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Chiara Rai
Nemi (RM) – Un’altra bufera giudiziaria per il sindaco di Nemi Alberto Bertucci, questa volta indagato per “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, perché in veste di amministratore del Comune di Nemi, nell’ordinanza 21 del 26 agosto 2010 “falsamente attestava, riferendosi al campo sportivo Iorio di Nemi” l’idoneità del campo, visto il certificato di agibilità del campo di gioco che consente agli spettatori di accedere alle tribune in muratura e ciò sebbene l’impianto sportivo fosse privo di certificato di agibilità, privo di attestazione di allaccio alla pubblica fognatura, privo di certificazione antincendio e addirittura composto da alcuni manufatti abusivi (tribuna per ospiti, toilette, due magazzini, spogliatoi e club House).
Indagato anche il consigliere di maggioranza Giovanni Libanori
Una vicenda, quella del campo sportivo Iorio che non ha risparmiato neppure l’attuale consigliere di maggioranza Giovanni Libanori, il quale è indagato anch’egli per “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, perfino recenti, perché addirittura si sarebbe spacciato per il sindaco di Nemi attestando la perfetta idoneità del campo sportivo. In pratica Libanori, “attribuendosi la qualifica di primo cittadino del Comune di Nemi nel nulla osta “disponibilità campo giuoco stagione sportiva 2012/2013 del 16 luglio 2012 (già eletto consigliere di maggioranza) falsamente attestava, riferendosi al campo sportivo Iorio, la perfetta idoneità da ogni punto di vista normativo sulla sicurezza ed agibilità del campo di giuoco e degli annessi servizi e strutture a corredo” e ciò sebbene l’impianto sportivo risultava privo delle attestazioni su riportate.
Alberto Bertucci, il quale in campagna elettorale promise che avrebbe riaperto lo stadio già i primissimi giorni dopo l’elezione, adesso si ritrova indagato per falso ideologico nonché rinviato a giudizio per turbativa d’asta e frode nei confronti dello stesso Comune che amministra e rappresenta.
Si stanno scrivendo le pagine più nere nella storia del Comune di Nemi.
Un sindaco doppiamente perseguito dalla giustizia penale è una onta troppo pesante da digerire. E’ quantomeno umiliante essere rappresentati, in questo momento storico, da persone che arrogantemente dicono di perseguire la legalità, come ha sempre asserito il consigliere indagato Libanori (che addirittura avrebbe firmato in veste di sindaco quando invece non lo è) e che invece fanno pesare sulla cittadinanza una reale vergogna per il fatto di essere amministratori in carica nell’occhio del ciclone della Magistratura.
Si pensa a fare feste a riempirsi la bocca di presunte incensazioni da parte della stampa Europea, sicuramente ignara che al timone di uno dei paesi più preziosi di bellezze naturalistiche e archeologiche dei Castelli Romani c’è un sindaco che sta subendo un processo per aver tentato di frodare il proprio Comune e probabilmente potrebbe subire anche un altro processo per aver dichiarato il falso.
La matematica non è un’opinione e quando i nonni parlano con i proverbi affermando che “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” non gli si può certo controbattere sventolando la bandiera della legalità e dandogli dei rimbambiti!
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