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Roma

NEMI, SIGILLI DEL TRIBUNALE ALLO STADIO LUCIANO IORIO

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Tempo di lettura 2 minuti Ci sarebbero dei manufatti, circa cinque, che avrebbero presentato delle irregolarità. Inoltre, l’impianto sarebbe risultato privo di agibilità, dell’allaccio in fogna e del certificato di prevenzione

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Nel ricostruire l’intera vicenda, quello che si può affermare è che a partire dall’allora sindaco Alessandro Biaggi per proseguire con Cinzia Cocchi, con l’ex responsabile dell’ufficio Tecnico Gianpaolo Miglietta e con l’allora vicesindaco di Nemi Alberto Bertucci si sono sostanzialmente firmati dei nulla osta al fine di permettere sia alle squadre di giocare e iscriversi al campionato che al pubblico di assistere alle partite.

 

Redazione

Sigilli della Procura sull’impianto sportivo Luciano Iorio di Nemi, dal 18 luglio sotto sequestro preventivo. Questo è ciò che si nota passando per via dei Corsi e via della Radiosa, dove un foglio del Tribunale di Velletri è ciò che rimane di una storia che si trascinava da diverso tempo. Per lo stadio, di proprietà comunale, si sono adoperati davvero tutti gli amministratori susseguitesi negli anni, anche l’attuale di maggioranza Giovanni Libanori che è stato vicepresidente della Diana Nemi, squadra che di recente si è fusa con i Canarini di Rocca di Papa. L’obiettivo comune è sempre stato quello di non lasciare senza campo i ragazzi delle associazioni sportive Diana Cinthianum e Diana Nemi. Ci sarebbero dei manufatti, circa cinque, che avrebbero presentato delle irregolarità. Inoltre, l’impianto sarebbe risultato privo di agibilità, dell’allaccio in fogna e del certificato di prevenzione incendi. Ciò è emerso in occasione di un sopralluogo della polizia municipale datato 6 maggio 2011, avvenuto a seguito di un esposto. Inoltre, sono state acquisite le ordinanze del 1 settembre 2009, a firma dell’allora sindaco Cinzia Cocchi, del 26 agosto a firma del vicesindaco e attuale primo cittadino Alberto Bertucci e del 10 novembre 2011 a firma del responsabile dell’ufficio tecnico Gianpaolo Miglietta. Difatti, quali legali rappresentanti dell’Ente, risultano indagati per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art. 479 del codice penale) l’ex sindaco Alessandro Biaggi che avrebbe firmato un nulla osta relativo il campo il 3 giugno 2009, Cinzia Cocchi e Gianpaolo Miglietta. Indagato anche Giacinto Bertucci, presidente della Diana Nemi, per aver eseguito manufatti abusivi presso l’impianto in area vincolata. 

Intanto, non è pervenuta alla nostra redazione alcuna comunicazione ufficiale da parte dell’amministrazione comunale,  nessun “pezzo di carta” e nessun contributo su questa vicenda, nonostante il direttore de L’osservatore laziale abbia cercato un contatto con Giovanni Libanori, il quale oltre a sbraitare su facebook, su questa vicenda non ha inteso dire nulla. Una considerazione, intanto, può essere fatta: di fatto l’inerzia dell’anno passato, ha preparato il terreno all’avvento della Magistratura e probabilmente se non ci fosse stato il commissariamento, a quest’ora in quel campo gli sportivi sarebbero in piena attività. Nel ricostruire l’intera vicenda, quello che si può affermare è che a partire dall’allora sindaco Alessandro Biaggi per proseguire con Cinzia Cocchi, con l’ex responsabile dell’ufficio Tecnico Gianpaolo Miglietta e con l’allora vicesindaco di Nemi Alberto Bertucci si sono sostanzialmente firmati dei nulla osta al fine di permettere sia alle squadre di giocare e iscriversi al campionato che al pubblico di assistere alle partite. Impegnato in trincea anche l’attuale sindaco Alberto Bertucci, il quale in campagna elettorale promise che avrebbe riaperto lo stadio già i primissimi giorni dopo l’elezione. Di fatto non è stato così e a rischiare il campionato sono i ragazzi della talentuosa squadra.

 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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