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di Chiara Rai
Nemi (RM) – Se Nemi è lo specchio d’Italia, allora possiamo ben capire come siamo messi. Questo lunedì il segretario comunale Ivano Moreschini ha lasciato il Comune perché evidentemente ha trovato miglior trattamento economico rispetto al suo impegno. Con tutta probabilità la sua destinazione sarà il Comune di Segni, oltre 60 chilometri quadri per quasi 10 mila abitanti contro le duemila anime di Nemi. Ora c’è il toto scommesse su chi varcherà la soglia del palazzo, con l’auspicio che sia un segretario di “ferro” che magari riesca a concedere ai giornalisti, senza distinzione di razza, sesso e /o testata, di poter fotografare e riprendere le sedute di Consiglio Comunale. Per ora va in voga il dictat che solo un giornalino in particolare, quello di “corte” per intenderci, ha ampio spazio di poter fotografare e registrare all’interno dell’Aula consiliare.
Comunque non c’è da sorprenderci perché la propaganda di regime è nota sin dal 1925, se non prima ancora. All’epoca c’era il programma di "nazionalizzazione" del tempo libero, dai divertimenti agli sport al dopolavoro. Insomma si metteva la firma un po’ dappertutto, persino su gadget e calendari. E anche un calendario può diventare un tormentone propagandistico dove i “messaggi promozionali” non sono poi così celati. Ma dove vige il “tutto, tutto, niente, niente” si sa, folgorati dalla paradisiaca immagine di un paesino incastonato nel verde, ci si commuove per tutto, anche per le carrozzine.
Ho sentito piangere il bosco in questo periodo: sono stati mozzati molti alberi, tanti i rami caduti a terra che testimoniano un taglio netto non solo della “barba” incolta ma vere e proprie “ferite” ai nostri begli arbusti.
Ho notato come si sta ulteriormente evolvendo l’assetto delle amicizie: gli amici fedeli che si trasformano in capri espiatori, la cerchia e scia che come un elastico sbrindellato si restringe e si riallarga a seconda delle briciole in ballo da elargire. Galeotta è l’opportunità e allora, meglio tacere. Perché metterci la faccia? L’immagine è rimasta ad un fotofinish sbiadito. La scorsa settimana, esattamente venerdì scorso, è stato approvato l’atto aziendale della sanità dei Castelli Romani (Asl RmH) e Nemi non era presente con nessun rappresentate del Comune. Eravamo impegnati in qualcosa di più grande piuttosto che votare a favore o sfavore dell’enorme cambiamento in ambito sanitario che sta colpendo il territorio castellano? Probabilmente sì: tra calendari e tesseramenti c’era altro da fare. Quella strana creatura camaleontica con i tentacoli chiamata “politica” riesce a confondere le idee anche in un piccolo paese specchio d’Italia.
Forza Italia è in maggioranza e nell’opposizione e il centrosinistra sembra voler imitare il governo delle larghe intese, il tutto a seconda dei temi proposti, “per il bene del paese”. Una frase macigno che ci proietta un passo ancora più indietro: “il bene del paese”. E mentre le poltrone si rinnovano e qualcuno cade dalla sella, ci si avvicina a Natale e poi arriverà la primavera, in attesa che rifioriscano gli intenti e la giustizia dormiente.
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