Nemi, Pazienza si dimette: dimissionario o dimissionato?

 

di Virbio


NEMI (RM)
– È lecito pensarlo per come sono andati i fatti. A poco più di un mese dalle elezioni amministrative, Pietro Pazienza prende le distanze dalla Giunta Bertucci, cui apparteneva come Assessore e neo eletto Consigliere. Le dimissioni vengono riportate nell’ordine del giorno del Consiglio Comunale del 27.07.2017. Il Sindaco le
annuncia; strozza, sostanzialmente, il dibattito ed invita a sedersi sui banchi del Consiglio la prima dei non eletti, Sara Scarselletta, di formazione, di cultura e di famiglia da sempre di sinistra.

Come dire, in altri termini, e come afferma più di qualche curioso, che la Giunta Bertucci si fa arcobaleno. Così sembra! Sta di fatto che l’operazione ai più non è apparsa chiara ed ha lasciato, ed obiettivamente lascia, tanti dubbi e tanto spazio ad ogni supposizione.
Ad esempio: Pazienza resterà nella Giunta come Assessore esterno, oppure l’assessorato sarà appannaggio di altri consiglieri che giustamente scalpitano e sgomitano dopo anni di gavetta; oppure sarà la stessa Scarselletta ad essere premiata, nonostante lo scarso seguito elettorale ricevuto?

Tutto è possibile e quanto avvenuto la dice lunga sulle occhiute strategie del “nostro amatissimo Sindaco” e del suo gruppo dirigente, che sarebbe ancor di più sfavillante se non fosse appesantito ed imbolsito da grappoli di notizie di reato che assillano alcuni suoi componenti.

Poi, la discussione in Consiglio Comunale è stata, a dir poco, imbarazzante. Il Sindaco ha parlato ed a suo modo ha illustrato l’evento delle dimissioni. Il tutto in modo succinto e sbrigativo. Insomma, una formalità da espletare in un quadro strategico di regime. Lo si è percepito anche da come il Sindaco, e l’altro che siede alla sua destra, hanno risposto alle domande ed alle obiezioni dell’opposizione: “nelle dimissioni di un Consigliere non c’è l’obbligo di motivazione! …il Consigliere ha comunicato la sua volontà al Sindaco e basta così!”. Ma il buon Pazienza dov’era? Era lì, come sempre, seduto al suo posto e silente come è avvenuto nei trascorsi 5 anni. Certo, non era obbligato a prendere (finalmente) la parola ma se lo avesse fatto tutti i presenti lo avrebbero ascoltato con rispetto, e qualsiasi cosa avesse detto sarebbe stata degna di credibilità e di attenzione. Ma così non è stato. Il tutto è apparso come una squallida manovra di vertice, pensata e posta in opera dai novelli Dioscori che, ed ecco l’ultima conferma in ordine di tempo, fanno e disfanno, dispongono e decidono, a prescindere da tutto e da tutti.
A questo punto, in assenza della voce del diretto interessato, date le modalità con cui tutto si è consumato, è più che lecito coltivare un dubbio: Pietro Pazienza è veramente e spontaneamente dimissionario, oppure è stato cinicamente dimissionato per far posto a qualcun altro?
Con il rimpasto di Giunta, capiremo meglio lo svolgersi degli eventi ma i retroscena, probabilmente, non li sapremo mai. A Pietro Pazienza, in ogni caso, va la nostra stima e l’apprezzamento per il suo impegno che, a nostro insindacabile giudizio, non è stato mai adeguatamente riconosciuto dalla Premiata Ditta “Bertucci & C”.

 

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