NICOLA PORRO VS FEDEZ: LA QUERELLE CONTINUA

 

Porro de Il Giornale rivendica libertà di pensiero: “Se qualcuno dell'entourage di Fedez pensa che 100mila euro siano una minaccia sufficiente ad abdicare a queste mie, nostre, libertà si sbaglia di grosso”

dI Cinzia Marchegiani

La querelle tra i giornalisti e Fedez non si estingue e si alimenta a colpi di battute sui social network, ma non solo. Una serie di polemiche sono scaturire in seguito alle manifestazioni dello scorso primo maggio all’inaugurazione della mostra internazionale di Milano EXPO 2015. Fedez,nome d’arte di Federico Leonardo Lucia, è un rapper produttore discografici che ha accumulato fans e più di 500 mila di copie vendute e 11 dischi di platino e 5 d’oro , entrato con forza nel panorama musicale italiano, molti suoi fan l’hanno potuto seguire al talent show X Factor dove l’artista ha vinto la finale.

QUERELLE TRA GIORNALISTI E FEDEZ
Fedez non è andata proprio giù che il giornalista di Libero, Filippo Facci abbia scritto che l’artista abbia in qualche modo appoggiato ad una manifestazione Noexpo e per questo lo ha querelato chiedendo danni per a00 mila euro tramite i suoi avvocati e altri 100 mila euro li chiede all’editoriale “Libero” come risarcimento che lo stesso definirebbe come un’evidentissima diffamazione. La querelle non si è certo placata, tanto che lo stesso Facci chiede anche lui i danno per 200 mila euro. 

FEDEZ DECLINA GLI INVITI IN TRASMISSIONE TELEVISIVE

FEDEZ su Facebook scrive: “Dopo l'ennesima caccia allo scoop di oggi, tra poco a Servizio Pubblico parlo a tutti quei giornalisti (nomi e cognomi) che continuano la loro caccia alle streghe nei miei confronti e di come chi si lamenta del peso di un artista nel dibattito pubblico poi è lo stesso che pubblica le sue dichiarazioni sui propri giornali.
In questi giorni ho voluto rifiutare gli inviti di tutti (e quando dico tutti intendo tutti) i salotti politici televisivi perché ritenevo di essermi già espresso e non mi andava di fare il cavalcatore visto che non sono in campagna elettorale e tutto questo mi sta creando solo danni e non pubblicità come molti lasciano intendere.
Però a quanto pare ripetersi è importante visto che continuano a farmi le stesse 4 domande ed escono sempre gli stessi 4 tabella diffamatori. Perchè per certi giornalisti è più facile sbattere il mostro in prima pagina piuttosto che sbattersi a fare bene proprio lavoro. A dopo”

NICOLA PORRO CON UNA LETTERA RIVENDICA LA SUA LIBERTA’ SU FACEBOOK
“Io rivendico la mia libertà di poter scrivere su questa bacheca che Fedez è un cattivo maestro. Io rivendico la libertà di dire che per lui ci vorrebbe la mamma di Baltimora. Come per altro spesso ci sarebbe voluta per me. Rivendico la libertà anche per Fedez e i suoi amici di scrivere che sono un giornalaio, che i miei metodi sarebbero fascisti, che faccio falsi scoop e che sostanzialmente sarei un disonesto. Io rivendico la liberà di dire che imbrattare i muri di Milano non è una forma di protesta ma si tratta di vandalismo. Rivendico la libertà di dire che le parole di amore eternit non mi piacciono e magari anche quelle di trottolino amoroso. Rivendico la libertà di scrivere su Facebook e Twitter con il gergo che è proprio di questi potenti, potentissimi social media. Rivendico la libertà di aver invitato Fedez @Virus perchè la Rai non è il salotto di casa tua e non si invitano gli amici e i sodali, ma anche coloro che non la pensano come te.
Non rivendico la libertà di fare il giornalista. Ma qualcosa di più: quella di esprimere un (con l'apostrofo ') opinione, anche corrosiva, nelle nuove pubbliche piazze.
E’ per queste libertà che il signor Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, attraverso i suoi avvocati mi chiede 100 mila euro (chissà perché a @FilippoFacci ne chiede 200mila, sono un po' seccato). Rivendico persino la libertà di Fedez di querelarmi e chiedermi una cifra senza senso. Ma solo a patto che attribuisca all'influenza delle mie opinioni lo stesso peso delle sua. E se io non posso dire che per Fedez ci vorrebbe la mamma di Baltimora, perché il ragazzo si sente diffamato, stia più attento il medesimo ragazzo a scrivere che graffiti e imbrattamenti delle vetrine avvenuti durante la manifestazione degli studenti (e non solo) del 30 aprile sono solo protesta. I milanesi, gli artigiani, gli impiegati delle banche, i proprietari delle auto danneggiate. se mal consigliati dagli stessi consulenti del nostro fenomenale artista, potrebbero chiedergli il conto. Così come Fedez lo chiede a me.”

Porro termina la missiva che è arrivata a destinazione di Fedez, avendolo taggato su Facebook, con un monito:”Se qualcuno dell'entourage di Fedez pensa che 100mila euro siano una minaccia sufficiente ad abdicare a queste mie, nostre, libertà si sbaglia di grosso. Ciao ciao”.

Una polemica che sembra non conoscere confini, c’è un’immagine da difendere, un pensiero? Ci chiediamo se davvero la libertà di dire quello che si pensa con le canzoni, con uno spettacolo possa ogni volta generare anch’esse accuse e denunce.

Di fatto proprio da poco Fedez rilancia e pubblicando la foto della prima pagina di Libero annuncia:
“La notizia vera è che se quereli Libero loro ti mettono in prima pagina!
Tutti i giornalisti che settimana scorsa mi accusavano di essere una delle cause dell'arrivo dei Black Bloc,di essere un istigatore dei violenti e in alcuni casi esprimevano la volontà di volermi prendere a schiaffi oggi piangono nascondendosi dietro la libertà d'espressione, quando io per aver espresso un'opinione non conforme alla loro mi sono dovuto subire lo squadrismo mediatico basato su una totale campagna denigratoria e disinformativa. Siamo nell'assurdo.
L'unico modo che ho per poter dimostrare che i loro tabella hanno riportato il falso è quello di avvalermi dei mezzi che mi mette a disposizione la società CIVILE, in questo caso la querela per diffamazione e minacce. Cosa c'è di più democratico?
Questo minerebbe la loro libertà di diffamazione (non d'espressione) che sono ben felice di ostacolare”.

Sarà un giudice a dover decidere se è diffamazione o libertà di espressione, ma questa bagarre sicuramente pone riflettori su quanto un pensiero, una posizione espressa con una canzone o una frase scritta possa trascinare consensi o proteste. Uno spaccato di questa realtà che mette a disposizione spunti di grande riflessione, soprattutto perché avere un monopolio, di qualsiasi genere, ti mette su un piedistallo che condiziona giudizi e pensieri.