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Roma

NEMI: UNA STORIA DI SENTENZE, RITARDI E… CAPRI ESPIATORI?

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Tempo di lettura 4 minuti Pratica trascurata per un anno con danno economico per le casse comunali e punizione solo per il meno colpevole di tutti

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Redazione

Nemi (RM) – Quella che andiamo a raccontare è una storia, a nostro parere, paradossale che forse poteva accadere solo a Nemi. Una storia iniziata più di dieci anni fa a Nemi e non ancora conclusa, una storia che ha visto già punita la persona forse meno colpevole di tutti e che rischia di arrecare danni alle casse comunali e di conseguenza alle tasche dei cittadini. Tutto parte da una multa per violazione al Codice della Strada nell’ormai lontano 2003 e la somma originaria da incassare era di € 275,73 con tanto di emissione di cartella esattoriale da parte di Equitalia.  Tra vari ricorsi si arriva infine al Tribunale Civile di Roma che fissa al 21 maggio 2012 l’udienza tra il cittadino multato ed il Comune di Nemi. All’udienza è però presente solo l’appellante, mentre il Comune di Nemi, non è rappresentato da nessuno e viene dichiarato contumace.

La sentenza, in assenza di controdeduzioni, è favorevole al ricorrente, il Giudice accoglie l’appello e condanna il Comune di Nemi alla rifusione dei due gradi di giudizio liquidandoli in 850 euro oltre gli accessori dovuti per legge. Come si suol dire, “cornuti e mazziati”.

Il Comune di Nemi invece di intascare i soldi della contravvenzione  si vede condannato a sborsare circa cinque volte tanto! Ma il bello (o il brutto) della storia deve ancora venire.

Il 21 gennaio 2013 al Comune di Nemi arriva la richiesta di pagamento dell'importo dovuto con  annessa la relativa sentenza del Tribunale. A questo punto c’è solo da pagare, ma il 24 febbraio il responsabile dell’area vigilanza di Nemi, il comandante Gabriele Di Bella, invia un fax allo studio legale romano chiedendo di pazientare fino al riconoscimento del debito fuori bilancio e contestualmente di inviare la parcella definitiva con le indicazioni necessarie alla futura liquidazione.

In risposta lo Studio Legale invia la fattura in data 24 maggio 2013. Passano i mesi e nessuno provvede alla liquidazione, fin quando stufo di aspettare lo Studio Legale in data 5 dicembre 2013 invia un atto di precetto con la somma di nuovo maggiorata dalle ulteriori spese legali fino ad arrivare a ben 1.364 euro! Il pagamento, divenuto ormai inevitabile con l’atto di precetto, deve essere effettuato entro e non oltre 10 giorni.

In data 10 dicembre 2013 il Comandante della Polizia Municipale di Nemi Gabriele Di Bella affida la pratica, trascurata per un anno, ad un suo sottoposto, il maresciallo Filippo Merlonghi, da poco nominato responsabile del procedimento Cds, che si ritrova la “patata bollente” tra le mani.

E qui viene il colpo di genio, perché è proprio quest’ultimo ad andarci di mezzo, autentico capro espiatorio di una vicenda che palesemente sembra avere ben altri colpevoli. Il maresciallo Filippo Merlonghi, che peraltro tra fine dicembre 2013 e i primi di gennaio 2014 è stato assente dal servizio prima per ferie e poi per aver subito un intervento chirurgico,  come rientrato in servizio visiona l’atto di precetto ed il 14 gennaio 2014 trasmette nota al Comandante Gabriele Di Bella al fine di provvedere alla liquidazione.

Il pagamento però non avviene, tra richieste di ulteriori chiarimenti da parte del Comandante Di Bella e risposta del Maresciallo Merlonghi. Ed ecco che ai primi di febbraio 2014 il Comandante Gabriele Di Bella contesta al maresciallo Filippo Merlonghi la lungaggine (?) nei tempi di trattazione della pratica e lo mette sotto Consiglio di disciplina.

Incredibilmente la Commissione Disciplinare, presieduta dal Segretario Comunale dott. Ivano Moreschini, lo condanna, imponendo all’operatore di polizia locale una multa pari ad un’ora di retribuzione. In poche parole il maresciallollo Filippo Merlonghi è stato riconosciuto unico colpevole e condannato per aver ritardato di qualche giorno la trattazione di una pratica che qualcun altro ha tenuto in un  cassetto per oltre un anno!

A questo punto è lecito porsi qualche domanda:

– Perché la sentenza arrivata al protocollo del Comune di Nemi il 21 gennaio 2013 non è stata liquidata in tempi brevi?

– Com’è possibile che il responsabile dell’Area Vigilanza del Comune di Nemi contesti al maresciallo Filippo Merlonghi di non aver posto in essere tutte le modalità ed attenzioni che la particolarità dell’atto richiedeva quando risulta che lo stesso comandante Gabriele Di Bella abbia di fatto permesso che la pratica venisse trascurata dal 21 gennaio al 10 dicembre 2013?

– Lo stesso Gabriele Di Bella ha presentato la richiesta di riconoscimento del debito fuori bilancio al Consiglio Comunale come da lui faxato allo studio legale romano?

– Sono stati presi provvedimenti disciplinari nei confronti di tutti coloro che avrebbero dovuto dar seguito alla liquidazione della sentenza prima dell’assegnazione della pratica al maresciallo Merlonghi quasi un anno dopo la sua notifica? Oppure si è inteso punire soltanto quest’ultimo?

– Com'è possibile che ad oggi l'importo del credito vantato dallo studio Legale ancora non risulta liquidato e c'è il fondato rischio di un ulteriore aggravio delle spese?

– E proprio per evitare l’aggravio delle spese il Segretario Comunale, Ivano Moreschini, oltre ad emettere il provvedimento sanzionatorio nei confronti del maresciallo Merlonghi, non doveva verificare se inizialmente la sentenza e successivamente il precetto fossero stati liquidati nei tempi dovuti?

– Com’è possibile che, in un contesto familiare com'è il Comune di Nemi, il Sindaco e  l’assessore delegato al personale abbiano autorizzato ed avallato con il loro silenzio una simile ingiustizia ?

Un invito, infine, al restauratore di via del Municipio affinché, per evitare disguidi o cattive interpretazioni nel modo di esercitare la legge da parte della Commissione Disciplinare dell'Ente, di rimuovere la targa esposta in vetrina all'ingresso del laboratorio e che per dovere di cronaca ne riportiamo il contenuto nell'immagine allegata all'articolo "La Legge non è uguale per tutti"

Restiamo in attesa di risposte da parte dell'amministrazione comunale, che non mancheremo di pubblicare.

Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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