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Redazione Lazio

NON DOBBIAMO DIMENTICARE

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Tempo di lettura 3 minuti LO SPECIALE SULL'EDIZIONE "VIRTUAL PAPER" DEL 6 APRILE 2013 – WWW.OSSERVATORELAZIALE.COM

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Chiara Rai

Ti stringi forte alle persone care, infondi e chiedi sicurezza, speri che dopo quell'ultima scossa la terra smetta di tormentarti. Invece, dopo che tutto ti è crollato attorno, dopo che i tuoi cari, i ricordi, gli amici, sono stati divorati da una terra ribelle, capisci che l’ultima scossa, tuo malgrado, ti ha colto impreparato.

L'Aquila e i paesi vicini hanno vissuto tutto, fino in fondo, fino a perdere le radici legate alla memoria storica di una città ridotta fantasma. Illusa, con voce afona dopo quattro anni si presenta sventrata, solo in parte rimessa in piedi e grazie, soprattutto, alla buona volontà degli aquilani, al sostegno e solidarietà di coloro che senza slogan hanno donato per fratellanza, per comunanza con un sentimento sconosciuto ai fagocita tori di consensi: L’Aquila ora è poco appetibile, una vecchia piaga ancora non rimarginata dove all'occorrenza vi si è gettata un'àncora giocattolo. 

C'è chi a casa non vi e' tornato, le mura d'albergo hanno assorbito le sue nomadi lacrime. C'è chi ha perso il proprio figlio, chi non ha avuto il tempo di nascere e chi di diventare madre. Ragazzi, anziani, donne, bambini raggiunti da un terremoto, classificato di magnitudo 6.3, una scossa letale avvenuta ad una profondità di 8,8 chilometri: 308 vite umane, salite a 309 con la creatura prigioniera tra il ventre della madre e le macerie, che doveva venire alla luce proprio allora, il 6 aprile del 2009. Secondo quanto si apprende, giunti al quarto anniversario del sisma, la popolazione assistita dallo Stato ammonta a 22 mila persone di cui 12 mila negli insediamenti antisismici del progetto CASE; 2.700 nei Moduli abitativi provvisori; 6.700 beneficiari del contributo di autonoma sistemazione; 140 persone ancora ospitate dagli alberghi.

Pina Calì, una persona comune, in un blog racconta la sua testimonianza di quel tragico giorno. “Mia figlia, studentessa dell’università di L’Aquila in psicologia, divideva il suo appartamento con un’altra ragazza studentessa a piazza San Pietro a Coppito n° 1…..Papa Celestino V,  mi ha fatto il miracolo di riavere mia figlia sana e salva senza un graffio, recuperare la macchina e tutti gli effetti personale delle due studentesse. Subito dopo la scossa terribile che ha raso al suolo la città di L’Aquila, la mia bambina è uscita scalza per scappare da quell’inferno. Davanti a un palazzo si è fermata ed è tornata indietro per recuperare le scarpe ed il telefonino. Pochi secondi ed è crollato il palazzo dove si era fermata poco prima! Se non tornavano indietro, le due ragazze sarebbero state travolte dalle macerie di questo palazzo crollato. Sono riuscita a mettermi in contatto telefonico con mia figlia e l’ho invitata a scappare dal centro storico. Lei mi diceva che aveva trovato insieme all’amica, rifugio nel centro della piazza San Pietro, ma tutto intorno a loro crollava e vi erano fili di corrente elettrica scoperti e un forte odore di metano. Aveva terrore di avventurarsi per i vicoli con il buio. Quattro ore in piedi sulla piazza, a quattro gradi, stando attente ai crolli dei palazzi intorno, spostandosi dal centro della piazza alla ricerca di un punto sicuro. Le due ragazze erano coperte da un pigiama ed una leggera giacchetta da camera. Per quasi quattro ore si sono abbracciate per riscaldarsi e farsi coraggio a vicenda. Dopo qualche ora è arrivato il loro “angelo salvatore” che le ha raggiunte nel centro storico per portarle fuori da quell’inferno. Si è dovuto fermare lì con loro ed aspettare che arrivasse la prima luce del giorno per trovare una via di fuga”. La memoria di questo evento dev’essere sempre rinnovata, non possiamo dimenticare quello che i nostri fratelli aquilani hanno subito e neppure le false promesse dei politicanti che giocano con la vita delle persone.

LO SPECIALE SULL'EDIZIONE "VIRTUAL PAPER" DEL 6 APRILE 2013 – WWW.OSSERVATORELAZIALE.COM

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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