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di Angelo Parca
Nemi (RM) – A Nemi i proprietari del villino in via Dei Laghi al civico 1, rispettivamente Ballor Anna Paola, Brullo Gabriele e Brullo Giovanni, quest’ultimo appartenente alle Forze dell’Ordine, hanno ottemperato solo in minima parte all’ordinanza di remissione in pristino dello stato dei luoghi emessa dal Comune di Nemi il 17 ottobre 2012. Il Comune ha contestato i movimenti di terra finalizzati a terrazzamenti e inoltre la posa in opera di prato e nuove essenze arboree. E’ stato contestato anche un portico con pilastri in legno, pilastrini rompitratta. E anche il porticato, appoggiato ad una esistente struttura lignea già oggetto di accertamenti nel 2008. Ad oggi la situazione non è cambiata nella sostanza, anzi si sono aggiunti dei graziosi arredi da giardino. Il porticato è stato smantellato parzialmente e ricostruita, seppur in maniera diversa, la tettoia. Mentre non è stato ripristinato lo stato dei luoghi: sono ancora ben evidenziati i terrazzamenti abusivamente realizzati.
A quanto pare, ci sono ordinanze di messa in pristino come quella di Gino De Sanctis nella valle del lago di Nemi che sono state celermente ottemperate e altre ordinanze come questa in via dei Laghi civico 1 che invece sembra resistere agli “ordini” e al tempo che passa.
Infatti, il 21 settembre 2014 saranno passati due anni dalla segnalazione dell’abuso consumatosi nel villino in via dei Laghi al civico 1.
Il 21 settembre 2012 segnalavamo un evidente movimento di terreno boscato, con un andamento che seguiva la collina, che è stato completamente stravolto da terrazzamenti e muretti di contenimento. I piani di campagna sono stati quindi rivoluzionati e inoltre risultavano essere stati smossi almeno mille metri cubi di terra. In quel villino vi sono stati dei lavori continui da giugno 2011 al 2012 in maniera più intensa e adesso i cambiamenti sono lenti mentre veloce è la vegetazione che cresce e che copre tutto lo scenario di cui si parla.
Tempo addietro, una ruspa di piccole dimensioni ha smosso terreno, in un territorio protetto pieno di vincoli a partire da quello idrogeologico. Un telo scuro di recinzione ha incuriosito l’interesse de l’Osservatore d’Italia. Ci sono stati evidenti movimenti di terra come si evince dalle foto passate e recenti. C’è una parte di terreno ricoperta da vegetazione, arbusti compresi, che pian piano è stata sfoltita. C’era una piccola tettoia di colore chiaro. Ci sono dei muretti, nel terreno, che prima non c’erano. C’era una recinzione con dei paletti in legno che è stata sostituita da un muro. E’ stato soltanto smantellato il porticato con tegole al seguito. Il materiale di risulta si trova, tra l’altro, ancora all’interno della proprietà e quindi non regolarmente smaltito presso discarica autorizzata come prevede la normativa vigente.
Ma permane la struttura lignea oggetto di accertamento nel 2008. I muretti ci sono ancora e ci sembra che non sia stato ripristinato l’originale stato dei luoghi. Anzi si sono messi a dimora, dopo l’emissione dell’ordinanza del Comune di Nemi, degli ulivi di media grandezza. Quegli alberi non potranno essere più sradicati e così rimarranno nel tempo ben evidenziati i terrazzamenti abusivamente realizzati.
Ha verificato l’ufficio tecnico del Comune di Nemi che l’ordinanza, passati quasi due anni, sia stata correttamente ottemperata? E’ stata pagata la multa fatta dal Comune? L’ufficio tecnico è a conoscenza dell’ “abuso tris”? Ovvero, sa che è stata realizzata un’altra tettoia, seppur diversa, ex novo?
Il conto degli introiti che potrebbero risultare dalle sanzioni annunciate nelle ordinanze di ripristino e demolizione emesse dal Comune sale a vista d’occhio. Ci sono figli e figliastri?
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