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Roma

NEMI, STRADA DEL LAGO. DETERMINE AD INTERMITTENZA: TOGLI IL GEOLOGO E METTI L’INGEGNERE

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Tempo di lettura 3 minuti Insieme per Nemi: “A cosa serve questa ulteriore indagine tecnica se la Regione ha già messo in sicurezza la strada Nemi lago?”

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Redazione

Nemi (RM) – Togli la determina e rimetti la determina. Togli il geologo e metti l’ingegnere. Una dinamica alquanto insolita che si intende evidenziare.

La Determinazione del comune (138 del 4 luglio 2013) prevede l’affidamento dell’incarico, all'ingegner Nando Mastrostefano, relativo alle indagini geotecniche nonché la redazione di una relazione geologica sulla sp32/c "Nemi Lago" meglio conosciuta come via del Tempio di Diana. 

Fin qui nulla da eccepire se non fosse che la strada in questione, nell’estate 2012, è stata oggetto di interventi di somma urgenza per la messa in sicurezza del movimento franoso del versante tra via Roma e Via Tempio di Diana per un importo di circa 200 mila euro, effettuati dall’assessorato all’Ambiente – Area Difesa del Suolo – della Regione Lazio e finalizzati alla messa in sicurezza del versante.

A seguito di questi lavori la strada Nemi Lago è stata riaperta.

Insieme per Nemi, (che ha inviato questa ulteriore nota al nostro quotidiano) il gruppo politico che vede l’ex sindaco Cinzia Cocchi seduta ai banchi dell’opposizione in Consiglio, lo scorso ottobre ha preparato un dossier [ CLICCARE QUI PER LEGGERE IL DOSSIER ] nel quale veniva evidenziato il fatto che gli interventi effettuati dall’assessorato all’Ambiente della Regione Lazio, ai fini della riapertura della strada per la quale le precedenti amministrazioni avevano stimato (con l’ausilio di tecnici di Provincia e Regione) circa 1 milione di euro di interventi, non avrebbero messo in sicurezza il versante compreso tra via Roma e via Tempio di Diana. Nel dossier fotografico, Insieme per Nemi evidenzia altresì che sarebbero stati utilizzati fondi pubblici per interventi su proprietà private.

Ma non solo. C’è un altro fatto. E cioè che il 5 settembre del 2012, è stato revocato con la delibera di Giunta l’affidamento di una perizia ad un geologo nell’area sita lungo via Tempio di Diana. Tale revoca è stata motivata dal fatto che l’intervento della Regione Lazio avrebbe messo in sicurezza l’intera area ai fini della riapertura. La riapertura, dunque, c’è stata. [ CLICCARE QUI PER LEGGERE IL DOCUMENTO DI REVOCA DEL GEOLOGO ]

"Ciò che salta all’occhio, – commentano da "Insieme per Nemi" – dopo diversi mesi dalla stessa, è l’affidamento con la Determinazione 138 del 4 luglio 2013 dell’incarico revocato (con la stessa finalità investigativa) ad un nuovo professionista (Ing. Nando Mastrostefano). [ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'AFFIDAMENTO INCARICO ALL'INGEGNER NANDO MASTROSTEFANO ] 

La motivazione viene ricondotta alla necessità di “stimare la possibilità di revocare l’ordinanza sindacale di sgombero n.3/2011” per cui “occorre conoscere le caratteristiche geologiche per definire i parametri utili per la progettazione di eventuali opere di sostegno da mettere in atto ed avere un quadro conoscitivo completo per le opportune opere di difesa che dovranno essere progettate”.

Perché? A cosa serve questa ulteriore indagine tecnica se la Giunta ha asserito nella precedente delibera che non era necessaria ulteriore perizia in quanto la Regione Lazio è responsabile della messa in sicurezza avvenuta (??) considerando che gli interventi hanno interessato anche le aree che dovrebbero essere oggetto dell’attuale indagine.

Ed ancora,  – proseguono nelle dichiarazioni da " Insieme per Nemi" – senza nulla togliere all’altissima professionalità del tecnico, perché questa volta si è deciso di affidare l’incarico ad un ingegnere anziché ad un geologo?

E per finire, trattandosi di interventi su proprietà private, gli oneri della perizia tecnica pari ad euro 5.033,60 [ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'AUTORIZZAZIONE ALLA SPESA DI EURO 5.033,62 ] e degli eventuali lavori non dovrebbero essere a carico dei proprietari dei terreni??

Perché un altro dispendio di risorse pubbliche, quando la Regione Lazio, come più volte affermato dall’Amministrazione, con i lavori eseguiti ha permesso la riapertura dell’arteria Nemi – Lago?

C’è qualcosa che non va?".

LEGGI ANCHE:

 22/10/2012 NEMI, LAVORI DI MESSA IN SICUREZZA STRADA NEMI LAGO: IL DOSSIER DI "INSIEME PER NEMI"

Roma

Omicidio a Roma, venti anni a chi uccise e lasciò Michelle in un carrello

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“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”.

Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. E’ quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il giovane di origini cingalesi che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.

“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza erano presenti in aula al momento della lettura del dispositivo.

Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti. Adesso andiamo avanti, ho un altro figlio e mi dovrò dedicare completamente a lui”. Il tribunale ha, di fatto, recepito l’impianto accusatorio della Procura.

Le aggravanti sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere, infilandolo in una sacca nera dell’immondizia. L’aggressione avvenne in un appartamento di via Dusmet. Il minore, nel tentativo di sbarazzarsi del corpo, non si preoccupò di ripulire la scena del crimine, tracce di sangue furono trovate ovunque a cominciare dall’androne del palazzo. L’esame autoptico svolto sul corpo della ragazzina confermò il drammatico quadro emerso subito dopo il ritrovamento del cadavere.

Tra i ragazzi si consumò una prima discussione accesa con urla, percepite distintamente anche dai vicini, e poi l’aggressione. Dalle ferite riscontrate nel corso dell’esame è emerso che il giovane colpì la ragazza utilizzando un coltello da cucina. Un’azione omicida che forse era iniziata con un fendente alla schiena per poi proseguire con almeno altri cinque colpi sul resto del corpo della minorenne. Un vero e proprio massacro che si sarebbe consumato in pochi minuti.

Altra certezza è che dopo il delitto, messo in atto dal ragazzo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di alcol e droga, ci fu il drammatico e velleitario tentativo di lasciare il corpo lontano dal luogo dell’aggressione, la casa dove il ragazzo viveva. La madre, infermiera di origini cingalesi, era fuori mentre il padre era in Sri Lanka.

Madre e figlio si erano trasferiti da poco nell’immobile dove nel corso di una perquisizione venne trovata della droga, sostanze utilizzate per produrre mix di stupefacenti sintetici. Nel corso dell’udienza del 29 maggio scorso l’imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si era sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei.

In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l’imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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