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6 anni agoon
NEMI (RM) – Sembrava che ogni malumore si fosse spento con l’assemblea sulla scuola organizzata da alcuni genitori la settimana scorsa al Byron bar.
La riunione è stata organizzata dopo che alcuni rappresentanti di classe (tra cui Simona Pelucchini, rappresentante di una classe della materna, Patrizia Corrieri rappresentante classe IV e consigliere comunale, Giovanni Mattei rappresentante di V, Federica Berghi, classe II, Stefania Fadda, rappresentante di classe III) hanno promosso una raccolta firme, a cui hanno aderito 70 genitori su un totale di circa 120 bambini, per chiedere sostanzialmente di essere ascoltati su tre temi principali: il ripristino dalla quota comunale nella tariffa mensa, l’impiego dei locali rimasti liberi alla scuola dell’Infanzia che potrebbero essere destinati a ludoteca o sala riunioni genitori, l’adeguamento in termini di sicurezza di alcuni locali della scuola dell’edificio nuovo.
Nonostante questi genitori avessero chiesto, per iscritto, la concessione di una sala comunale per poter dare luogo all’assemblea, lo stesso sindaco, sempre per iscritto non ha inteso concedere sedi istituzionali per l’assemblea dei genitori motivando il diniego, tra l’altro, asserendo che non è un’assemblea pubblica il luogo dove affrontare le tematiche scolastiche ma i referenti sono le insegnanti e i responsabili di plesso.
Nel giorno dell’assemblea il sindaco Alberto Bertucci non ha partecipato ma ha inviato una lettera ad alcuni dei 70 firmatari in cui sostanzialmente ha fatto presente a ciascun singolo genitore di essergli stata “carpita in buona fede una firma in merito ad alcune richieste riguardanti la scuola. È triste vedere che l’iniziativa è promossa sempre dalle stesse persone che anche in passato hanno strumentalizzato i temi scolastici ai quali invece l’amministrazione comunale rivolge grande attenzione”. Insomma i toni della missiva sono da considerare alquanto singolari. La lettera del sindaco è stata fatta recapitare ad alcuni dei firmatari (non tutti) su carta intestata del Comune e protocollata al numero 10897/2018.
A seguito di questa missiva comunale, i genitori destinatari, hanno voluto lanciare un segnale e scrivere una lettera aperta al sindaco Alberto Bertucci in cui sostanzialmente vogliono dire al primo cittadino di essere delle persone “autonome” che hanno una testa per ragionare e per scegliere in autonomia e libertà se firmare o meno in occasione di una raccolta firme che ha come tema la scuola e quindi il futuro dei loro figli.
“Gent.mo Sindaco,
Le scriviamo in merito alla lettera da Lei inviata ai liberi cittadini che hanno sottoscritto la raccolta firme protocollata in data 25 Ottobre.
Vogliamo sottolineare che tutti i cittadini che hanno firmato lo hanno fatto per libera scelta, perché sono perfettamente in grado di intendere e di volere e perché sono stati in grado di scegliere liberamente se appoggiare la mozione a Lei rivolta.
Ci chiediamo anche se, invece di sprecare inutili risorse, non sarebbe stato più opportuno partecipare alla nostra assemblea e rispondere alle nostre domande. Noi crediamo sempre e comunque nel libero confronto, nella possibilità di dialogo come avviene in tutti i paesi liberi e civili.
Per quanto riguarda invece i tre argomenti trattati, ci teniamo a sottolineare quanto segue.
Per la mensa non c’è stata ancora data una comunicazione ufficiale sul motivo dell’abolizione del contributo comunale a favore di tutti i cittadini. Ricordiamo che la riduzione/esenzione della quota mensa su base ISEE viene applicata per legge in tutte le scuole pubbliche italiane, quindi non è un favore che Lei ha deciso di farci, è obbligato ad applicare la legge. Potrebbe informare i cittadini che le spese della mensa sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi.
Per quanto riguarda il piano di emergenza della scuola a noi risulta che il responsabile incaricato alla sicurezza ancora non ha sviluppato per l’anno 2018/2019 un piano di evacuazione/emergenza e sempre quest’anno ancora non sono state effettuate le prove di evacuazione.
Punto terzo: le aule della scuola dell’infanzia non possono essere utilizzate dalle insegnanti perché non sono state sgomberate dagli arredi, che tra l’altro sono di proprietà del comune.
Il corso di musica, a differenza degli altri anni, ancora non è iniziato.
Il progetto per la scuola di scacchi è previsto solo per la seconda elementare. Per le altre classi è stato presentato, ma non da Lei, un progetto esterno.
Ultima considerazione. Lei sparge voce che noi cittadini, con le nostre richieste, vogliamo far chiudere la scuola di Nemi. Ci teniamo a sottolineare che stiamo impiegando le nostre energie per migliorare la mostra scuola, per far valere i nostri diritti, cercando di trovare soluzioni non drastiche, al contrario di quello che vuole far credere cercando di screditarci sempre e comunque.
Noi crediamo fermamente nella partecipazione, nel dialogo e nella libertà di pensiero e di espressione.
I liberi genitori”
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