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Roma

NICOLA ZINGARETTI, NOMINA AGRESTI: UN DIPENDENTE DELLA REGIONE LAZIO ARCHIVIA IL CASO

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Tempo di lettura 3 minutiL'Anac ha rimesso la decisione al Responsabile delle Prevenzione della Corruzione della Regione Lazio

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di Cinzia Marchegiani

Regione Lazio – Nicola Zingaretti era stato messo a nudo dal magistrato dell’anticorruzione Cantone, su una nomina che faceva acqua da tutte le parti. Giovanni Agresti era stato designato dallo stesso Presidente della Regione Lazio a commissario straordinario dell'Ipab di Gaeta.

Il governatore Zingaretti questa nomina l’aveva fatta, secondo Cantone, senza verificare eventuali incompatibilità, in quanto Agresti risultava anche amministratore di una società, la Gest- Var, che gestisce due cliniche private.

Invero lo stesso Agresti sembrerebbe aver segnalato nel proprio curriculum vitae la sua posizione di amministratore, ma nulla che evidenziasse che entrambe le cliniche erano in rapporto con la Regione Lazio.

Ma ora esce il giallo sull’archiviazione di questo procedimento di incompatibilità di nomina a Giovanni Agresti

L’ANAC delega la decisione al Responsabile della Prevenzione della Corruzione della Regione Lazio. L’Autorità Nazionale Anticorruzione rilascia un comunicato il 13 ottobre 2015 dove precisa di aver appreso a mezzo agenzie di stampa che avrebbe proceduto ad archiviare il procedimento di inconferibilità relativo alla nomina dell’ex commissario straordinario dell’Ipab SS. Annunziata di Gaeta.

Anac passa la patata bollente al Responsabile delle Prevenzione della Corruzione della Regione Lazio. Anac nel suo comunicato insiste spiegando che si tratta di una notizia assolutamente destituita di ogni fondamento: “L’Anac sulla questione si è pronunciata con la delibera n° 67 del 23 settembre scorso ed ha rimesso al Responsabile della Prevenzione della Corruzione della Regione Lazio il prosieguo del procedimento, indicando i criteri a cui attenersi. Della decisione del RPC, (Responsabile della Prevenzione della Corruzione) che avrebbe dovuto essere comunicata all’Anac, fino a questo momento, non vi è alcuna traccia.

Viene inoltre precisato, infine, che il Responsabile della Prevenzione della Corruzione è un dirigente della Regione Lazio e non è né un funzionario né un dirigente dell’Anac, ma è il responsabile interno del rispetto delle norme anticorruzione della Regione”.

IL M5S afferma l’archiviazione del caso da parte non dell’ANAC ma del RPA. In merito a questo passaggio di responsabilità tuona il M5S Lazio. Valentina Corrado, capogruppo del M5S Lazio, infatti spiega che invece c’è stata l’archiviazione, e lo fa il 14 ottobre 2015 spiegando: “Non ci sorprende la decisione del responsabile regionale anticorruzione di archiviare il procedimento a carico di Nicola Zingaretti sulla nomina di Agresti come commissario dell’IPAB di Gaeta, d'altronde il suddetto dirigente è stato nominato dalla Giunta Regionale quindi dallo stesso Zingaretti. Dover giudicare l’operato del proprio datore di lavoro è sicuramente un’attività scomoda ed inusuale. A sorprenderci è infatti la decisione dell’ANAC, che è un’Autorità indipendente, di delegare a tale ufficio, che indipendente non è, una decisione di propria competenza”.

La Corrado precisa che la decisione del Responsabile Regionale Anticorruzione di addebitare ogni responsabilità alle dichiarazioni mendaci ad Agresti anche se lo stesso aveva dichiarato nel suo curriculum di gestire due strutture ospedaliere e accusa: “la Regione non aveva effettuato alcun controllo per verificare se tali strutture fossero o meno accreditate al servizio sanitario pubblico”.

M5S ricorrerà al TAR. Dopo questo giallo, per alcuni non giallo, il M5S ha dichiarato che ricorrerà al Tribunale Amministrativo Regionale “per impugnare tale sconcertante decisione – spiega la Corrado – che ancora una volta mira a far dissolvere nei meandri della burocrazia ogni responsabilità addebitando ai cittadini i costi e gli oneri di un’amministrazione superficiale e poco attenta”.

Il capogruppo del M5S Lazio, Valentina Corrado è amareggiata, parla di una situazione che si é creata che aumenta la sfiducia dei cittadini che non si sentono difesi dagli abusi di potere: “Se il cittadino si rivolge all'Anac, ma questa non può fare nulla e la giustizia diventa un fatto privato, in questo caso tra Zingaretti e la sua funzionaria Del Borrello, chi protegge i cittadini? Ciò che sta accadendo nella Regione Lazio è di una gravità assoluta che sconfessa tutte le intenzioni di creare una vera anticorruzione in Italia."