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di Angelo Barraco
Nuoro – E’ avvenuto un terribile omicidio nel centro di Orune, dove un giovane studente di 19 anni, Gianluca Monni, è stato ucciso da tre colpi di fucile. La tragica vicenda è avvenuta intorno alle 7.30 di stamane, mentre in giovane stava aspettando l’autobus che lo portava a scuola. Ad uccidere il giovane sarebbero stati due uomini a volto coperto che, dopo aver sparato, sarebbero fuggiti in auto. Il ragazzo non era da solo poiché al momento dell’omicidio vi erano altri ragazzi seduti con lui alla fermata. I Carabinieri stanno raccogliendo informazioni per risalire ai killer. Un professore di Gianluca ha commentato così quanto accaduto: “Gianluca Monni era uno dei più bravi ragazzi della scuola, sia per profitto che per disciplina. Uno studente pacifico, attivo e cordiale con tutti, per lui non ci sono mai stati problemi disciplinari, mai neanche una nota. Per noi è incredibile e sembra una cosa che non possa appartenere a noi. Gianluca era un ragazzo educatissimo perbene. Nella sua carriera scolastica non è mai stato bocciato. E' sempre stato impegnato, era stato per due anni rappresentante per gli studenti del consiglio d'istituto, ruolo che aveva svolto con senso di responsabilità. Mai avremmo potuto immagine che proprio a lui potesse capitare una sorte del genere”. Il sindaco di Orune, Michele Deserra ha commentato così i fatti accaduti: E' una tragedia, non ci sono parole che possano definire il sentimento di sgomento che stiamo provando, Gianluca era un ragazzo d'oro, così come la sua famiglia è gente perbene, gente fuori dai fatti di cronaca che hanno riguardato il paese. Non riesco a capacitarmi a capire. Per noi questa è l'ennesima prova. Non riesco a capire le cause di tanto male. L'unica cosa può essere la maledizione divina a cui non riusciamo a sottrarci. Non ci sono altre spiegazioni. Stamattina appena sono accorso sul luogo del delitto ho visto i ragazzi che stavano aspettando il pullman con Gianluca sconvolti, choccati. Una visione dolorosa sconvolgente. Posso solo dire che questo continua ad essere un paese di frontiera. Quando si parla di paesi del malessere si pronuncia spesso la frase con leggerezza, ma bisogna fare riflessioni profonde su questi fatti. Siamo tutti colpevoli e allo stesso tempo tutti impotenti. Ma le nostre comunità non possono essere abbandonate a se stesse, bisogna provare a cambiare una volta per tutte”.
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