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di Christian Montagna
Napoli – Giunti al terzo appuntamento con la rubrica settimanale, stavolta analizziamo i casi di malasanità campani e la condizione degli ospedali a Napoli. Spesso resi famosi dai programmi televisivi, gli edifici che accolgono le strutture sanitarie campane sono risultate fatiscenti e in stato di abbandono. Soldi del Comune stanziati ma mai spesi correttamente e di conseguenza una sanità ballerina. Di recente in contatto con gli ospedali per la questione Ebola, ho avuto modo di parlare con dottori e dirigenti sanitari. Ebbene, la situazione non è sempre come quella che i nostri cari pennivendoli ci vogliono proporre. L’Ospedale Cardarelli di Napoli, ad esempio, in tempi record, ha predisposto la struttura secondo quanto richiesto dal Ministero della Salute. Non sempre dunque a Napoli le cose non funzionano. Certo, è più facile diffondere la notizia di un disservizio ma per fortuna non c’è soltanto quello! Il problema è che gli ospedali arrancano per mancanza di fondi che dovrebbero arrivare dallo Stato ma non ci sono; i Comuni dunque non possono sostenere le spese mediche ai cittadini e impongono il pagamento di un ticket: alla fine del gioco è sempre il cittadino che paga! Ma paghiamo per cosa? Dove vanno a finire le nostre tasse? Il problema richiederebbe un dibattito in stile manzoniano ma ve lo evito perché oggi è un giorno di festa! Altra cosa è invece quando si parla di malasanità poiché questa non accade soltanto a Napoli ma ovunque. “Errare humanum est” dicevano gli avi: quando c’è in ballo la vita di un essere umano bisognerebbe essere molto più attenti! Troppe volte dimenticanze, errori banali e incompetenza dei sanitari hanno causato morte e dolore. L’ultimo in ordine di tempo è il caso di Maria D’Ambrosio e la sua piccola Francesca, morte entrambe tra la sala parto e la sala operatoria dell’ospedale Sant’Anna di Boscotrecase lo scorso mercoledì. In seguito all’autopsia, non è stato riscontrato nulla che potrebbe giustificare il decesso. Eppure, qualcosa è accaduto; una mamma e la sua figlia appena nata non ci sono più! Si attenderanno gli esami istologici e tossicologici che potranno fornire informazioni riguardo la condizione di salute delle due vittime. Una malasanità che non guarda in faccia a nessuno: giovani mamme, neonati, adolescenti; può colpire proprio tutti. Ma possibile che non ci siano medici competenti? No, non è questa la motivazione.
I nostri medici sono tra i più richiesti al mondo, sono preparati e colti ma talvolta possono sbagliare. Il ramo in cui maggiormente si contano casi di malasanità è quello della chirurgia estetica. Operazioni giunte a buon termine ma con ripercussioni successive; interventi eseguiti in ambulatori privati senza mezzi di primo soccorso; operazioni prive di anestesia e dovuti esami precauzionali: insomma, pur di guadagnare, alcuni sanitari opererebbero anche in un porcile! E intanto, i pazienti muoiono… E’ accaduto di recente a Napoli che due giovani donne morissero in seguito ad un bendaggio gastrico; un ‘altra nel quartiere di Mergellina in seguito ad una liposuzione. Insomma, la schiera dei morti è in forte crescita e chissà quanto ancora si infoltirà, ma possibile che non si emani una legge che vieti tutti i tipi di interventi non in sicurezza totale? Vorrei dire una cosa agli abitanti dell’Olimpo: anziché pensare a riformare la legge elettorale, che in questo periodo è l’ultima delle priorità, cominciate a guardare sul serio i problemi della vostra nazione perché qui, si muore troppo spesso.
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