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Editoriali

NESSUNO CI CAMBIERA' NEANCHE RENZI

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Ancora due Italiani sequestrati in Libia, a Ghat, nel Fezzan, dove i due erano andati a lavorare, nonostante la loro età non fosse più verde, e meritasse di trascorrere una meritata e serena pensione in famiglia. Il sequestro, secondo Toni Capuozzo, che di queste cose ne sa, è avvenuto per mano di Aqmi, l’Al Qaeda del Magreb islamico, non dell’Isis, e quindi, arguisce Capuozzo, possiamo sperare di non vederli in tuta arancione. Siamo il Bancomat di bande e terroristi. Ci aspettiamo che il solito agente dei Servizi sia già in loco, a contattare chi di dovere, con la valigetta piena di dollari. A cose fatte – che speriamo si risolvano per il meglio – Gentiloni, come al solito, giurerà che non è stata sborsata una lira. Vero, perché i riscatti si pagano in dollari. Non è importante che noi non sappiamo quanto ci costano i riscatti: l’importante è che lo sappiano quelli che rapiscono i nostri connazionali, in qualche caso con la complicità dell’autista, come pare sia accaduto per il sequestro di Salvo Failla e Fausto Piano, uccisi nella primavera scorsa dopo un sequestro interminabile. Che almeno questo governo ci dimostri che è capace di risolvere il problema di due nostri emigrati, come ha già fatto per alcuni giornalisti e per due volontarie, Greta e Vanessa, ’volontariamente’ rapite proprio in quella città, Aleppo, che oggi è il maggior bersaglio di bombardamenti.  Per le due ragazze – che ad una precisa domanda dichiararono in un’intervista televisiva di ‘aver fatto sesso’ durante quella che a fatica potremmo chiamare detenzione, e non d’essere state violentate – furono pagati, a quanto riferiscono le fonti, circa 12 milioni e mezzo di dollari, variamente spartiti fra i personaggi che questo sequestro avevano operato e favorito. Gentiloni – sempre lui – si augura in TV che i nostri due tecnici non siano stati ‘ceduti’ ad altre bande, cosa che farebbe lievitare il prezzo del riscatto.
Massacrato a Roma in metropolitana un 37enne, Maurizio Difrancescantonio, ora ricoverato in prognosi riservata con fratture al cranio, colpevole di aver chiesto ad un passeggero di spegnere la sigaretta. Dopo un'operazione al cranio per ridurre una frattura scomposta dell'osso temporale, pare sia in via di guarigione. Picchiata anche la madre che ha cercato di difenderlo. Autori dell’aggressione due pregiudicati in trasferta, Luigi Riccitiello, di Caserta, 26 anni, e il 24enne   Antonio Senneca, di Aversa. I due, pregiudicati per spaccio e rapina, sono stati arrestati dalla Polizia, dopo una breve colluttazione. Pare anche che fossero armati. Questo episodio ci riporta al problema della vivibilità delle nostre città. Dopo le bande brasiliane di Milano, e i picchiatori estemporanei, permettere a certa gente, – la cui pericolosità sociale è fuor di dubbio, – di circolare liberamente, è una forma velata di complicità. Depenalizzare centinaia di reati soltanto perché le nostre carceri scoppiano, e costringono il nostro governo a pagare ogni mese multe salate a causa delle sanzioni dell’Unione Europea, è stato certamente un errore. Migliore indirizzo potrebbero trovare quelle somme a fondo perduto nella risoluzione del problema, che la depenalizzazione ha a acuito piuttosto che diminuirlo. L’Iter di questo reato è già noto: l’avvocato dei due farà in modo di far derubricare l’accusa di tentato omicidio in lesioni gravi, e fra condoni e denuncia a piede libero, i due criminali non faranno un giorno di buia. Questa pare sia la tendenza ‘consigliata’ ai magistrati. Fra le tante riforme di questo governo non abbiamo visto quella della riforma delle carceri. Se a Renzi e Co. Piacciono tanto le ‘grandi opere’, come il nostro premier ama definire le Olimpiadi, perché non rivolge un po’ del denaro che salta fuori quando si tratta di propaganda al miglioramento della capacità carceraria, mettendo in funzione impianti già pronti e abbandonati, o costruendone di nuovi? Visto che parla sempre di nuovi posti di lavoro, questa sarebbe un’occasione per assumere fra le guardie carcerarie tanti giovani disoccupati, magari provenienti da ruoli militari. È pur vero che la nostra Costituzione dice che il detenuto dev’essere ‘rieducato’, ma a volte si tratta di delinquenti violenti e abituali, per i quali questa regola non vale. La galera dev’essere anche una punizione, e deve servire a togliere dal contesto civile persone pericolose. Non è possibile che si debba avere paura di girare per strada: una città grande come New York è diventata sicura dopo il sindaco Giuliani, che ha instaurato la tolleranza zero. La convivenza civile vuole regole, e chi le faccia rispettare; altrimenti la civiltà va a farsi benedire, e saremo costretti a girare per strada come nel Far West. 
E la nostra Italietta, malgrado i proclami e gli inni di Mameli, che puntualmente terminano con quel bruttissimo "UE'", che Mameli non s'è mai sognato di scrivere – ma tant'è, se volete che lo cantino, così deve fimire – va avanti all'italiana, con quel taglio di eroismo e infingardaggine che Alberto Sordi ha così ben rappresentato per quasi mezzo secolo. Renzi minaccia l'Unione Europea, e c'è chi ci crede, ma anche chi se ne frega.  Grillo va dalla Appendino e ne tesse gli elogi. La moglie di Renzi va al suo primo giorno di scuola con Jeans, maglietta bianca, giacchino rosa e tacco alto, dribblando le domande dei giornalisti accorsi in massa all'evento. E' stata assunta per chiamata proprio a Firenze, a differenza di chi ha dovuto rinunciare all'insegnamento perchè l'algoritmo ha elaborato una destinazione impossibile. L'Italia è il Paese delle raccomandazioni, ma nessuno osa scriverlo, tanto è sottinteso, figurarsi, la moglie di Renzi! Giorgia Meloni, FD'I, è andata a partorire in Svizzera. Potendo ci trasferiremmo lì anche noi, mentre ai nostri pensionati più poveri tocca la Bulgaria, se vogliono sopravvivere, c'è chi può e chi non può. Non aspettiamoci salti di qualità, in Italia. Non aspettiamoci che l'Italia cambi davvero, solo perchè siamo nel terzo millennio, e Renzi ci ha promesso di cambiare l'Italia. Siamo così, così come siamo, come rispose Albertone tassinaro alla moglie obesa che s'era messa in testa di dimagrire, con il solo risultato di rischiare una crisi cardiaca. "Come sono?" chiese lei. E lui le rispose: "Così come sei. Sei così". Anche noi siamo così. anche noi, gli Italiani siamo così, e così è l'Italia, a rischio di una crisi cardiaca nell'ipotesi di un cambiamento. Un po' eroi, un po' santi, un po' navigatori, un po' imbroglioni, un po' infingardi, a caccia di raccomandazioni, che da noi valgono più del talento, basta vedere un paio di programmi pomeridiani su Rai 1. Gli unici concerti che registrano il tutto esaurito sono quelli di Blasco, dei Pooh, di Laura Pausini. Però siamo tutti convinti che la cultura sia una gran cosa. Tutti piangono Ciampi – l'hanno risocperto, ma dove s'era cacciato? -, in Libia l'ennesimo sequestro a scopo economico, bisogna rimpinguare le casse dei banditi; il papa ad Assisi dichiara ancora una volta che 'Non c'è un Dio di guerra', e incontra i soliti musulmani, ortodossi, buddisti eccetera. A Ravenna ennesimo femminicidio, da parte di un medico dermatologo di chiara fama, apparso anche in TV, che ha ucciso la moglie a bastonate e poi ne ha nascosto il corpo. In passato aveva partecipato ad una manifestazione antiviolenza. Facile quando si tratta degli altri, ma quando capita a te…. La lira tracolla, il mercato è in crisi, c'è il bollino nero? Tutti in fila per andare al mare o in montagna. A Fiumicino vanno ai Caraibi, nonostante l'austerity. Le file in autostrada sono inamovibili; code al casello di ore per rirtirare il ticket. Il tiggì di turno mostra immagini di repertorio, tanto sono tutte uguali, di macchine in fila, di gente che sorride e saluta, di sciarpe giallorosse o biancazzurro. Siamo così, nonostante tutto. E nessuno ci cambierà, neanche Renzi.

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