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di Maurizio Costa
Roma – Il comune di Roma ha revocato la concessione del Nuovo Cinema Aquila alla cooperativa sociale N.C.A. La decisione è stata presa dall'amministrazione comunale perché il consorzio che ha vinto il bando per l'affidamento della struttura, il consorzio Sol.Co., ha subappaltato il Cinema Aquila proprio alla N.C.A., pratica proibita nella gara d'appalto (il concessionario non può trasferire ad altri il godimento del bene in uso, né subconcederlo, né cambiare la destinazione per cui è stato concesso).
Il direttore del cinema, Fabio Meloni, non ci sta e afferma che un consorzio può subappaltare ad una cooperativa socia un bene ricevuto dal comune. “Tale possibilità – scrivono i lavoratori del cinema in un comunicato – può essere messa in atto anche in caso di cooperative socie non presenti al momento della gara, come nel caso della N.C.A.”.
Questa affermazione viene smentita dal decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, che stabilisce che “i concorrenti all'atto dell'offerta o l'affidatario, nel caso di varianti in corso di esecuzione, all'atto dell'affidamento, abbiano indicato i lavori o le parti di opere ovvero i servizi e le forniture o parti di servizi e forniture che intendono subappaltare o concedere in cottimo” e inoltre che “l'affidatario (Sol.Co n.d.r.) provveda al deposito del contratto di subappalto […] almeno venti giorni prima della data di effettivo inizio dell'esecuzione delle relativa prestazioni”.
La N.C.A. Nasce solamente nel 2011 e quindi è impossibile che al momento dell'aggiudicazione (2008) il Sol.Co. avesse dichiarato di voler subappaltare alla cooperativa N.C.A.
Il direttore del cinema, Fabio Meloni, ha giustificato questo subappalto dichiarando che “la cooperativa era in gravi difficoltà economiche. Il Sol.Co non poteva ricevere credito cinematografico e sgravi per la digitalizzazione delle sale perché non aveva come principale attività quella del cinematografia. Non potevamo perdere questa opportunità e quindi abbiamo deciso di creare N.C.A.”.
In una conferenza stampa, Fabio Meloni ha parlato anche di questa subconcessione: “Io gli errori me li prendo. L'errore è stato subconcedere. L'irregolarità che ha portato alla revoca è stata la subconcessione. Secondo noi, questa è una cosa che si fa in tutti gli ambiti e non capisco perché non possa essere fatta qui. Non c'è nessuna sentenza a favore o a sfavore (ma ci sono le leggi all'interno del bando n.d.r.). Noi, però, non siamo neanche contrari al bando”.
Adesso, il comune di Roma ha deciso di istituire un nuovo bando, cercando di tutelare i lavoratori del Cinema Aquila, che così potrebbero perdere il lavoro. Meloni ha però preso una decisione importante: “Siamo già usciti dal consorzio Sol.Co. e adesso vogliamo partecipare al nuovo bando, senza scorciatoie ma solo col rispetto per quello che abbiamo fatto”.
Riguardo ai presunti rapporti del presidente del Consorzio Sol.Co., Mario Monge (intercettato al telefono con Salvatore Buzzi), con Buzzi e Mafia Capitale, Meloni ha dichiarato che “non abbiamo nessun rapporto con Buzzi e Carminati, anche se il primo ha fatto una proiezione qui”. E inoltre, il direttore del cinema continua: “Per salvare lavoratori e la cooperativa annuncio ufficialmente che noi usciamo dal consorzio Sol.Co. Mi dispiace ma c'erano molte cose che non sapevo, cose di cui mi sarei aspettato una partecipazione maggiore. Quindi ce ne andiamo dal consorzio. Se fossimostati coinvolti in Mafia Capitale ci avrebbero già chiuso gli inquirenti”.
Infine, Meloni giustifica la sua assenza in Mafia Capitale dicendo che “io mi sono preso anche qualche coltellata a Ostia e continuano a dirmi che faccio parte della mafia”.
La nostra inchiesta aveva svelato tutto già mesi fa e adesso finalmente giustizi è stata fatta. Ci sarà un nuovo bando, i lavoratori probabilmente continueranno a gestire il cinema, ma con una cooperativa più sana e senza vizi di legge.
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