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NEMI: ON TOUR. OCCHI APERTI E OCCHI CHIUSI

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Tempo di lettura 3 minuti La stampa, a posteriori, non ne ha più parlato e quindi, il nostro quotidiano torna sull’argomento.

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Redazione

Nemi (RM) – Era il 20 luglio scorso quando travolti dal fermento effervescente delle notizie stampa che hanno coinvolto il sindaco di Nemi Alberto Bertucci, tutto preso, già da diverso tempo, da annunci trionfalistici rispetto alla volontà di contrastare il fenomeno dell’abusivismo edilizio, segnalammo due abusi in riva al lago, proprio nei pressi del sito di partenza della gara di nuoto che si è tenuta quest’estate, come ogni anno.

Abbiamo segnalato un grazioso chalet con veranda e un’altra costruzione sempre con verandine. Due immobili che non dovrebbero affatto trovarsi lì. La mattinata di mercoledì 6 agosto 2014, la Polizia Locale di Nemi e i Carabinieri del reparto subacqueo hanno svolto dei controlli sulle rive del lago di Nemi per tenere sotto monitoraggio il fenomeno. Di abusi nella valle del lago di Nemi ve ne sono moltissimi ma a seguito di quel controllo ancora non si vedono pubblicate ordinanze sull’Albo Pretorio online del Comune di Nemi e neppure si sa nulla dell’esito della perlustrazione.

La stampa, a posteriori, non ne ha più parlato e quindi, il nostro quotidiano torna sull’argomento. Quelle abitazioni, come altre che fioriscono e si allargano anno dopo anno, sono state controllate? Per adesso l’unico controllo in pompa magna stile action movie americano è stato fatto, per quel che sappiamo, nell’abitazione del direttore del nostro giornale, la quale risiede a Nemi, dove il tecnico del Comune ha misurato tutto a seguito di un esposto che avrebbe presentato un signore, tale Cavaterra Renzo detto Massimo (soggetto d’interesse di tabella sul sequestro dell’area di sua proprietà a Pentima Pizzuta e sul Piano Integrato ai Corsi) nonché tra i grandi sostenitori in campagna elettorale per le amministrative dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci.

Destino ha voluto che l’esposto sia stato indirizzato nei confronti di Chiara Rai. Evidentemente questo signore è stato preso da un fremente desiderio di sapere se l’abitazione della stessa rispettasse il distacco dei confini e altro che non ci è dato sapere. Le misurazioni sono state fatte a gennaio e a luglio, il Comune di Nemi ha emesso una ordinanza: il rivestimento delle facciate dell’abitazione avrebbe modificato le distanze dei confini. Ebbene sì, il “rivestimento”. Preferiamo non dire altro anche perché sarà oggetto di una lunga battaglia legale per far emergere la vera natura di questa azione, facilmente deducibile se si guardano gli attori in ballo. Sei lunghi mesi per studiare la contestazione da avanzare al direttore del quotidiano che ha sempre pubblicato senza bavaglio, senza timore di abbracciare le battaglie dei cittadini: da Pentima ai Corsi.

Per ora dobbiamo fare soltanto i nostri complimenti più vivi per l’attenzione mostrata ai “rivestimenti” delle abitazioni. Tra l’altro, sembrerebbe che questi siano presenti ovunque nel circondario. Siamo sicuri dunque, che altrettanta solerzia sia stata adottata per casi che meritano sicuramente la stessa attenzione: basta farsi una passeggiata ai Lecci (e vi assicuriamo che chi di dovere c’è passato) per accorgersi di intere strutture abusive con gettate di cemento a terra per riporre la legna, o peggio ancora abitazioni che dominano via dei Platani dove ci sono dei balconi che sono stati addirittura chiusi con alluminio anodizzato che risulta assolutamente vietato dal regolamento edilizio del Comune di Nemi (L’ Articolo 51.1 punto g) Infissi esterni stabilisce tra l’altro: “… Sono esclusi i telai – finestra metallici di tipo anodizzato”). Quindi non solo si sono chiusi dei balconi con tutta la conseguente destabilizzazione dell’edificio per altro insistente in zona sismica, ma si è addirittura utilizzato un materiale metallico anodizzato vietato dal Comune di Nemi e dal Parco Regionale dei Castelli (Il Regolamento del Piano del Parco dei Castelli Romani all’Articolo 7.4 Aperture stabilisce tra l’altro: “…Non sono consentite chiusure esterne avvolgibili di qualsiasi materiale, infissi in plastica e alluminio anodizzato.”). Siamo certi che a coloro che guardano in maniera così attenta ai “rivestimenti” sicuramente non saranno sfuggite le tante piscine sorte da nord a sud del territorio e le ville con alluminio anodizzato e balconi chiusi a veranda.

L’articolo 3 della Costituzione sancisce che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ importante ricordarsi la Costituzione della Repubblica Italiana. Intanto la casetta in riva al lago smontata in tutta fretta dal consigliere di maggioranza del Comune di Nemi Elio Frison rimane un presunto abuso impunito e a testimoniarlo sono i video che abbiamo girato così come altri abusi non lontani dallo stadio comunale di Nemi che lì ancora giacciono.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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