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di Ivan Galea
NEMI (RM) – Chissà quando riaprirà la chiesa di Santa Maria del Pozzo di Nemi in via del Municipio. L’ultima scossa di terremoto in realtà è stata l’occasione per una verifica approfondita della struttura da parte dei Vigili del Fuoco che di fatto hanno ravvisato diverse criticità. Infatti il presbiterio è a rischio crollo. Sul portone della chiesa c’è un avviso firmato dall’amministratore parrocchiale padre Luigi Caria il quale ha informato i fedeli che tutte le celebrazioni si svolgeranno nel santuario del Crocifisso in piazza Roma fino a nuova comunicazione. Oltre al presbiterio ci sarebbe anche un muro a rischio crollo che grava sulla volta. Invece, il tetto sarebbe sicuro nella parte riservata ai banchi. Nei fatti, entrambe le volte vicino al tabernacolo sarebbero pericolanti oltre al terrazzo superiore costruito in cemento armato dal quale sono caduti diversi calcinacci e che non vede lavori di restaurazione dal 1920.
L'organo dell'800 dei fratelli Martinelli – Chissà se l’occasione dei lavori di messa in sicurezza della struttura non sarà anche l’occasione per salvare l’immenso “tesoro” che custodisce Santa Maria del Pozzo, un oggetto che fa parte del patrimonio storico culturale italiano: un organo dell’800 che il principe Carlo Torlonia commissionò nel 1848 per la basilica dell’Aracoeli di Roma. A realizzare questo organo furono i famosi Fratelli Martinelli noti per aver creato i due organi dell’abside di San Giovanni in Laterano. Insomma, un’opera d’arte di valore inestimabile. Nel 1926 l’organo fu trasferito nella chiesa di Santa Maria del Pozzo di Nemi dove purtroppo iniziò la sua inesorabile “rovina”. Prima della guerra una manutenzione dello strumento fu affidata ai fratelli Gaspare e Michele Schimicci i quali non avendo avuto l’intero pagamento del lavoro lasciarono il lavoro di restaurazione a metà. Fra il 1978 e il 1991 ci furono dei lavori di restauro della chiesa e durante questi lavori l’organo subì molti danni che lo resero inutilizzabile. Per fortuna l’allora parroco di Nemi Padre Nicola, ne raccolse i pezzi tra le macerie ma vane le richieste rivolte al Ministero dei Beni Culturali. Ora nella chiesa chiusa giacciono anche i resti di questo “tesoro”. Chissà che non si decida di salvarlo? Il Vaticano potrebbe far tornare a nuovo splendore questa creazione dei Fratelli Martinelli così il Paese di Nemi, tra le tante ricchezze storico archeologiche di cui vanta potrebbe annoverare anche questo gioiello.
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