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NEMI VIDEO SHOK: TROVO STRADA ROMANA, TAGLIO I BASOLI, LI AGGIUSTO E FACCIO UN VIALE NELL’AZIENDA

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Tempo di lettura 4 minuti Mentre il patrimonio pubblico viene utilizzato come fosse un souvenir privato, tutte le Istituzioni dove sono?

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Non dico niente di non provabile, c'e' un video che dice tutto e che a mio parere e' davvero vergognoso. Che La Regione, il Comune di Nemi, il Parco, la Soprintendenza, il Ministero facciano subito qualcosa. Almeno una di queste istituzioni. Salviamo l'Italia da questi scandali e forse tra qualche anno si potra' ammirare un  piccolo parco archeologico a Nemi, dove vicino all'area del Tempio di Diana c'e' una strada antica e visitatori in  fila che pagano un biglietto per ammirarne la bellezza. Per ora basta un panino da De Santis, ed e' un vero peccato per i nostri figli e le generazioni che verranno.

[tabella PRECEDENTI:  25/07/2012 NEMI TEMPIO DI DIANA, DOVE SI VA’? AL SITO ARCHELOGICO O ALL’AZIENDA AGRICOLA?]

 

Chiara Rai

Povera Italia. Le cose non vanno perche' abbiamo un modus faciendi tutto nostro. Il video che riportiamo con l'articolo, cari lettori, e' a dir poco scioccante. In un qualsiasi altro paese d'Europa una situazione del genere non si sarebbe verificata. Con queste riprese abbiamo toccato il fondo. Siamo arrivati ad un punto dove tornare indietro risulta difficile, ma dobbiamo assolutamente virare indietrotutta e fare in modo che coloro che vogliono a tutti i costi ridicolizzare noi e il nostro Paese, si fermino. C'e' una ignoranza e una incivilta' inaudita che va frenata. Faccio un urgente e serio appello alla soprintendente ai beni archeologici del Lazio Marina Sapelli Ragni, tra l'altro chiamata in causa nel corso del video da questo signor Gino De Sanctis, il quale nella sua azienda a pochi metri dall'area del Tempio di Diana, ha scoperto  dei basoli di epoca romana (credo perche' non sono un esperto) e di testa sua e a suo gusto li ha sistemati.  Secondo le dichiarazioni di questo signore e di altri nel video si tratterebbe della strada di Virbio, cosidetto "Re di Nemi", sacerdote della divinita' di Diana. Sto parlando della Valle del lago di Nemi, sto parlando di un'area PRIVATA ADIACENTE IL TEMPIO DI DIANA, dove si sponsorizza la buona cucina e l'accoglienza di un'azienda assieme a dei reperti archeologici ritrovati dal proprietario dell'azienda che, a mio parere dovrebbero essere custoditi altrove, magari presso il non lontano Museo delle Navi di Nemi diretto dalla dottoressa Giuseppina Ghini. Il signor De sanctis, con le sue ciabatte e un tubo in gomma continua a calpestare i basoli ritrovati e a bagnarli con l'acqua come fosse un terrazzino in calcestruzzo impolverato. Se ne vanta e dice addirittura, che avvisata la soprintendente del Lazio, quest'ultima avrebbe apprezzato il gesto del signor Gino che ha arrangiato una strada, tagliati i basoli, creato un vialetto a misura per lui, per la sua azienda e soprattutto per i visitatori che pensa di richiamare a se'. Sono sicura che qualsiasi turista, vedendo pietre romane originali in terreni privati dove sorgono attivita' commerciali, ride e ci beffeggia alle spalle. Ci sono le indicazioni stradali per il tempio di Diana letteralmente mozzate, ci sono i variopinti cartelli di De Sanctis che fanno capire che il tempio e' da lui. Anzi i templi, perche' nel video si vanta la proprieta' di tre, quattro templi e di strade romane come se fossero del signor Gino e non patrimonio pubblico. Quei basolati sono nostri. Faccio appello anche al Comune di Nemi, affinche' verifichi subito questa situazione, faccio appello al ministro per i Beni e Attivita' Culturali Lorenzo Ornaghi affinche' metta al sicuro quel poco che e' rimasto, affinche' verifichi e nel caso prenda i dovuti provvedimenti. Se nel mio orto trovassi un'antico reperto archeologico, non aspetterei un minuto in piu' e lo metterei a disposizione del patrimonio pubblico. Invece, pare che a due passi dall'area del Tempio di Diana esista un "custode" non autorizzato che tratta il tempio e le sue ricchezze archeologiche circostanti come fossero un appendice di casa sua. Non dico niente di non provabile, c'e' un video che dice tutto e che a mio parere e' davvero vergognoso. Che La Regione, il Comune di Nemi, il Parco, la Soprintendenza, il Ministero facciano subito qualcosa. Almeno una di queste istituzioni. Salviamo l'Italia da questi scandali e forse tra qualche anno si potra' ammirare un  piccolo parco archeologico a Nemi, dove vicino all'area del Tempio di Diana c'e' una strada antica e visitatori in  fila che pagano un biglietto per ammirarne la bellezza. Per ora basta un panino da De Santis, ed e' un vero peccato per i nostri figli e le generazioni che verranno.

Il video proposto è stato scaricato da youtube dove era stato caricato da giardinodian in data 11/ott/2011
La didascalia riportata sul video è la seguente:
L'azienda agricola il giardino di Diana è situata in una felice posizione nella splendida vallata del Lago di Nemi e dispone di oltre 40.000 mq di terreno distribuiti in vari appezzamenti. Il lago è distante poche centinaia di metri, tutto è circondato dall'ampio cratere vulcanico immerso in boschi di leccio, querce faggio, aceri, roverelle, corbezzoli, tigli, castagni e quant'altro di unico e raro, tale da rappresentare un autentico esempio di macchia preistorica. Si raggiunge percorrendo le strade che scendono sia da Nemi che da Genzano e si trova a poca distanza dal Museo delle Navi Romane. L'azienda ricade interamente nel Parco dei Castelli Romani ed è parte integrante dell'Area archeologica del Tempio di Diana Nemorense con presenza di parti significative dell'antico santuario. La superficie agricola è destinata ad oliveto specializzato, orto, colture officinali e naturalmente allevamento di api, con indirizzo produttivo nel pieno rispetto dei criteri di coltura biologica. (girato da Ulderico Agostinelli Cico Movies di Velletri)

tabella PRECEDENTI:

 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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