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NEMI (RM) – La paventata eventualità di convenzione con Ariccia per l’utilizzo consorziato dell’isola ecologica era con tutta probabilità la solita trovata elettorale lanciata da Giovanni Libanori durante la campagna delle trascorse elezioni amministrative di Nemi. Sembrava tutto già fatto. Da lì a qualche giorno sarebbe partita la raccolta differenziata su tutto il territorio e invece nulla. La conferma arriva dopo aver interpellato il sindaco di Ariccia Roberto Di Felice: “Dopo la lettera d’intenti non c’è stato più alcun seguito. Non abbiamo ricevuto più nulla”. Insomma Nemi dopo una lettera d’intenti non si è fatta più sentire con il vicino Comune di Ariccia per cercare di consorziarsi e far decollare una volta per tutte la raccolta differenziata porta a porta su tutto il territorio.
Nel paese delle fragole ormai, sciopero della Lazio Ambiente a parte, la situazione rifiuti è tragica
Nemi è l’ultimo dei Castelli Romani a non avere avviato la raccolta differenziata sull’intero territorio comunale. E se anche Frascati esce dalla Lazio Ambiente non c’è certezza per il futuro perché la differenziata porta a porta del 3 per cento che Nemi ha iniziato con un progetto pilota sotto il governo Biaggi (località Ville di Nemi e Vigna Grande) è anche a rischio estinzione se non si trovano altre soluzioni. E poi c’è altro. L’amministrazione ha gestito per anni i rifiuti nel sito non autorizzato di via della radiosa a soli 200 metri dal pozzo che fornisce acqua potabile all’intera cittadinanza. Da qualche mese i cassonetti sono finiti nel terreno comunale su via Nemorense che si affaccia sul lago, zona a protezione speciale nel cuore del Parco dei Castelli Romani dove insistono vincoli paesaggistici e idrogeologici.
Intanto sono tre giorni che a Nemi regna il caos rifiuti
Le criticità maggiori sono fuori il centro storico dove i cassonetti straripano di rifiuti. Così nella zona delle Colombe, piazza della Rinascita, via Parco dei Lecci e vie limitrofe e via dei Corsi. Anche i contenitori per la differenziata a Vigna Grande sono pieni d’immondizia. Questo succede perché Lazio Ambiente ha attuato uno sciopero a oltranza destinato a durare fin quando non verrà chiarita la situazione di incertezza relativa al prosieguo dell’attività aziendale che al momento vede un futuro incerto per circa 400 lavoratori. E anche la liquidazione totale delle mensilità che l’azienda di gestione rifiuti deve ancora da ricevere dai Comuni morosi.
Tutte le strade delle città servite dalla raccolta di Lazio Ambiente ormai sono piene di rifiuti
I sindaci dei Comuni non morosi già da due giorni si stanno lamentando: la sospensione del servizio ha riguardato infatti anche i comuni in regola con i pagamenti. Ci sarà la creazione del nuovo consorzio? I Comuni sopporteranno questo momento di caos e disservizi? E i cittadini, intanto, pagano.
articolo CN
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