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Ambiente

Nemi, gestione rifiuti in via della Radiosa: rischio salubrità per l’acqua potabile di tutta l’area

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Il Comitato “I Corsi” scrive ai sindaci del territorio: “L’acqua del pozzo “I Corsi” è un bene comune. Acea la impiega negli acquedotti dei colli albani”

NEMI (RM) – “L’isola ecologica non è gestione rifiuti” questa l’affermazione fatta dal Sindaco di Nemi Alberto Bertucci durante il Consiglio comunale dello scorso 22 aprile dove è stato approvato il progetto definitivo e la variante al Prg per la realizzazione di un centro di raccolta dei rifiuti differenziati comunali – isola ecologica in via della Radiosa, nella zona residenziale di Nemi denominata “I Corsi” dove è presente a soli 60 metri di distanza un pozzo di acqua potabile gestito da Acea che serve la popolazione di Nemi e con tutta probabilità anche altri comuni del comprensorio attigui.

L’affermazione del Sindaco, in contrasto con quanto dettato dalla legge 152 del 2006, è apparsa come del tutto gratuita oltre che priva di qualsiasi fondamento rispetto a quanto dettato da una legge dello Stato – D.lgs 152 del 2006 – che vieta espressamente la gestione rifiuti, perchè di questo si tratta, e quindi la costruzione di un’isola ecologica o centro di raccolta rifiuti entro un raggio di 200 metri dal punto di captazione di acque potabili. Una legge che parla chiaro e soprattutto non consente deroghe.

La legge parla anche di rumori o odori e di siti di particolare interesse come quello in via della Radiosa in pieno Parco regionale dei Castelli Romani

Oltre al fatto che lo stesso Decreto legislativo all’articolo 177 specifica che: “I rifiuti sono gestiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente e, in particolare:

  • a) senza determinare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, nonché per la fauna e la flora;
  • b) senza causare inconvenienti da rumori o odori;
  • c) senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse, tutelati in base alla normativa vigente.

E in via della Radiosa, nel luogo prescelto dall’amministrazione comunale per far sorgere l’isola ecologica, oltre ai rischi per la falda acquifera, esistono anche gli inconvenienti da rumori o odori vista la vicinanza a pochissimi metri di distanza di abitazioni residenziali. Per non parlare poi dei danni al paesaggio considerando che il sito in questione è di massimo interesse e dovrebbe essere tutelato da un Ente che fino ad oggi ancora non ha fatto sentire la sua voce riguardo questa vicenda.

Nel 2016 l’ACEA ha detto no all’isola ecologica in via della Radiosa

L’amministrazione comunale guidata da Bertucci ha già incassato un sonoro niet da Acea già nel 2016 in sede di conferenza di servizi proprio alla luce del quadro normativo all’epoca e tuttora vigente richiamando, tra gli altri, l’art. 94. della legge 152/2006 “Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano”.

L’area recintata e sotto gestione di ACEA del pozzo “I Corsi” vicino a soli 60 metri da dove il Comune vuole realizzare l’isola ecologica

L’amministrazione Bertucci ci riprova dopo 5 anni ma la legge è sempre la stessa e non ammette deroghe

Un progetto definitivo e una variante al Prg che sono state approvate in Consiglio comunale lo scorso 22 aprile, con i voti contrari di tre consiglieri di opposizione, e che ora dovranno superare lo scoglio di una nuova conferenza di servizi che verrà indetta prossimamente dal Comune.

Il Sindaco dopo l’approvazione in Consiglio comunale parla di progetto embrionale scaricando la responsabilità sugli Enti sovracomunali

Ma la legge 152 del 3 aprile 2006 non è cambiata e il pozzo di acqua non si è certamente spostato e quello che appare chiaro è che l’amministrazione Bertucci, dopo aver approvato progetto e variante al Prg, cerca ora di recuperare consensi verso una popolazione inferocita, tra cui molti elettori del Sindaco, che ha visto raccogliere ormai ben oltre 200 firme contro questo centro comunale di raccolta rifiuti differenziati “trattino” isola ecologica e costituire un Comitato per dire no a questa struttura, parla di progetto embrionale e soprattutto accusa velatamente i cittadini firmatari della petizione di non aver cercato un incontro con il Comune, definito dallo stesso Sindaco come unica fonte ufficiale, dove avrebbero potuto constatare che in realtà l’isola ecologica non rappresenterebbe un pericolo per l’inquinamento della falda acquifera. In pratica il messaggio subliminale che si vorrebbe far passare tra i cittadini è quello che se il progetto e la variante dovessero passare in sede di conferenza di servizi il Comune non sarebbe responsabile, cercando così di salvare capra e cavoli.

20mila euro di soldi pubblici per un progetto che potrebbe non essere approvato in sede di conferenza di servizi

Da considerare anche il fatto che il progetto relativo a servizi tecnici di progettazione definitiva esecutiva e direzione lavori, attinenti ai lavori di realizzazione dell’isola ecologica in località
“I Corsi” è stato affidato all’Ingegnere Daniele Rossetti, per un esborso dalle tasche cittadine di un importo complessivo di 19.509,84 euro, oltre oneri previdenziali ed IVA se dovuta e dovrà essere approvato dagli Enti sovracomunali. E se gli Enti sovracomunali non dovessero approvarlo?

Il Consigliere Cortuso propone una Commissione ad hoc ma il Sindaco chiacchiera al cellulare e poi boccia insieme alla sua maggioranza

Durante il Consiglio comunale il Consigliere di “Ricomincio da Nemi” Carlo Cortuso ha ricordato al Sindaco che era stata proposta un’assemblea pubblica, anche online in video conferenza, dove potersi confrontare con la cittadinanza, ma che la richiesta non ha trovato accoglimento. Come del resto a tutt’oggi i Consigli comunali non vengono trasmessi in streaming come avviene invece per la stragrande maggioranza dei Comuni italiani, nonostante, in un altro punto all’ordine del giorno dello stesso Consiglio comunale, il Gruppo consiliare “Ricomincio da Nemi” avesse proposto, con una mozione, la ripresa in diretta streaming delle sedute consiliari, proposta bocciata dalla maggioranza. Nel suo intervento il consigliere Cortuso ha anche presentato la proposta di istituire una Commissione ad hoc per l’isola ecologica mentre il Sindaco Bertucci era impegnato a chiacchierare al cellulare e comunque anche questa proposta è stata bocciata dal Sindaco e dalla sua maggioranza.

Il gestore Acea miscela l’acqua del pozzo con altre fonti di approvvigionamento e la serve anche ad altri comuni dell’area. Il Comitato scrive ai Sindaci dei Castelli Romani

Il comitato “I Corsi” – via della Radiosa, Nemi ha scritto ai sindaci dei comuni attigui, oltre che all’ACEA ATO2 e al Garante regionale del Servizio Idrico Integrato per sollecitare un intervento collettivo urgente di sensibilizzazione nei confronti del Sindaco di Nemi al fine di far rispettare quanto stabilito per legge – D.lgs 3 Aprile 2006 Nr 152 Art. 94 Comma 4 lettera h – in materia di salute pubblica.

Ecco la nota del Comitato “I Corsi” – via della Radiosa, Nemi inviata con Pec ai Sindaci

Il comitato “I Corsi” – via della Radiosa, Nemi si rivolge a tutti i sindaci dell’area interessata, – Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Marino, Rocca di Papa e Velletri quali tutori della salute pubblica, al fine di un loro intervento, per quanto di loro competenza, relativo ad una questione che riguarda potenzialmente la qualità dell’acqua che viene servita dal gestore ACEA nei Comuni attigui a Nemi. Il Comitato ha ben chiara la questione: “L’acqua è un bene comune e soltanto condividendo le criticità può essere tutelato. Se anche solo un pozzo del territorio può essere a rischio inquinamento, bisogna mettere in campo un’azione sinergica volta a prevenire ogni possibile pregiudizio e soprattutto fare in modo che una legge che tutela tale bene primario venga applicata senza deroghe né compromessi”.

Il gestore Acea, preleva l’acqua dal pozzo “I Corsi”, che si trova a circa 60 metri dall’area dove il Comune di Nemi intende realizzare un centro di raccolta dei rifiuti differenziati comunali – isola ecologica, e la miscela insieme a quella proveniente da altre fonti di approvvigionamento per poi servirla alla popolazione anche di altri comuni.

Lo scorso 22 Aprile 2021 il Consiglio comunale di Nemi ha approvato, con il voto contrario delle sole opposizioni, il progetto definitivo e la Variante Urbanistica di PRG per la realizzazione di un centro di raccolta dei rifiuti differenziati comunali – isola ecologica in un’area situata in via della Radiosa dove nelle immediate vicinanze è presente il pozzo “I Corsi” che alimenta la rete idrica di Acea. Una approvazione progettuale e di variante al Prg che contrasta con quanto stabilito dalla legge 152 che vieta espressamente e categoricamente tale attività di gestione rifiuti entro un raggio di 200 metri dal punto di captazione dell’acqua non prevedendo nessun tipo di deroga.

Infine, la medesima area – via della Radiosa – è stata già precedentemente interessata da analogo progetto del Comune di Nemi portato in Conferenza dei Servizi in data 7/9/2016. ACEA ATO2, invitata alla Conferenza dei Servizi in qualità di gestore del servizio idrico nel Comune di Nemi, con nota Prot. GEPA/PR/16785 a firma della responsabile della Gestione Operativa Patrimonio e Servizi per l’ambiente Ing. Claudia Ceci, ha espresso parere nettamente sfavorevole alla realizzazione del progetto proprio alla luce del quadro normativo all’epoca e tuttora vigente richiamando, tra gli altri, l’art. 94. della legge 152/2006 “Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano”.

Di tutta questa vicenda sono stati messi a conoscenza diverse istituzioni come il Presidente della Commissione Rifiuti in Regione Lazio Marco Cacciatore che ha presentato una interrogazione, il Presidente della Commissione Ambiente sempre in Regione Lazio Valerio Novelli che ha fatto sapere che si interesserà del caso, oltre a tutti gli attori interessati alla futura Conferenza di Servizi. Ora il Comitato ha portato a conoscenza anche dei Sindaci dei Comuni attigui a quello di Nemi il fatto che l’acqua del pozzo “I Corsi” che l’Acea miscela con altre acque per poi fornirla alle varie utenze anche di altri comuni , potrebbe essere a pericolo inquinamento qualora venga realizzato il sito di rifiuti nonostante la legge dello Stato lo vieti categoricamente. Chissà se ora i Sindaci degli altri comuni si faranno sentire col collega Bertucci.

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Roma e provincia, inquinamento da polveri sottili: un quadro ancora complesso ma incoraggiante

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L’inquinamento da polveri sottili, rappresentato principalmente dalle particelle PM10 e PM2.5, è un problema ambientale significativo per molte aree urbane, tra cui Roma e la sua provincia. Dal 2000 ad oggi, i livelli di inquinamento hanno subito variazioni dovute a diversi fattori, tra cui politiche ambientali, cambiamenti climatici e modifiche nei comportamenti sociali ed economici.

Anni 2000-2010: problemi persistenti e primi interventi

Nei primi anni del 2000, Roma ha affrontato livelli elevati di inquinamento da polveri sottili. Le principali fonti di PM10 e PM2.5 erano il traffico veicolare, l’industria, i riscaldamenti domestici e le attività commerciali. La città ha spesso superato i limiti giornalieri e annuali di PM10 stabiliti dall’Unione Europea, con conseguenti rischi per la salute pubblica.

Le misure iniziali per affrontare il problema includevano:

  • Limitazioni del traffico: L’introduzione di targhe alterne e blocchi del traffico nei giorni di maggiore inquinamento.
  • Promozione del trasporto pubblico: Incentivazione dell’uso dei mezzi pubblici per ridurre il numero di veicoli privati in circolazione.
  • Regolamentazione dei riscaldamenti: Interventi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e ridurre l’uso di combustibili inquinanti.

2010-2020: miglioramenti e nuove sfide

Nel decennio successivo, Roma ha continuato a sviluppare e implementare politiche ambientali più efficaci. Tra le principali iniziative:

  • Zone a Traffico Limitato (ZTL): L’estensione delle ZTL ha ridotto significativamente il traffico veicolare nel centro storico e in altre aree critiche.
  • Mezzi pubblici ecologici: L’introduzione di autobus elettrici e ibridi ha contribuito a ridurre le emissioni.
  • Piste ciclabili e mobilità sostenibile: La creazione di nuove piste ciclabili e l’incentivazione dell’uso delle biciclette hanno favorito una mobilità più sostenibile.

Queste misure hanno portato a una graduale riduzione dei livelli di PM10 e PM2.5, anche se i problemi non sono stati del tutto eliminati. Durante i mesi invernali, l’inquinamento da riscaldamenti domestici ha continuato a rappresentare una sfida.

Dal 2020 ad oggi: effetti della pandemia e strategie future

La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sull’inquinamento atmosferico. Durante i periodi di lockdown, la riduzione drastica del traffico ha portato a un calo temporaneo dei livelli di PM10 e PM2.5. Questo ha dimostrato quanto il traffico veicolare incida sull’inquinamento urbano.

Nel post-pandemia, le strategie per migliorare la qualità dell’aria si sono intensificate, con un focus su:

  • Transizione energetica: Maggiore investimento in energie rinnovabili e promozione dell’efficienza energetica.
  • Smart Mobility: Sviluppo di infrastrutture per veicoli elettrici e soluzioni di mobilità intelligente.
  • Verde urbano: Incremento delle aree verdi e piantumazione di alberi per assorbire le polveri sottili.

L’inquinamento nella provincia di Roma

Anche i comuni della provincia di Roma, inclusi i Castelli Romani, hanno risentito dell’inquinamento da polveri sottili, sebbene in misura diversa rispetto alla capitale. Le principali fonti di inquinamento in queste aree sono il traffico locale, i riscaldamenti domestici e alcune attività industriali e agricole.

Anni 2000-2010: aumento della popolazione e inquinamento

L’espansione urbanistica e l’aumento della popolazione nei comuni della provincia hanno portato a un incremento del traffico e delle emissioni inquinanti. In alcune aree, l’inquinamento ha raggiunto livelli preoccupanti, soprattutto durante i mesi invernali.

2010-2020: interventi locali

Molti comuni della provincia hanno iniziato a implementare politiche ambientali per contrastare l’inquinamento. Tra queste:

  • Miglioramento del trasporto pubblico: Potenziamento delle linee di autobus e creazione di collegamenti più efficienti con Roma.
  • Efficienza energetica: Promozione di soluzioni energetiche sostenibili per i riscaldamenti domestici.
  • Progetti verdi: Creazione di parchi e aree verdi per migliorare la qualità dell’aria.

Dal 2020 ad oggi: focus sulla sostenibilità

Negli ultimi anni, l’attenzione all’ambiente è aumentata ulteriormente. I comuni della provincia di Roma hanno iniziato a collaborare più strettamente con la capitale per implementare strategie integrate di gestione della qualità dell’aria. L’obiettivo è ridurre le emissioni inquinanti attraverso soluzioni sostenibili e innovazioni tecnologiche.

L’andamento dell’inquinamento da polveri sottili a Roma e nella sua provincia dal 2000 ad oggi riflette un quadro complesso ma incoraggiante. Sebbene siano stati fatti progressi significativi grazie a politiche mirate e a una maggiore consapevolezza pubblica, rimangono sfide importanti. La collaborazione continua tra le istituzioni, i cittadini e le imprese sarà cruciale per migliorare ulteriormente la qualità dell’aria e garantire un ambiente più sano per tutti.

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Il top dei Comuni turistici di mare e di lago del 2024: la classifica

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Acque cristalline, bellezze paesaggistiche, attenzione alla sostenibilità e alla tutela della biodiversità. Sono le località italiane dove sventolano le Cinque Vele di Legambiente e Touring Club Italiano: 21 comuni turistici marini e 12 località lacustri premiati a Roma in occasione della presentazione della guida Il Mare più bello 2024, curata dall’associazione ambientalista e dal Touring Club Italiano. La guida raccoglie informazioni turistiche e caratteristiche ambientali dei comuni a Cinque Vele, compreso l’impegno nella tutela delle tartarughe Caretta caretta.

A guidare la top five del 2024 è Pollica, Acciaroli e Pioppi, (Sa) il comune cilentano inserito all’interno del comprensorio del Cilento Antico, in Campania. Al secondo posto il comune di Nardò, in provincia di Lecce nel comprensorio pugliese dell’Alto Salento Ionico, seguito da Baunei, in provincia di Nuoro sulla costa orientale sarda. Quarto posto per la località Domus De Maria sul Litorale di Chia, sempre in Sardegna, e quinto posto per Castiglione della Pescaia, nel comprensorio della Maremma Toscana.

A livello regionale la Sardegna è di gran lunga la regione con più comuni premiati con le Cinque Vele: accanto a Baunei (Nu) e a Domus de Maria (Sud Sardegna) figurano, infatti, anche i comuni di Cabras (Or), Santa Teresa di Gallura (Ss), San Teodoro (Ss) Posada (Nu), Bosa (Or). A seguire la Toscana che, oltre a Castiglion della Pescaia (Gr), piazza i comuni di Capraia Isola (Li), Isola del Giglio (Gr), Capalbio (Gr) e Marina di Grosseto (Gr). Quindi la Campania con una pattuglia di comuni tutti in provincia di Salerno: alla prima classificata si affiancano i comuni di San Giovanni a Piro (Sa), Castellabate (Sa) e San Mauro Cilento (Sa). Tre comuni a Cinque Vele per la Puglia con Nardò (Le), Vieste (Fg) e Gallipoli (Le) e una bandiera anche per la Liguria, con i tre comuni delle Cinque Terre (Riomaggiore, Vernazza a Monterosso al Mare in provincia della Spezia) e la Basilicata con Maratea (Pz).

I comuni amici delle tartarughe

Novità di quest’anno, presente anche all’interno della guida il Mare più bello, sono anche i 33 comuni amici delle tartarughe marine segnalati con l’apposito simbolo ‘la tartaruga’ e dove sventolano le vele di Legambiente e Touring Club Italiano. Da Maratea alle isole Tremiti, da San Teodoro a Gaeta passando per Silvi, Caorle e Castiglione della Pescaia, solo per citarne alcuni. Si tratta di quelle amministrazioni che, attraverso un apposito protocollo d’intesa, si sono impegnate a adottare una serie di misure per rendere le spiagge accoglienti anche per le tartarughe che depongono le uova oltre che per i bagnanti. Ad oggi in totale sono 74 i comuni in tutta Italia (guida al momento la classifica la Campania con 22 comuni) che hanno firmato il protocollo, di questi 33 sono quelle in cui sventolano anche le vele di Legambiente e Touring Club Italiano.

L’iniziativa ‘comuni amici delle tartarughe’ rientra nel progetto Life Turtlenest che mira a tutelare gli habitat di nidificazione della Caretta caretta aumentando le probabilità di successo riproduttivo e tenendo conto di clima e antropizzazione. Nato grazie al sostegno del programma Life dell’Unione Europea, il progetto è coordinato da Legambiente e riunisce 13 partner di 3 diversi Paesi (Italia, Spagna e Francia). In prima linea insieme ai comuni amici delle tartarughe anche le aree protette (34 quelle che ad oggi hanno firmato il protocollo), entrambi premiati oggi a Roma.

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Dighe in Italia, partito il Dam Day: Un evento per promuovere la conoscenza e l’importanza di queste opere idrauliche

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Dal 24 maggio al 1° giugno 2024 si terrà la prima edizione del “Dam Day – Dighe in Italia”, un’iniziativa organizzata dal Comitato Nazionale Italiano per le Grandi Dighe (ITCOLD). L’evento è volto a promuovere una maggiore consapevolezza sul ruolo cruciale delle dighe nel panorama ambientale, economico, energetico e di sicurezza del paese.

L’Obiettivo del Dam Day

L’evento mira a sensibilizzare il pubblico sull’importanza delle dighe attraverso una serie di iniziative che si terranno in tutto il territorio nazionale. Il Dam Day prevede un totale di 26 eventi, tra cui visite guidate, seminari, dibattiti e conferenze, concentrati in una settimana per garantire un impatto significativo e coordinato sul tema.

Il Ruolo di ITCOLD

ITCOLD, l’associazione culturale e scientifica che organizza l’evento, rappresenta oltre 300 delle circa 500 grandi dighe presenti in Italia. Il comitato si impegna a promuovere lo studio e la valorizzazione delle dighe, collaborando con operatori del settore, pubbliche amministrazioni, accademici e liberi professionisti. Inoltre, ITCOLD è membro della Commissione Internazionale per le Grandi Dighe (ICOLD-CIGB), istituita nel 1928.

Gli Eventi in Programma

Gli eventi del Dam Day sono pensati per coinvolgere un pubblico ampio e variegato, con particolare attenzione ai giovani studenti. Tra gli appuntamenti previsti vi sono:

  • Visite Guidate: Alla Diga di Mignano a Vernasca (PC), alla Diga di Occhito a Carlantino (FG) e alla Diga del Locone a Minervino Murge (BT).
  • Seminari: Come quello sulla “Gestione delle risorse agricole per l’agricoltura” a Bari e il seminario dedicato agli impianti idroelettrici a Tramonti di Sopra (PN).
  • Convegni e Workshop: Inclusi eventi tecnici come il workshop sulla caratterizzazione geotecnica presso il laboratorio ISMGEO a Seriate (BG).
  • Open Day e Conferenze: Tra cui l’Open Day “Dighe e cambiamento climatico: quali sinergie?” a Firenze e la conferenza stampa presso la Diga del Gabiet a Gressoney (AO)

Un’Iniziativa Europea

Il Dam Day non è solo un evento nazionale, ma si inserisce in una serie di iniziative analoghe organizzate in altre nazioni europee sotto l’egida di EURCOLD, il Club Europeo delle Dighe. Questo rafforza la collaborazione e lo scambio di conoscenze tra i paesi europei in materia di gestione e valorizzazione delle dighe.

Il “Dam Day – Dighe in Italia” rappresenta un’importante occasione per avvicinare il pubblico alle tematiche legate alle dighe, evidenziandone il ruolo strategico nella gestione delle risorse idriche e nella produzione di energia rinnovabile. Partecipare agli eventi previsti sarà un’opportunità unica per conoscere da vicino queste grandi opere ingegneristiche e il loro impatto positivo sull’ambiente e sulla società.

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