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Roma

NEMI, PERINO: BUFERA SULL’UFFICIO TECNICO. INTERVIENE L’ANTICORRUZIONE

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Tempo di lettura 3 minutiAssotutela invoca le dimissioni del responsabile dell’Ufficio Tecnico Rosanna Galanti

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di Chiara Rai
Nemi (RM)
– Un legame di parentela e intrecci di cariche amministrative tra i titolari delle ditte partecipanti inibisce la partecipazione alla procedura di gara. Il Comune (ovvero la stazione appaltante) che ha il dovere di verificare se sussistono questi gravi indizi deve anche provvedere ad escludere le imprese dalla gara.

Il responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi Rosanna Galanti ha così creato un bel danno alle casse comunali perché non è risultata in grado di gestire l’affidamento dei lavori per l’illuminazione del Perino e non ha neppure bloccato in autotutela la gara a procedura negoziata.

Noi de L’Osservatore d’Italia già a dicembre del 2014 pubblicavamo un articolo sul nostro giornale con delle rilevanze, a nostro parere irregolari, riguardo due delle ditte partecipanti.

Galanti, a gara conclusa e subito dopo il nostro articolo di denuncia, scrive all’Anticorruzione per chiedere se in una gara nella quale hanno partecipato padre e figlia può considerarsi regolare o meno. Insomma ha fatto come il paziente con la carie che ha mangiato le caramella e poi ha chiesto a giochi fatti al dentista se potesse farle male. Dunque, Galanti aveva forse dei dubbi ma nonostante tutto è andata avanti mostrando una totale imprudenza che non si addice ad un responsabile di ufficio Tecnico.

Adesso come un macigno arriva la conferma dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione (Anac) che scrive a Rosanna Galanti in qualità di responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi ed al nostro quotidiano, che ha inviato l’esposto rilevando queste irregolarità.

L’Anac dice senza ombra di dubbio che un legame di parentela e intrecci di cariche amministrative tra i titolari delle ditte partecipanti inibisce la partecipazione alla procedura di gara.

Avendo appurato che hanno partecipato alla gara cinque ditte tra cui la Cosite S.r.l. di Borri Emanuela e la Edil Impianti S.r.l. di Borri Gianni è evidente che la gara non si è svolta regolarmente perché non si è rispettato il criterio di segretezza delle offerte, il principio di par condicio e pertanto è stato turbato il regolare confronto concorrenziale.

Ma qui è un bel problema perché addirittura una delle due imprese nel mirino di presunte irregolarità ha vinto l’appalto e i lavori per un importo di circa 130mila euro sono in corso e tra meno di un mese saranno terminati. Se Galanti si fosse fermata e revocato tutto in autotutela avrebbe risparmiato questo danno ai cittadini e a se stessa. Un problema molto grosso che ora si presenta più grande di quanto poteva essere.

Intanto Assotutela ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica allegando anche il la lettera di apertura fascicolo dell’Autorità di Anticorruzione: “E’ davvero una vergogna – dice Ivan Galea, coordinatore di Roma e provincia per Assotutela – che nonostante la responsabile dell’Ufficio Tecnico avesse potuto fermarsi per tempo non lo abbia fatto ed abbia esposto così il Comune a procedure che l’Anac stessa definisce irregolari e da invalidare ma anche i cittadini e gli stessi partecipanti alla gara che non hanno avuto garantito il diritto di par condicio”. Galea insiste ed evidenzia:”Chi pagherà ora i lavoratori che hanno quasi terminato i lavori al Perino? E chi pagherà il rischio del grosso debito fuori bilancio che si verrà a creare una volta definita questa vergognosa questione? La storia purtroppo non si è ancora conclusa, dopo le rilevanze dell’Anticorruzione, che ha effettuato delle verifiche dalle quali è emerso che entrambe le ditte hanno sede legale a Velletri e che Borri Gianni ha in passato ricoperto cariche amministrative nella Cosite S.r.l., adesso ci si aspetta soltanto che intervenga la magistratura. A questo punto è opportuno che si blocchi tutto e che chi ha sbagliato paghi in prima persona come minimo dimettendosi dal suo incarico”.

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