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di Angelo Barraco
Nuoro – “La quiete dopo la tempesta” dice l’antico detto, sembra però che la quiete sia passata, le armi hanno finito di riposare e che abbiano ricominciato la spietata faida che è purtroppo famosa ai rigori della cronaca nazionale. Le armi che sparano, che uccidono e lasciano una scia di sangue senza un perché, senza un volto e senza un assassino. E’ esattamente quanto accaduto nelle campagne di Gairo (Ogliastra), dove a perdere la vita è stato un giovane imprenditore edile, Massimiliano Langiu -di 27 anni-, trovato dopo le ore 21. Il giovane imprenditore è stato ucciso con due colpi di fucile alla testa ed è stato trovato davanti alla porcilaia che aveva avviato con alcuni soci dove allevava maiali e vi si recava ogni mattina. Il killer ha preparato l’agguato meticolosamente poiché ha atteso che arrivasse la vittima e poi ha sparato due colpi con un fucile calibro 12 caricato a pallettoni. Ha colto di sorpresa la vittima, in una zona isolata, distante diversi chilometri dalla strada asfaltata e dove non vi è segnale di compagnie telefoniche. L’autopsia stabilirà l’ora del delitto e altri dettagli sulla morte. Quel che è certo è che la vittima, dopo le 9 del mattino, era vivo, e tale circostanza è confutata da un post su face book. Il corpo è stato scoperto da amici che lo cercavano. Questo però non è l’ultima storia di sangue a Gairo, poiché nel mese di novembre del 2014 Aldo Caboi, un uomo di 63 anni, è stato raggiunto da un proiettile alla testa. Le armi che fanno paura, che uccidono e che non hanno un volto. Un delitto senza volto quello di Caboi, anche se al momento non è stato collegato a quello del giovane imprenditore. Le armi non tacciono, ma nemmeno le voci di coloro che non vogliono questo sistema, e lo dimostra il sindaco di Gairo che scrive sul face book “Assurdo si possa porre fine alla vita di un giovane in questo modo. Nulla giustifica queste efferatezze e tanta barbarie. Episodi come questi riportano la lancetta dell'orologio indietro di anni e a tempi che pensavo a Gairo potessero essere ormai dimenticati”.
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