguire sulla strada che intendete percorrere e a me di raccogliere un po' di serenità per organizzare il mio futuro lavorativo e culturale. Mi appare come la cosa più onesta e reciprocamente dovuta. Attendo vostre notizie”.
Il 26 novembre in un'altra email il Sig. Vattani cambia completamente tono: “caro Meloni, esiste un termine che rende perfettamente l'idea di come ti stai comportando nei miei confronti per quello che attiene la gestione del contratto: MOBBING. Mi hai comunicato in via informale che la mia attività di addetto ai documentari è terminata alla metà di novembre e visto che non sono in programmazione documentari fino alla fine dell'anno posso rimanere tranquillamente a casa fino al termine del mio contratto previsto per la fine di Gennaio…Tutto ciò è bizzarro, io sono a Torino a mie spese e invece di approfittare della mia presenza qui come responsabile dei documentari, cerchi di sostituirti questo ruolo nonostante quello che sostieni riguardo la programmazione futura di documentari.”
Nella stessa email il sig. Vattani anticipa un comportamento vendicativo nei miei confronti che verrà confermato in seguito: “…Spero che tu trovi il modo di recuperare questo vergognoso comportamento, in caso contrario mi troverai ostinatamente convinto a contrastare questo tipo di ingiustizie…”.
Successivamente, poco prima del 20 dicembre 2014, apprendo dalla Dott.ssa Roberta Perfetti che il sig. Peciola intende effettuare una richiesta di accesso agli atti.
La richiesta di accesso agli atti viene formalizzata ufficialmente il 21.01.2015 con Protocollo n.QD1704 all'Assessorato alla Cultura di Roma Capitale con oggetto: Richiesta di chiarimenti relativi alla gestione e utilizzo del Nuovo Cinema Aquila. All’interno della richiesta ci sono almeno due elementi che, secondo il sig. Peciola, dovrebbero portare ad una possibile revoca della concessione. La richiesta inoltre reca una serie di elementi costruiti ad arte per diffamare o rendere opaco quello che potrebbe essere richiesto in modo molto più informale .
Appare quindi chiaro che il sig. Vattani attraverso la sua minaccia sia riuscito, con il supporto del consigliere Gianluca Peciola, a colpirmi, cercando di mettermi in cattiva luce con Roma Capitale.
L’amministrazione del Nuovo Cinema Aquila è improntata sulla trasparenza e sulla legalità. Alcune delle problematiche riscontrate sono fisiologiche nell’avviamento di un’attività che ha subito una serie di pressioni politiche volte a ottenere servizi gratuiti, il cui rimborso quindi non è stato mai riconosciuto. Non solo, ma proprio il mancato finanziamento del progetto “Altre Visioni Mondo” nonché lo stipendio Massimo Vattani e le spese relative al suo Festival, hanno messo in crisi la Cooperativa Sociale N.C.A.
Il 21 gennaio il Consigliere Gianluca Peciola protocolla la sua richiesta di chiarimenti, il 26 dello stesso mese viene nominata Direttrice del Dipartimento Cinzia Padolecchia la quale, dopo soli quattro giorni dal suo incarico, ritrasmette al Sol.co. la richiesta del Peciola. E’ interessante osservare che da questo momento tutta l’istruttoria del Dipartimento sembra assecondare solo e unicamente un fine: la Revoca della Concessione del Nuovo Cinema Aquila al Sol.Co. Solidarietà e Cooperazione .
Perviene l’avvio del procedimento amministrativo volto alla revoca della concessione, a seguito della quale la Cooperativa e il Consorzio chiedono un incontro presso il Dipartimento Cultura. In quest’occasione si presenta una circostanza assai singolare relativa alla denuncia presentata da un lavoratore (il sig. Vattani appunto) riguardo a irregolarità contributive imputate alla Cooperativa N.C.A. Ebbene vengo a conoscenza di tale denuncia, sporta il 15 marzo 2015, proprio durante la riunione con il Dipartimento Cultura, tenutasi il 17 marzo. Come è possibile che il Dipartimento Cultura conosca tale denuncia a soli due giorni dalla sua presentazione, quando le indagini sono coperte dal segreto istruttorio?
La direttrice del Dipartimento come può essere a conoscenza di questa denuncia se non è né una persona indagata né tantomeno parte offesa? A che titolo il Dipartimento Cultura viene a conoscenza di tale denuncia?
Naturalmente il procedimento amministrativo si conclude con la revoca della concessione che ci viene comunicata formalmente il 28 aprile 2015. Nonostante la gravità del provvedimento e la particolarità del tema (trattasi di un’interpretazione di diritto amministrativo alquanto complessa) nulla è stato fatto da parte dell’Amministrazione per avviare un confronto in merito alla possibilità di riportare la vicenda allo status quo della concessione.